La bonifica dell’amianto è fondamentale per prevenire danni alla salute e all’ambiente che sono strettamente collegati fra loro. In questa pagina spiegheremo l’importanza della bonifica dell’amianto per la salute di chi frequenta quotidianamente uno stabile, per residenza o per lavoro; quali sono i rischi per la salute e per l’ambiente. Parleremo inoltre delle normative sulla bonifica dell’amianto, quali sono le buone pratiche per la protezione dei lavoratori ed esamineremo il processo di rimozione dell’amianto.
L’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e dell’Osservatorio Vittime del Dovere, da anni batte sui temi della prevenzione: bonifica dei luoghi contaminati e sorveglianza sanitaria ne fanno parte a pieno titolo. L’avv. Bonanni e le sue associazioni, inoltre, offrono consulenza gratuita di tipo tecnico, medico e legale per le vittime di amianto e i loro familiari; la consulenza è personalizzata ed in forma scritta. Serve a valutare se si ha diritto a particolari tutele da parte di Inail o Inps e/o ad un eventuale risarcimento danni. per ottenere la consulenza, basta chiamare il numero verde 800.034.294 oppure compilare il formulario con i propri dati per essere ricontattati.
Il processo di rimozione amianto avviene attraverso diverse tecniche: scegliere quella giusta è importante per ottenere il risultato migliore al fine di tutelare la popolazione e i luoghi. Tutte devono essere eseguite da ditte specializzate e autorizzate per non mettere in pericolo lavoratori e popolazione vicina ai siti contaminati. Nello specifico, parliamo di:
- Incapsulamento con sostanze impregnati o ricoprenti;
- Confinamento attraverso una barriera o una copertura di lastre isolanti;
- Rimozione con smaltimento in discariche autorizzate.
Bonifica amianto, la prevenzione può fermare la strage
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In Italia abbiamo numeri importanti che impongono una riflessione su quanto ci sia ancora da fare e su come sia necessario fare presto per fermare la strage silenziosa degli esposti. Sono più di 34 mila i siti contaminati. Le conseguenze disastrose dell’esposizione all’amianto sono state illustrate dall’avv. Bonanni nel testo “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“, che riporta il drammatico quadro italiano. Una mappa sempre aggiornata a disposizione della popolazione, per tutelarsi da esposizioni inconsapevoli, è costituita nella App Amianto, che tutti possono scaricare sui propri dispositivi.
La prevenzione primaria per eccellenza è la bonifica dei luoghi contaminati. Anche informazione e sensibilizzazione delle persone, nocnhé della politica nel farsi carico della questione sono azioni importanti. Il monitoraggio della salute rientra nella prevenzione secondaria e riguarda soprattutto gli esposti nel presente e nel passato: si tratta peraltro una delle prassi previste per la protezione dei lavoratori. Poi c’è la prevenzione terziaria con la tutela legale.
Tutti i livelli di prevenzione sono importanti, ma bonificare un sito contaminato significa eliminare la fonte di amianto, quindi l’agente patogeno che induce alla malattia e poi alla morte in migliaia di persone ogni anno. Solo nel 2021 sono stati censiti circa 7.000 decessi per malattie collegate all’asbesto e si contano nel nostro Paese oltre 40 milioni di tonnellate di amianto distribuite tra edifici pubblici, privati, impianti produttivi e molto altro.
Bonifica amianto, eliminare un killer silenzioso
L’amianto è un materiale altamente cancerogeno. La sua pericolosità sta nella sua composizione fibrosa, che può sfaldarsi e ridurlo in micro particelle (fibrille) che possono essere inalate o ingerite e creare gravi alterazioni a livello polmonare o in altre parti del corpo. I minerali di amianto sono sei e tutti sono cancerogeni: lo ha confermato la IARC nella sua monografia in cui li cita uno per uno.
L’amianto non perdona: è un assassino silenzioso che causa oltre 107mila decessi nel mondo ogni anno. Le malattie che provoca sono infatti molto gravi e tutte potenzialmente letali, come ad esempio i vari tipi di mesotelioma, tumori rari ma altamente letali, per i quali la diagnosi precoce è estremamente difficile e che comunque non li rende meno pericolosi. Di alcune patologie asbesto correlate la diagnosi è complessa perché hanno sintomi aspecifici, quindi spesso si scoprono ad uno stadio più avanzato di quello iniziale, come accade per i mesoteliomi per i quali però l’aspettativa di vita oggi si sta rialzando grazie ad un approccio multimodale alle terapie. Una forma di prevenzione importante è dunque anche quella secondaria (monitoraggio della salute), con screening e controlli medici regolari.
