Sanità pubblica

Un conto salatissimo. È quello che i cittadini/contribuenti italiani dovrebbero pagare per curarsi se fosse soppresso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Ipotesi non proprio remota, considerato lo stato disastroso in cui versa e le politiche inadeguate messe in campo negli ultimi anni. Il futuro non appare roseo, ad oggi manca, infatti, la volontà di dare un impulso risolutivo alla sanità pubblica.

Per questi motivi, il sindacato dei medici dirigenti della sanità pubblica Anaao Assomed ha pubblicato i costi delle prestazione a carico del SSN, spesso ignorati.

«Le decisioni in tema di sanità di chi ci governa – fa sapere il sindacato – avranno inevitabili e pesanti ripercussioni sulle tasche dei cittadini. Se non ci fosse più il SSN, che oggi grava sui cittadini solo per la fiscalità generale, il conto delle cure sarebbe assai salato».

Senza il SSN si spenderebbero migliaia di euro per curarsi

Secondo l’Anaao, i costi a carico del paziente in caso di ricovero sarebbero altissimi se non ci fosse il SSN. Ecco alcuni esempi: 1200 euro l’ora per la sala operatoria, 600 al giorno per la degenza in un reparto chirurgico. E ancora, 400 al giorno per la degenza in un reparto di medicina e 165 al giorno per ricovero ordinario post acuzie.

Nel caso degli interventi chirurgici, la ricerca Anaao ha preso come esempio la procedura di asportazione della colecisti in laparoscopia. Si va da 3300 a 4000 euro a seconda della complessità, a cui si aggiunge la parcella del chirurgo, che si aggira dalle 3000 alle 10mila euro.

«Tutto questo con il Servizio sanitario nazionale è gratuito, incluso nel costo che paga il cittadino con la fiscalità generale. Vogliamo conservare il servizio sanitario pubblico e universalistico o siamo disposti a pagare queste cifre per curarci?», si chiede il sindacato.

Lo sfascio della sanità pubblica e i fondi insufficienti

La sanità pubblica è oggi minacciata in special modo dal «cronico insufficiente finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale», scrive il sindacato. Ma anche dall’autonomia differenziata, dall’eccessiva frammentazione regionale e territoriale «che subordina il diritto alla salute alla residenza. Ciò causa drammatiche differenze di aspettativa di vita e degradanti viaggi della speranza. E poi la mancanza di riforme organiche nazionali del servizio sanitario che affrontino i cambiamenti demografici e sociali in cui siamo immersi. A questo si aggiungono la carenza di personale e l’incremento vertiginoso dei costi di tutte le attività sanitarie».

«Siamo in una fase rischiosa per la tutela del diritto alla salute e le cause hanno radici antiche moltiplicatesi nel tempo», accusa il sindacato. Per questo, chiama in causa Governo, Regioni e Istituzioni per sapere «quale parte del Pil siamo disposti a destinare alla salute delle persone». 

Esempio delle spese da sostenere per prestazioni nel privato

Dalla ricerca effettuata dall’Anaao, emergono i seguenti costi:

  • ricovero nel privato da una bassa a un’alta complessità assistenziale, da 422 a 1.278 euro al giorno;
  • altri costi a carico del paziente in caso di ricovero nel privato, 1200 euro l’ora per la sala operatoria, 600 euro al giorno per la degenza in un reparto chirurgico, 400 euro al giorno per la degenza in un reparto di medicina, 165 euro al giorno per ricovero ordinario post acuzie;
  • Check up cardiologico nel privato, 775 euro (con mammografia) per donna >40 anni, 694 euro (con mammografia) per donna <40 anni, 345 euro per uomo <40 anni, 395 euro per uomo >40 anni.