118 inno

L’infermiere e soccorritore Christian Manzi torna con un nuovo pezzo, l’Inno all’infermiere. Ha già all’attivo anche l'”Inno ai ragazzi del 118“, uscito nel 2016 e che fu un vero successo, con migliaia di visualizzazioni sul web e poi anche sulle tv nazionali e la partecipazione nella categoria sociale di Tu si Che Vales; oltre alla canzone per il rispetto delle regole anticovid, a cui parteciparono numerosi colleghi, andata anche sulla trasmissione “I Fatti Vostri“.

L’Inno all’Infermiere è un modo per descrivere il lavoro che svolgono migliaia di professionisti della salute ogni giorno. Perché di professionisti si tratta, anche se ancora troppo spesso sottovalutati, non considerati, o nel peggiore dei casi aggrediti sul posto di lavoro.

Il nuovo video, uscito da poche ore, sta già riscuotendo successo. Lo stile è pop. Eccolo.

“Inno all’Infermiere”, Christian Manzi

Inno all’infermiere: “Non è una missione, ma una professione”

Manzi e una collega

Christian Manzi è un infermiere di lunga esperienza, ha lavorato per molti anni a Latina – che infatti è teatro del primo clip, tra Piazza Moro e Piazza Ilaria Alpi, dove c’è la postazione del 118 dove lavorava con i colleghi. Ora Manzi è infermiere al pronto soccorso pediatrico del S. Eugenio di Roma, ma prosegue la sua collaborazione con il 118 e, soprattutto, continua a fare informazione e corsi di primo soccorso in giro per l’Italia. In molti casi sono tavoli tecnici con le associazioni di ambulanze per portare testimonianza del lavoro sul territorio.

Come è nato l’Inno all’infermiere?Anche stavolta durante un turno di notte, dopo l’ennesima battuta di un paziente, o meglio genitore di un paziente. Il testo è venuto giù subito: volevamo ricordare ancora una volta che l’infermiere non è il portaborse del medico. E’ invece una figura professionale molto specifica, con autonomia decisionale: è un professionista“.

Insomma, dopo il Covid la gente si è un po’ dimenticata degli infermieri. C’è un po’ una voglia di riscatto e di ricordare a tutti chi siete e cosa fate.La pandemia è stata un periodo difficile, ma non siamo solo gli angeli della corsia”. La canzone descrive in modo specifico la figura dell’infermiere, che è l’anello portante della sanità. Chiunque arrivi in ospedale, per sé o per andare a trovare un parente ricoverato; se chiami il 118; oppure se chiedi anche soltanto informazioni in una struttura sanitaria, avrai sempre il primo approccio con un collega infermiere. L’infermiere ti fa il tampone, ti somministra la terapia, ti stabilizza e ti assegna il codice al triage del pronto soccorso, ti invia dallo specialista. La prima valutazione del paziente è sempre dell’infermiere“.

Aggressioni al personale sanitario, ancora dati preoccupanti

L’OMS – Organizzazione mondiale della sanità nei mesi scorsi ha tracciato un bilancio aggiornato delle aggressioni al personale sanitario, segnalando che fino al 38% degli operatori sanitari, nel corso della sua carriera, ha subìto qualche forma di violenza fisica. Ancora di più sono coloro che subiscono aggressioni verbali. E sono principalmente infermieri, soprattutto se lavorano nei pronto soccorso.

Il Ministero della Salute ha specificato, inoltre, che in Italia si sono verificati quasi 5.000 episodi negli ultimi tre anni. E che in 7 casi su 10, parola di ministro Orazio Schillaci che cita i dati Inail, la vittima è una donna. Dopo gli infermieri , il primato è degli operatori socio-sanitari (29%) e infine dei medici (3%). La stima è di 125mila episodi all’anno che invece non vengono denunciati.

Io stesso ho subìto, otto anni fa, una grave aggressione: per poco non ho perso un timpano. Quando lavoravo al 118, un genitore mi diede un pugno mentre soccorrevo il figlio dopo una crisi convulsiva. Si giustificò dicendo che si sentì preso in giro, perché gli sembrava morto; persi i sensi ed alla fine i colleghi dovettero portare me al pronto soccorso” – racconta Manzi.

La canzone ha un obiettivo a 360 gradi, ma per le aggressioni c’è un ulteriore progetto in cantiere. Manzi sta lavorando con dei colleghi del 118 di Locri ad un documentario contro la violenza. E sempre per informare le persone sul lavoro svolto dagli infermieri in qualità di professionisti della salute e dell’emergenza. “Gli infermieri salvano la vita, basta aggressioni“.