I carabinieri del Nas di Torino hanno eseguito una maxi operazione per eliminare dal commercio prodotti a base di canapa light irregolari. Perché, alla fine, “light” non sembravano proprio esserlo.
Si legge infatti in una nota dei Nas che “l’attività analitica sviluppata sulle sostanze campionate, eseguita attraverso il Laboratorio analisi sostanze stupefacenti del Comando provinciale carabinieri di Torino infatti, ha fatto emergere elevati valori del principio attivo “delta-9-tetraidrocannabinolo”, tali da giustificare la “concreta capacità drogante” prevista dalla normativa di settore quale criterio limite per la commercializzazione del prodotto“.
Il delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC) è il principale composto psicoattivo presente nella cannabis ed è il responsabile degli effetti psicotropi legati all’uso di marijuana. Il delta-9-THC interagisce con i recettori cannabinoidi nel cervello e nel sistema nervoso centrale, influenzando diversi processi neurologici.
Droga al posto della canapa light: 14 indagati
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“Le attività sono state eseguite con la collaborazione dei locali comandi provinciali dei carabinieri e dei Nas. Prima le indagini hanno interessato il capoluogo piemontese, poi si è allargata attraverso un’attività d’iniziativa di monitoraggio online e di campionamento e successiva analisi delle infiorescenze di canapa prodotte o commercializzate“.
L’operazione ha coinvolto 49 obiettivi tra abitazioni private, esercizi commerciali e aziende agricole nelle province di Torino, Cuneo, Forlì-Cesena, Lecce, Milano, Monza-Brianza e Rimini. Disposti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino una serie di perquisizioni locali e l’ispezione dei sistemi informatici e di telecomunicazione a carico di 14 indagati. I reati contestati sono produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
Durante l’operazione eseguita dai Carabinieri sono stati sequestrati complessivamente 1.800 kg di infiorescenze di canapa light; nonché 6 computer, 12 smartphone e una mole di documenti utili alle indagini. Il valore commerciale totale delle sostanze poste sotto sequestro è di circa 18 milioni di euro.
Cos’è la canapa light, a basso contenuto di Thc
Il termine Canapa Light si riferisce a quella specifica varietà di cannabis caratterizzata da bassi livelli di THC (tetraidrocannabinolo). Quest’ultimo è il composto psicoattivo responsabile dello “sballo” associato alla marijuana. La sua quasi totale assenza nei prodotti “light” rende possibile la commercializzazione e il consumo legale della merce a base di canapa.
In Italia la percentuale di Thc consentita nei prodotti a base di cannabis, infatti, deve essere inferiore allo 0,6%. Solo così l’acquisto e il consumo sono in linea con la legge. In questo modo nei prodotti si privilegiano i livelli di CBD (cannabidiolo), l’altro composto nella cannabis, che è invece noto per le potenziali proprietà terapeutiche. Questo principio attivo sembra aiutare il corpo nella regolazione di vari processi fisiologici, come l’appetito e il sonno, ma anche il dolore e l’umore; tuttavia sono necessari altri studi a conferma.
I potenziali usi terapeutici del CBD riguardano quindi la gestione del dolore, di ansia e depressione; il trattamento dell’epilessia (la Food and Drug Administration (FDA) statunitense l’ha approvato per il trattamento di alcuni tipi di epilessia, come la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet). Il CBD avrebbe anche proprietà neuroprotettive, per esempio per la sclerosi multipla (SM) e il morbo di Alzheimer. Infine può aiutare a gestire i disturbi del sonno come l’insonnia.
Canapa: il quadro normativo in Italia
Il quadro normativo italiano attuale sulla canapa light si basa principalmente sulla normativa contenuta nel Dlgs 2 agosto 2019, n. 128, che ha attuato la direttiva europea 2016/1072 relativa alla coltivazione della canapa e al commercio di prodotti a base di canapa.
Ad oggi è richiesta un’autorizzazione specifica per la coltivazione di canapa, che viene concessa dopo un’istruttoria per la verifica di conformità delle varietà coltivate ai requisiti di legge. Inoltre, i prodotti a base di canapa (oli, estratti, cosmetici e alimenti contenenti CBD), sono legalmente commercializzabili se rispettano i requisiti di legge, incluso il limite di THC dello 0,6%.
L’uso della cannabis a scopo terapeutico è regolato prevede diverse applicazioni ed è regolato in maniera ancora diversa. I livelli di sostanza, infatti, sono molto più alti rispetto a quelli della canapa light, e la somministrazione deve essere autorizzata e controllata da un medico. Per quanto riguarda la canapa light, invece, dati i bassi livelli di sostanze non c’è bisogno di alcuna prescrizione. Tuttavia ad oggi persistono ancora dubbi.
In discussione il disegno di legge per lo stop al “light”
Attualmente in Senato è infatti incardinato un procedimento per modificare la legge 2 dicembre 2016, n. 242, in materia di promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. La discussione delle modifiche è in commissione Industria. L’intento del Ddl, presentato lo scorso dicembre, è introdurre “il divieto di importazione e commercializzazione della canapa leggera a fini ricreativi ed equiparando la fattispecie al reato di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope“.
Si legge nel testo che lo stop “servirebbe a evitare che l’assunzione inconsapevolmente percepita come sicura e priva di effetti collaterali si traduca in un danno per sé stessi o per altri” ed a prevenire “uno sdoganamento e a una banalizzazione del rischio che il consumo di cannabis” tra i giovani.
Le affermazioni contenute nel Ddl si basano sul parere negativo espresso dal Consiglio superiore di sanità nel 2018, perché si considera non attentamente valutato il rischio “connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni“, come gravidanza e allattamento, presenza di alcune patologie e interazioni con i farmaci.