Riportare alla memoria i fatti passati attraverso gli odori si è rivelato un sistema efficace per aiutare le persone che soffrono di depressione. È quanto emerge da uno studio condotto presso la “School of Medicine” dell’Università di Pittsburgh in Pennsylvania guidato da Kymberly Young. Studio che ha incluso adulti con una diagnosi primaria di disturbo depressivo maggiore.
Il disturbo depressivo maggiore (MDD) è associato a deficit nel richiamo della memoria autobiografica (AM). L’effetto “Proust”, ovvero ricordare qualcosa attraverso un profumo, potrebbe aiutare le persone depresse a eliminare i pensieri negativi e a favorire una più rapida guarigione.
Comprendere se i deficit sono mitigati quando il ricordo è stimolato tramite segnali olfattivi, potrebbe suggerire gli interventi terapeutici più idonei al disturbo.
Frequenti i deficit di memoria nel disturbo depressivo
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Il disturbo depressivo maggiore (MDD) è una malattia pervasiva e comune che limita e diminuisce gravemente la qualità della vita degli individui.
Dallo studio americano si apprende che i deficit che richiamano memorie autobiografiche specifiche (AM) rappresentano una caratteristica cognitiva associata al disturbo depressivo maggiore. I pazienti riferiscono meno ricordi specifici e più categoriali. La memoria categoriale si riferisce a una memoria generalizzata per una categoria di eventi che comprende diversi episodi distinti anziché un evento specifico. La memoria specifica, invece, si riferisce a un ricordo di un singolo evento accaduto in un luogo identificato entro un periodo di 24 ore.
Questo deficit cognitivo persiste nonostante la remissione dei sintomi depressivi.
Dagli odori più ricordi rispetto ai suoni e alle immagini
I ricordi evocati dagli odori possono essere unici rispetto agli stimoli uditivi e visivi. Possono sprigionare emotività a causa della neuroanatomia unica dell’elaborazione olfattiva nel cervello. Il bulbo olfattivo è responsabile dell’elaborazione delle informazioni sugli odori, fondamentali per la valutazione dell’ambiente da parte degli individui.
Il bulbo olfattivo si proietta direttamente a diverse strutture del cervello implicate nella memoria e nelle emozioni, tra cui l’amigdala e l’ippocampo. Consente, così, alle informazioni olfattive di entrare nel sistema limbico.
I ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno offerto ai 32 partecipanti allo studio alcune fiale contenenti profumi familiari, chiedendo loro di rievocare un ricordo specifico. I segnali olfattivi sono risultati amplificati rispetto a quelli verbali. Infatti, i ricordi affiorati grazie agli odori sono risultati più vividi.
Migliorare la memoria per aiutare chi soffre di depressione
Alcuni studiosi hanno suggerito che l’efficacia dei segnali olfattivi nel recuperare AM è dovuta in parte al legame tra eccitazione e reazioni affettive mediate dall’amigdala. In effetti, rispetto ai segnali verbali, quelli olfattivi intraprendono un percorso di recupero più diretto.
Lo studio, pertanto, fornisce un potenziale nuovo metodo per aumentare il ricordo specifico dell’AM nei pazienti con disturbo depressivo maggiore.
«Se miglioriamo la memoria, possiamo migliorare la risoluzione dei problemi, la regolazione delle emozioni e altri problemi funzionali che spesso vivono le persone con depressione. Ci auguriamo – afferma Young – che questo studio iniziale stimoli studi più ampi su campioni diversificati. E che includano partecipanti sani per indagare ulteriormente e spiegare questi meccanismi».
Fonte: JAMA Network Open 2024