La protezione dei lavoratori dall’esposizione in Italia
La protezione dei lavoratori è fondamentale. Per la loro sicurezza in Italia esiste l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e, nei luoghi in cui è accertata la presenza di amianto, sono previste bonifiche, monitoraggi di salute specifici e controlli sulla concentrazione di amianto nell’ambiente regolari e attenti.
Le principali leggi sull’amianto sono contenute nel D.Lgs. 152/2006 (il cosiddetto Codice dell’ambiente) e nel D.Lgs. 36/2003 relativo alle discariche di rifiuti e nei relativi provvedimenti di attuazione. Inoltre l’Italia, che negli anni Ottanta è stata tra i maggiori produttori al mondo, si è dotata di un Piano Nazionale Amianto. Specifiche norme per la protezione dei lavoratori sono anche presenti nel Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs 9 aprile 2008, n.81), che al Capo III contiene regole specifiche in materia. Sul sito della Camera dei deputati ci sono tutti gli aggiornamenti della normativa in vigore.
L’Europa contro l’amianto, per la protezione dei lavoratori
Eliminare la fibra killer dalla circolazione è una priorità anche per l’Europa. Il Parlamento europeo ha infatti approvato, il 20 ottobre 2021, una Risoluzione per proporre alla Commissione europea alcuni passi da compiere in materia di rimozione dell’amianto. Innanzitutto l’aggiornamento della direttiva 2009/148/CE per la protezione dei lavoratori contro l’esposizione all’amianto. Inoltre ha proposto l’adozione di una direttiva quadro attraverso la quale sollecitare gli Stati membri ad elaborare strategie nazionali per la rimozione dell’amianto, sulla scia di una strategia europea anch’essa da avviare.
L’adozione di European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) che promuova a livello europeo la bonifica dell’asbesto dai luoghi di lavoro e ovunque, ha lo scopo di eliminare le esposizioni e quindi di prevenire altri decessi e malattie collegati all’amianto.
Inoltre la recente pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione Europea (udienza 30/03/2023) ha stabilito come la bonifica svolta da un Comune non dovesse essere considerata una prestazione soggetta all’IVA. Infatti l’attività non mira all’ottenimento di introiti aventi carattere di stabilità né implica alcun pagamento da parte dei residenti, poiché è stata finanziate da fondi pubblici.
Infine il 3 ottobre 2023 il Parlamento europeo ha deciso ulteriormente di “abbassare il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili“. Ha così modificato la direttiva 148/2009/CE, riducendo ancora il limite di soglia di esposizione per i lavoratori.
I rischi per la salute e per l’ambiente
L’amianto è in grado di produrre gravi rischi per la salute e per l’ambiente. I pericoli dell’amianto risiedono nell’esposizione ambientale, quando per esempio ci si trovi in presenza di affioramenti rocciosi in natura; oppure nell’inalazione o l’ingestione delle sue minuscole fibre, quando ci si trovi in un luogo in cui sia presente amianto deteriorato in dispersione.
Le malattie correlate all’asbesto possono derivare dall’esposizione ambientale ma più spesso dall’esposizione professionale. E possono essere sia di natura oncologica che non oncologica.
In tanti luoghi anche pubblici come scuole, ospedali, caserme, stazioni della metropolitana e mezzi di trasporto (es. le navi della Marina Militare), è ancora oggi presente amianto. Negli anni Settanta e Ottanta questo materiale era largamente utilizzato in edilizia, trasporti. Persino nella cosmesi, come accadeva per l’antofillite, uno dei sei minerali di amianto.
Asbestosi polmonare, tumore al polmone, placche e ispessimenti pleurici, i vari tipi di mesotelioma – pleurico, peritoneale, pericardico e testicolare – hanno un nesso causale diretto con l’amianto. Con la sentenza del processo Marina bis, è stato ulteriormente certificato il rapporto causale tra esposizione al cancerogeno e l’insorgenza della malattia. Le altre patologie multifattoriali, come il tumore al colon retto, allo stomaco, alla faringe e all’esofago prevedono l’onere della prova a carico del lavoratore, perché hanno un nesso causale con l’asbesto considerato minore (Lista II e III dell’Inail).
