L’artrite reumatoide ha una nuova arma a disposizione. Tocilizumab, un farmaco innovativo per il trattamento di questa malattia debilitante, è ora disponibile come biosimilare. Questa versione, che può essere autosomministrata per via sottocutanea una volta a settimana, rappresenta una svolta significativa nella gestione dell’artrite reumatoide
Conosciamo l’artrite reumatoide
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L‘artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica che colpisce principalmente le articolazioni, causando infiammazione, dolore, gonfiore e progressiva limitazione dei movimenti. A causarla, un’errata risposta del sistema immunitario che attacca le membrane sinoviali delle articolazioni, portando a infiammazione cronica e danni articolari progressivi.
La condizione, può influenzare non solo le articolazioni, ma anche altri organi come la pelle, gli occhi e i polmoni.
Nonostante sia più comune nelle persone anziane, può manifestarsi a qualsiasi età, anche nei bambini (artrite reumatoide giovanile).
L’attività fisica regolare e una dieta equilibrata possono contribuire a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Secondo dati ufficiali, colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, con una prevalenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
I sintomi caratteristici includono:
Dolore e gonfiore delle articolazioni, spesso simmetricamente distribuito (ad esempio entrambe le mani, entrambe le ginocchia);
Ridotta capacità di movimento delle articolazioni colpite;
Rigidità articolare, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività;
Debolezza generale, stanchezza e febbre bassa.
Diagnosi e patogenesi
La diagnosi si basa su una combinazione di sintomi, esami fisici, analisi del sangue (per esempio per la presenza di fattori reumatoidi e anticorpi anti-peptidi citrullinati) e talvolta esami di imaging come le radiografie.
Trattamenti attuali
Il trattamento dell’artrite reumatoide mira a ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore, migliorare la funzionalità articolare e prevenire danni permanenti alle articolazioni. I trattamenti attuali includono:
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che riducono il dolore e l’infiammazione;
Farmaci modificatori della malattia antireumatici (DMARD) come il metotrexato e il sulfasalazina, sono utilizzati per rallentare la progressione della malattia;
Inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) come l’etanercept e l’infliximab, che bloccano il TNF, una proteina che contribuisce all’infiammazione;
Terapie biologiche come il tocilizumab e il rituximab, che mirano a modulare specifici componenti del sistema immunitario.
Oggi però, è in arrivo una novità.
Nuovo Tocilizumab biosimilare: innovazione nel trattamento dell’artrite reumatoide
Nel corso di evento che si è svolto lo scorso 10 giugno a Roma, alla Fondazione Sturzo, esperti del settore farmacologico, clinico e rappresentanti dei pazienti, hanno evidenziato il potenziale positivo di un trattamento più accessibile e efficace: il tocilizumab biosimilare.
“Tocilizumab rappresenta un’importante evoluzione nella medicina personalizzata, consentendo un trattamento mirato per i pazienti con artrite reumatoide”, ha spiegato il Prof. Maurizio Rossini dell’Università di Verona. “La disponibilità del biosimilare non solo aumenta la sostenibilità della spesa farmaceutica, ma offre anche un’opzione terapeutica preziosa, soprattutto nelle regioni che adottano il biosimilare come trattamento di prima linea“.
Ma cosa vuol dire esattamente “biosimilare”?
Caratteristiche dei farmaci biosimilari
Il termine si riferisce a un tipo di farmaco biologico che è molto simile a un farmaco biologico già approvato, noto come farmaco di riferimento o originatore.
Pur non essendo una copia esatta del farmaco originatole, come avviene per quelli generici, presenta le stesse proprietà fisico-chimiche, efficacia clinica, sicurezza e immunogenicità (tendenza a provocare una risposta immunitaria) molto simili a quelle del farmaco di riferimento.
Per essere approvato, deve passare attraverso rigorosi studi comparativi che ne dimostrano la biosimilarità rispetto al farmaco di riferimento. Questi studi includono analisi dettagliate della struttura e della funzione, nonché studi clinici.
Vantaggi dei farmaci biosimilari
Questi trattamenti tendono a essere meno costosi rispetto ai farmaci biologici originatori, poiché la ricerca sfrutta conoscenze già disponibili sul farmaco di riferimento. E questo è un fattore molto importante. A sottolinearlo, uno studio condotto dal CEIS dell’Università di Roma Tor Vergata, secondo cui la malattia comporta un costo annuo complessivo superiore ai due miliardi di euro. Questa cifra comprende il 45% attribuito a costi diretti sanitari, che ammontano a 931 milioni di euro, mentre i pazienti sostengono circa 205 milioni di euro in termini di costi diretti. Inoltre, si stima che i costi indiretti, come le prestazioni previdenziali e la perdita di produttività per giornate lavorative perse, rappresentino circa novecento milioni di euro. Ma veniamo al farmaco in questione.
Ruolo del Tocilizumab biosimilare nel trattamento dell’artrite reumatoide
Il tocilizumab biosimilare è un anticorpo monoclonale che agisce inibendo selettivamente i recettori dell’interleuchina-6, responsabile dell’infiammazione articolare.
Questa innovativa opzione terapeutica non solo promette efficacia nel contrastare la malattia, ma offre anche un’importante convenienza grazie alla sua somministrazione settimanale sottocutanea, che rende la terapia meno invasiva e più comoda per i pazienti.
Il Professor Pierluigi Navarra dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha sottolineato l’ampia esperienza clinica del tocilizumab, confermando il suo profilo di sicurezza a lungo termine e la sua efficacia sia in monoterapia che in combinazione con il metotrexato.
Un farmaco sicuro?
Nonostante i benefici evidenti, l’adozione dei farmaci biosimilari ha inizialmente suscitato alcune preoccupazioni tra le associazioni dei pazienti riguardo alla qualità e all’affidabilità dei trattamenti. La dottoressa Teresa Petrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab dell’ALTEMS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha enfatizzato l’importanza di una corretta informazione e della libera scelta terapeutica da parte dei medici, assicurando ai pazienti che i biosimilari mantengono gli stessi standard qualitativi dei farmaci originali.
Antonella Celano, presidente dell’APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), ha accolto positivamente l’arrivo del tocilizumab biosimilare nel panorama terapeutico, evidenziando come questa nuova opzione permetta di ampliare l’accesso al trattamento, migliorando sostanzialmente la disponibilità del farmaco per chi ne ha bisogno. Questo progresso, frutto di venti anni di ricerca scientifica in reumatologia, dimostra come l’arsenale terapeutico disponibile per le artriti infiammatorie croniche stia continuamente evolvendosi verso soluzioni più innovative e accessibili.