Alla COP29 di Baku, l’UNICEF ha lanciato un appello urgente per proteggere i bambini dalla crisi climatica. La conferenza, iniziata a novembre 2024, riunisce i firmatari dell’Accordo di Parigi. Secondo i dati dell’UNICEF, «un miliardo di bambini vive in Paesi ad alto rischio climatico. Quasi la metà dei minori al mondo è esposta a caldo record, inondazioni, siccità e uragani pericolosi». A dichiararlo, Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF. «Sono i meno responsabili di queste crisi, eppure ne portano il peso maggiore»

COP29 e la crisi climatica: un dramma per i bambini

La crisi climatica minaccia la salute dei più piccoli

L’UNICEF ha evidenziato come l’impatto del riscaldamento globale sia particolarmente devastante per i più piccoli. Oltre 420mila bambini in Amazzonia sono vittime di una siccità senza precedenti. Nel mondo, un bambino su cinque vive in zone colpite da temperature estreme il doppio delle volte rispetto a 60 anni fa. Il caldo intenso aumenta i rischi per la salute materno-infantile, favorendo nascite premature e natimortalità. Per ogni aumento di 1°C, questi rischi crescono del 5%.

La crisi climatica minaccia la salute dei bambini. L’inquinamento atmosferico è la seconda causa di morte per i bambini sotto i cinque anni, dopo la malnutrizione. Gli effetti del riscaldamento globale colpiscono anche la società. In Bangladesh, ondate di calore superiori a trenta giorni raddoppiano il rischio di matrimoni precoci tra le ragazze di 11-14 anni.

La situazione richiede interventi immediati e strategie di mitigazione mirate, per evitare che i bambini subiscano ancora gli effetti delle crisi ambientali.

Un impegno verso il futuro: l’appello dell’UNICEF ai leader globali

Durante la COP29, l’UNICEF chiederà ai leader mondiali di mettere al centro delle politiche climatiche i diritti e le esigenze dei bambini.

Le parti dell’Accordo di Parigi si impegnano a tutelare i diritti dell’infanzia nella crisi climatica. Il Commento Generale 26 dell’ONU sancisce il diritto dei bambini a un ambiente sano e sostenibile. Nonostante i progressi della COP28, come la figura dello Youth Climate Champion e il dialogo sui bambini e il clima, una politica climatica inclusiva è ancora lontana.4o

Russell sottolinea: «Alla COP29 e attraverso i Contributi determinati a livello nazionale, i Governi devono dare priorità ai diritti dei bambini. È il momento di agire». L’anno prossimo, le Parti presenteranno i nuovi Contributi Nazionali Determinati (NDC 3.0), che dovrebbero rappresentare un impegno verso obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi. Tuttavia, meno della metà dei piani attuali include i bisogni dei bambini, e solo il 3% di questi è stato elaborato con il loro coinvolgimento diretto.

Investire per proteggere: i fondi per un futuro sostenibile

Uno dei punti fondamentali dell’appello dell’UNICEF riguarda il finanziamento delle politiche climatiche. Attualmente, solo il 2,4% dei fondi globali per il clima può essere considerato sensibile ai bisogni dei bambini, e su 591 progetti approvati negli ultimi 17 anni, solo uno ha posto l’istruzione come obiettivo centrale. L’UNICEF insiste affinché il nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato sui Finanziamenti per il Clima (NCQG) includa il rispetto dei diritti dell’infanzia, con fondi che tengano conto delle esigenze di genere e di età, garantendo risorse anche per l’adattamento e la gestione delle perdite e dei danni.

«Le Parti devono garantire che i finanziamenti per il clima rispondano alle specifiche vulnerabilità dei bambini», affermano dall’UNICEF. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia chiede pertanto la creazione di finestre di finanziamento dedicate e il monitoraggio di progetti mirati al benessere dei minori. Investire nell’infanzia significa costruire un futuro in cui le generazioni di domani possano vivere in un ambiente stabile e sano, riducendo le disuguaglianze e offrendo maggiori opportunità.

NDC 3.0 e l’inclusione dei bambini: una responsabilità collettiva

L’UNICEF chiede con forza che i nuovi NDC 3.0, che definiranno gli impegni climatici dei Paesi, siano costruiti attorno alle necessità dei bambini. Questi piani devono includere misure significative di mitigazione per contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, rafforzare i servizi essenziali per l’infanzia come la sanità, l’istruzione e l’accesso all’acqua, rendendoli più resilienti agli impatti climatici. L’inclusione diretta dei giovani e dei bambini nei processi decisionali sul clima non è solo una questione di giustizia sociale, ma una risorsa preziosa: i giovani portano una prospettiva innovativa e una consapevolezza urgente che può orientare le politiche climatiche in modo più efficace.

Dare voce ai giovani: la partecipazione nelle decisioni clima

L’UNICEF chiede che i bambini e i giovani siano presenti nelle delegazioni nazionali e nei team di negoziazione alla COP29, garantendo loro un ruolo attivo e significativo nel processo decisionale. «I giovani devono poter esprimere le loro preoccupazioni e aspirazioni per il futuro del pianeta», dichiara sottolineando l’importanza di una rappresentanza inclusiva. La loro partecipazione è essenziale per costruire un mondo in cui i diritti dell’infanzia siano rispettati e promossi.

Una battaglia per il futuro

La COP29 rappresenta una sfida importante per il futuro dei bambini e delle generazioni che verranno. In un mondo in cui le crisi climatiche minacciano sempre più il benessere dell’infanzia, la comunità internazionale ha il dovere di agire con determinazione e lungimiranza. Proteggere i bambini significa non solo rispondere a un’esigenza morale, ma anche investire in un futuro stabile e sostenibile. Ogni ritardo, ogni compromesso rischia di esporre milioni di minori a un futuro segnato da calamità e ineguaglianze. Alla COP29, i leader mondiali sono chiamati a una scelta: proteggere la vita e i diritti dei bambini o lasciare che continuino a essere vittime di un sistema insostenibile.