Bonifica amianto: le tre tecniche
Il termine più usato per indicare l’amianto è eternit, che indica il materiale e il nome commerciale del prodotto usato per numerose tettoie e coperture. L’Italia ne era Paese produttore: fino al divieto con la legge 257/92 sono state 3.748.550 le tonnellate prodotte. Oggi fortunatamente si usano materiali alternativi.
L’amianto compatto comporta rischi relativi: può essere smantellato e rimosso dal luogo in cui è stato installato senza grossi problemi. Quello più pericoloso è l’amianto friabile: deve essere prima incapsulato, perché ad alta dispersione di fibre, caratteristica comune ai sei minerali. Se l’amianto è danneggiato, scatta l’obbligo di segnalazione all’autorità sanitaria.
La raccomandazione è comunque quella di agire a prescindere dalle condizioni in cui si trovi l’amianto: esso infatti con il tempo potrebbe deteriorarsi e causare danni irreversibili alla salute delle persone e all’ambiente. Il problema dello sfaldamento dei materiali si è infatti spesso posto molti anni dopo l’utilizzo dell’amianto nel settore edile. La pericolosità dell’eternit c’è infatti quando esso inizia a sfaldarsi per colpa delle intemperie o dell’incuria. Il legislatore ha oggi il compito di incentivare le bonifiche con finanziamenti e agevolazioni. Delle bonifiche si possono occupare soltanto ditte specializzate ed iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali nell’apposito registro.
La bonifica dei luoghi in cui è presente asbesto è più che mai urgente: a distanza di 30 anni, il cemento sta perdendo le sue qualità aggrappanti e ciò permette il rilascio di amianto in fibre sempre più piccole (fibrille), che restano sospese nell’aria per ore o trasportate dal vento. Esse possono essere respirate o ingerite, con gravi danni alla salute. Corrono il maggiore pericolo gli esposti inconsapevoli, perché privi di qualunque difesa o protezione. Per prevenire queste situazioni, l’ONA ha messo a disposizione di tutti, l’App Amianto, per individuare con facilità luoghi contaminati e fare segnalazioni.
Incapsulamento: amianto in trappola
L’incapsulamento è la prima delle tecniche di bonifica amianto e prevede lo spargimento di sostanze ricoprenti o impregnanti sui materiali che contengono amianto friabile e danneggiato. Questo impedisce alle fibre di essere rilasciate liberamente e quindi che si disperdano nell’ambiente. I prodotti impregnanti penetrano sull’intera superficie da bonificare; i prodotti ricoprenti invece formano soltanto una pellicola in superficie. Spesso sono usati in concomitanza per ottenere un effetto più sicuro ed efficace.
L’incapsulamento dell’amianto è una tecnica di bonifica abbastanza economica (tra i 15 e i 25 euro al metro quadro) e veloce. Si applica quando l’amianto è relativamente ancora in buone condizioni (altrimenti l’intervento potrebbe rivelarsi inutile) e si trova in luoghi poco accessibili. L’incapsulamento permette di ridurre quasi a zero le possibilità di dispersione dell’amianto nell’ambiente. “Quasi” a zero perché comporta una controindicazione: se il materiale di incapsulamento non è resistente, l’asbesto può comunque può subire danni a causa di sollecitazioni e danneggiamenti e fuoriuscire.
A chiedere la bonifica dell’amianto tramite incapsulamento deve essere, in maniera esplicita, il proprietario della struttura. L’azienda incaricata dovrà consegnargli un attestato che certifica lo svolgimento dei lavori secondo norma di legge (D.M. del 20 agosto 1999). In seguito ai lavori, poi, dovrà essere eseguita una regolare manutenzione per evitare pericolosi logoramenti.
- Vantaggi: soluzione veloce, costi contenuti, minori rischi per gli addetti ai lavori, zero rifiuti
- Svantaggi: rischio di un secondo intervento per logoramento o necessità di smantellamento
Confinamento: amianto ridotto in zone circoscritte
Il confinamento è la seconda delle tecniche di bonifica che consiste nell’installare una barriera in modo che il materiale fibroso risulti isolato, lasciando fruibile la parte restante dell’edificio. Questa tecnica si applica quando è necessario isolare amianto che sia ancora in condizioni accettabili, in zone circoscritte che si trovano in luoghi ampi (come ad esempio un capannone industriale), e quando non sia possibile rimuoverlo del tutto. Per essere eseguito in sicurezza e ridurre il rischio di diffondere particelle dannose, il confinamento necessita di un incapsulamento preventivo.
