La volontà di vedere i figli eccellere in ogni campo della loro vita può trasformarsi in una fonte di ansia nei bambini.
Quando un ambiente familiare è eccessivamente concentrato e focalizzato sulla performance può causare effetti profondi e duraturi sul benessere del bambino. Questo accade in virtù del complesso legame esistente tra genitori e figli, determinante nella vita di ogni individuo.
La società odierna è sempre più competitiva, il successo sembra legato a risultati oggettivi e quantificabili. Ecco perché alcuni genitori possono scambiare l’alto rendimento scolastico e le prestazioni eccellenti dei figli come l’unica maniera per valutare la loro realizzazione.
Quando, però, le richieste superano le capacità del bambino, vi è il forte rischio di ricadute emotive e psicologiche di difficile gestione per il minore.
Le conseguenze negative possono articolarsi su più fronti
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La pressione eccessiva dei genitori può anche portare i bambini a sviluppare un perfezionismo esasperato.
«Così facendo è probabile che i figli non saranno poi capaci di accettare errori e fallimenti e potranno sperimentare più frequentemente senso di insicurezza e frustrazione». Così Marianna Scollo Abeti, psicologa psicoterapeuta, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer Irccs.
Umore negativo e isolamento sociale, insoddisfazione e paura del fallimento possono condurre a un tono dell’umore costantemente negativo.
Sentirsi costantemente giudicati e sotto pressione può portare verso l’isolamento sociale per la paura del confronto con gli altri. Ma anche per la rinuncia a momenti di svago per concentrarsi prevalentemente sulle prestazioni richieste in famiglia.
È importante, quindi, cercare di arginare questi effetti negativi delle aspettative genitoriali ricordandosi di valorizzare l’unicità del bambino e le sue naturali inclinazioni.
Bisogna ascoltare le sue esigenze e la sua sensibilità, enfatizzando il valore dello sforzo a prescindere dal risultato.
Genitori, comportamenti di supporto e pressione
Il coinvolgimento dei genitori si articola in due dimensioni: comportamenti di supporto e pressione.
«Per capire meglio di cosa si tratta – continua Scollo Abeti – potremmo dire che il supporto è rappresentato da comportamenti o commenti. Come ad esempio scegliere buone opportunità, partecipare agli allenamenti e alle competizioni del bambino, dimostrare piacere, offrire lodi o feedback sulla prestazione. La pressione, invece, è rappresentata da comportamenti o commenti destinati a suscitare risposte e risultati che sono importanti per il genitore. Ma che producono aspettative elevate o addirittura irraggiungibili nella mente dei bambini. La pressione può manifestarsi in comportamenti evidenti, come i genitori che spingono il loro figlio a fare più allenamenti. Oppure – aggiunge l’esperta – a giocare a un livello più avanzato, o in comportamenti nascosti, come gli sguardi di delusione dei genitori dopo una prestazione deludente».
Ansia nei bambini spesso causata da pressioni eccessive
I genitori altamente coinvolti nelle attività dei figli possono essere percepiti come fornitori di livelli adeguati di incoraggiamento e supporto. Oppure come esercitanti una pressione eccessiva.
Il rischio di quest’ultima è che i bambini si preoccupino solamente di soddisfare le aspettative dei genitori, creando uno stato di stress continuo e innalzando fortemente i livelli di ansia.
Se valutati solamente in base alle loro prestazioni i bambini rischiano di sviluppare una bassa autostima, sentimenti di angoscia e colpa. E di conseguenza un calo del divertimento e della motivazione.
«Il messaggio che ricevono è che il loro valore dipende solamente dai risultati che ottengono e non dalle loro qualità personali. Al contrario, la partecipazione dei genitori caratterizzata da lodi e comprensione promuove un aumento del divertimento e della motivazione», conclude Scollo Abeti.