Tra le malattie a trasmissione sessuale, la clamidia è sicuramente una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica. Un vaccino sembrerebbe in grado di innescare le risposte immunitarie, ma i dubbi non mancano

La clamidia: conosciamo la malattia

Clamidia è una delle malattie sessualmente trasmissibili più comuni al mondo

La clamidia è una delle malattie sessualmente trasmissibili (STI), più comuni al mondo. A causarla, il batterio Chlamydia trachomatis, che può infettare gli organi riproduttivi, inclusi l’utero, le tube di Falloppio, e negli uomini, l’uretra e la prostata.

Si diffonde principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. Può anche trasmettersi da madre a figlio durante il parto, causando infezioni agli occhi e alle vie respiratorie nei neonati. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stima che ci siano circa 131 milioni di nuove infezioni da clamidia ogni anno a livello globale. Un nuovo vaccino efficace contro la clamidia sarebbe dunque importante.

A sottolinearlo David Harvey, direttore esecutivo della National Coalition of STD Directors (ente che si occupa della salute pubblica).

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di solito coinvolge test di screening che possono essere eseguiti su campioni di urina o prelievi vaginali o uretrali. Quanto al trattamento, la clamidia può essere curata efficacemente con antibiotici. Tuttavia, è importante che la terapia venga somministrata tempestivamente per prevenire complicazioni e interruzioni della trasmissione dell’infezione. Inoltre, è consigliabile che i partner sessuali vengano testati e trattati contemporaneamente per ridurre il rischio di reinfezione.

Le persone affette da clamidia possono essere asintomatiche o sviluppare sintomi quali: dolore durante la minzione, crampi addominali e sanguinamento intermestruale nelle donne.

Tuttavia, poiché molte persone non presentano sintomi, l’infezione può passare inosservata e quindi non diagnosticata. Cosa che aumenta il rischio di complicazioni a lungo termine, come l’infertilità nelle donne.

Ma le conseguenze della clamidia vanno ben oltre le sfere riproduttive.

Un vaccino contro la clamidia

Clamidia: al vaglio degli studi un nuovo vaccino

Il dottor Jay Varma, professore di scienze della salute della popolazione alla Weill Cornell Medicine di New York City, avverte che i batteri responsabili di questa infezione possono anche causare gravi danni agli occhi, portando alla perdita della vista in milioni di persone in tutto il mondo.

In questo contesto, un vaccino promettente contro la clamidia non solo solleva le speranze di una riduzione dei tassi di infezione, ma offre anche una prospettiva di miglioramento della salute e del benessere delle persone colpite da questa patologia insidiosa.

Nel nuovo studio di Fase 1, condotto tra il 2020 e il 2022, i ricercatori hanno intrapreso un’importante esplorazione verso la realizzazione del vaccino. I partecipanti, equamente divisi tra uomini e donne sani con un’età media di 26 anni, hanno rappresentato il cuore dell’indagine. Sono stati sottoposti a diverse fasi di sperimentazione, ricevendo vari dosaggi del vaccino o un placebo, in tre dosi separate durante un periodo di quasi quattro mesi. Quanto ai risultati, sembrerebbero promettenti. Ciononostante, molte domande rimangono senza risposta.

Dubbi, perplessità e domande

«Il vaccino conferisce la capacità di tenere a bada l’infezione da clamidia?». A chiederlo, la dottoressa Hilary Reno, esperta di medicina della Washington University School of Medicine di St. Louis e direttrice medica della St. Louis County Sexual Health Clinic. «Se una persona è affetta da clamidia, significa che ha maggiori probabilità di sviluppare un’infezione asintomatica? »

Queste interrogativi rimangono aperti e costituiranno il nucleo della prossima fase di studi.

Necessità di ulteriori studi

I ricercatori stanno già progettando di lanciare uno studio più ampio, di Fase 2, che mirerà a valutare l’efficacia del vaccino su una scala più ampia. «L’obiettivo è quello di sviluppare un farmaco che possa non solo prevenire le infezioni del sistema riproduttivo, ma anche quelle degli occhi ». A spiegarlo, l’autore dello studio Jes Dietrich, scienziato senior dello Statens Serum Institut in Danimarca.

Curiosità dullo studio

Una delle peculiarità di questo studio è stata l’inclusione di un vaccino somministrato sotto forma di collirio, affiancando l’iniezione tradizionale al braccio. Questo approccio è stato accolto con sorpresa positiva da Dietrich, che ha sottolineato quanto sia difficile indurre l’immunità negli occhi.

Sebbene siano disponibili alcuni vaccini che possono prevenire altre infezioni sessualmente trasmesse, come il vaccino HPV, il vaccino contro l’epatite B e il vaccino contro l’mpox, resta ancora molto lavoro da fare. Recenti ricerche hanno suggerito la possibilità di dosi di richiamo del vaccino contro l’mpox, evidenziando la complessità e l’importanza del percorso verso la creazione di un vaccino efficace contro la clamidia.

Fonti

Katrina M Pollock et al, An Survey of Tracoma Vaccines by the chlamydia vaccino CTH522 somministrato con liposomi cationici in adulti sani (CHLM-02). Uno studio di fase 1, in doppio cieco, The Lancet Infectious Diseases (2024). DOI: 10.1016/S1473-3099(24)00147-6