La procedura di confinamento prevede l’installazione di una sovracopertura di protezione sull’amianto già incapsulato con almeno uno strato. L’incapsulamento preventivo si effettua per impedire alle fibre di amianto di disperdersi. Solo ditte specializzate possono eseguire le bonifiche di amianto. Anche l’intervento di confinamento, così come l’incapsulamento, va coordinato con la Asl di riferimento. Saranno effettuati dei sopralluoghi per valutare la situazione e sarà redatto un piano di lavoro. Poi si procederà alla posa del materiale. Da valutare attentamente è la capacità della struttura di reggere il peso, anche per lungo tempo, delle lastre isolanti che andranno ad essere posate: il rischio è infatti, in caso contrario, di pericolosi cedimenti.
- Vantaggi: blocco totale della fuoriuscita di amianto; zero rifiuti tossici; costi inferiori rispetto alla rimozione; rapidità di intervento; possibilità di utilizzo degli stessi spazi ma finalmente in sicurezza
- Svantaggi: costi superiori rispetto all’incapsulamento; controllo e manutenzione regolari per evitare danni e valutare lo stato dei luoghi e la sicurezza degli spazi
Rimozione e smaltimento: bonifica amianto radicale
La rimozione dell’amianto è la terza delle tecniche di bonifica: è la più efficace, perché elimina il problema alla radice. Togliere del tutto l’amianto ed avviarlo allo smaltimento significa infatti far venire meno la fonte di pericolo in modo definitivo. Si tratta di una soluzione radicale e definitiva perché non comporta ulteriori procedimenti successivi a quello di smantellamento.
Come si può facilmente immaginare, la tecnica di rimozione amianto è una procedura molto delicata perché prevede un lavoro a stretto contatto con la sostanza nociva e un alto rischio di dispersione delle fibre se l’amianto è molto friabile o danneggiato. Importantissimo è dunque il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dalla legge ed affidarsi ad una ditta adeguatamente attrezzata e con tutte le autorizzazioni necessarie per procedere.
La procedura di bonifica amianto per la rimozione inizia anche in questo caso con l’incapsulamento dei materiali. Questi ultimi saranno poi smontati e trasportati in una area il cui accesso resterà delimitato e interdetto ai non addetti ai lavori. Mentre è in corso la demolizione, si procede alla contestuale aspirazione delle polveri. Tutto il materiale rimosso sarà avviato in discariche dotate di apposita autorizzazione. Al termine dei lavori si procederà al monitoraggio del livello di amianto eventualmente ancora presente. Una volta accertato che l’area è stata completamente bonificata, la Asl rilascerà la certificazione di restituibilità, ossia quel documento atto a certificare l’effettiva bonifica dei luoghi in cui era presente amianto friabile. Questa certificazione permette all’area interessata di essere considerata di nuovo fruibile, con tutte le caratteristiche di abitabilità e di agibilità necessarie.
- Vantaggi: eliminazione definitiva del problema;
- Svantaggi: procedura delicata e pericolosa per potenziale rischio di esposizione; costi elevati
Orientamento e assistenza bonifica amianto
Da quando l’amianto è diventato illegale sul territorio nazionale, pochissimi hanno provveduto alla rimozione di questo materiale. Lo Stato è quindi intervenuto per incentivare le bonifiche, che però ancora stentano a decollare. Eppure mettere in sicurezza luoghi e persone è fondamentale per prevenire danni irreparabili alla salute e all’ambiente.
Chi ha intenzione di bonificare zone di propria competenza dall’amianto, deve sapere che lo Stato mette a disposizione diversi tipi di agevolazioni.
- eco bonus, valido per l’isolamento o per lo smantellamento di amianto o altre sostanze tossiche
- bonus ristrutturazioni, soprattutto per i privati che devono bonificare le proprie case
- credito d’imposta, per le aziende che prima del divieto del ’92 hanno lavorato con l’amianto o che l’hanno prodotto.
L’Osservatorio Vittime del Dovere e l’ONA possono offrire assistenza e tutela legale a tutti coloro che hanno bisogno di maggiori informazioni sull’amianto e i suoi rischi; in particolare a coloro che sono esposti e che hanno subìto esposizione in passato ad amianto o altre sostanze nocive.
Puoi chiedere una consulenza gratuita contattando i seguenti numeri o compilando il form in questa pagina.