Un team di neuroscienziati dell’Università di Losanna ha recentemente condotto uno studio che esplora il ruolo del contagio emotivo nella costruzione della resilienza, ossia la capacità di affrontare e superare le difficoltà. I risultati di questa ricerca potrebbero rivoluzionare la comprensione scientifica della depressione e dei meccanismi alla base dello sviluppo della capacità di sopportazione
Cosa si intende per “contagio emotivo”
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Il contagio emotivo è un fenomeno psicologico attraverso cui le emozioni e gli stati d’animo di una persona possono influenzare quelli di chi le sta accanto, diffondendosi in modo quasi “contagioso”. Questa capacità avviene in modo automatico, spesso senza che ce ne rendiamo conto.
Gioca altresì un ruolo importante nelle dinamiche sociali, permettendoci di empatizzare e comprendere gli altri a un livello più profondo.
Tuttavia, alcuni studi hanno iniziato a indagare come questo fenomeno non solo influenzi la sfera emotiva, ma possa anche incidere sulla nostra capacità di affrontare lo stress e costruire la cosiddetta “resilienza”.
Il test sui topi
Un esempio emblematico di questo meccanismo è stato osservato in un recente studio sui topi, condotto dai neuroscienziati dell’Università di Losanna.
I ricercatori hanno scoperto che i roditori che assistevano i loro compagni mentre affrontavano situazioni di stress, come leggere scariche elettriche, sviluppavano una maggiore capacità di gestire successivi eventi stressanti.
Questo risultato suggerisce che il contagio emotivo può avere un impatto positivo sulla nostra resilienza. Ci prepara meglio ad affrontare le sfide future solo attraverso l’osservazione di come gli altri superano le avversità. Ma a cosa serve conoscere questo nesso?
Depressione, resilienza e contagio emotivo
Il fenomeno è di particolare interesse in quanto può aprire nuove prospettive nella comprensione del rapporto tra interazione sociale e salute mentale, in particolare sulla depressione, un disturbo psicologico che colpisce oltre 280 milioni di persone in tutto il mondo.
Questo stato di malessere mentale può essere provocato da vari fattori, come lo stress cronico, i traumi o squilibri chimici nel cervello.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello globale.
Ebbene, il contagio emotivo, sebbene solitamente associato alla diffusione di emozioni negative, come ansia o tristezza, potrebbe anche avere un impatto benefico quando associato a modelli positivi di resilienza. Ma come avviene esattamente questo processo?
La chimica della resilienza: come il contagio emotivo agisce sul cervello
I ricercatori hanno individuato un legame tra il contagio emotivo e un aumento del rilascio di serotonina.
Parliamo cioè del neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione dell’umore e di altri processi vitali.
Spesso chiamata “ormone della felicità“, essa svolge una funzione molto più complessa di quanto suggerisca questo soprannome. Regola infatti anche il sonno, l’appetito e, in generale, l’equilibrio emotivo.
Nel contesto dello studio, la ricerca ha messo in evidenza il ruolo chiave di una piccola regione del cervello chiamata abenula, una struttura situata nella parte superiore del tronco encefalico.
L’abenula svolge un ruolo fondamentale nella gestione delle emozioni e nella modulazione della risposta al dolore e alla ricompensa.
Essa è coinvolta, in particolare, nel mediare stati emotivi negativi, come frustrazione o delusione, e regola i comportamenti legati alla motivazione.
Lo studio ha mostrato che, durante il contagio emotivo, un aumento del rilascio di serotonina nell’abenula comporta una riduzione dell’attività neurale nella sua parte laterale. Quest’area è spesso associata a comportamenti depressivi e a una visione pessimistica degli eventi.
Quando l’attività di questa regione è iperattiva, si verifica un maggiore rischio di sviluppare sintomi depressivi.
Ad esempio la perdita di motivazione e l’evitamento delle esperienze sociali. In altre parole, l’abenula laterale sembra avere un ruolo chiave nel mantenere stati depressivi.
Il meccanismo di resilienza
Ciò che rende particolarmente interessante questa scoperta è che, grazie al contagio emotivo, l’incremento di serotonina nell’abenula riduce la sua attività.
Cosa che limitacosì le risposte depressive del cervello.
Quando osserviamo qualcuno che affronta con successo una situazione di stress, il nostro cervello, attraverso il rilascio di serotonina, modula l’attività dell’abenula e ci prepara ad affrontare meglio lo stress futuro.
È come se, grazie all’osservazione delle esperienze altrui, il nostro cervello imparasse a gestire le avversità in modo più efficace, rendendoci meno vulnerabili a sviluppare sintomi depressivi.
Potenziare questo processo, ad esempio attraverso terapie che stimolino la produzione di serotonina o tecniche di supporto sociale che favoriscano il contagio emotivo positivo, potrebbe aprire nuove strade nel trattamento della depressione.
Fonte
Science