L’allattamento al seno riduce il rischio asma e obesità rispettivamente del 30% e del 34%.

In Italia, i bambini allattati esclusivamente al seno fino a 4/5 mesi sono appena 3 su 10. Gli studiosi rilanciano, pertanto, l’importanza dell’allattamento per la salute del bambino, poiché il latte materno limiterebbe la possibilità di contrarre infezioni respiratorie, otite, malattie infiammatorie intestinali. Ma anche diabete di tipo 1 e persino leucemia.

A confermarlo è una nuova revisione sistematica pubblicata su “Pediatrics” dai ricercatori del Kaiser Permanente Center for Health Research di Portland e dell’Università di Washington. La pubblicazione è basata su 29 revisioni sistematiche e 145 studi originali condotti dal 1940 al 2024.

Il lavoro conferma che i benefici dell’allattamento al seno sono ben documentati. E mostra che, anche se non è definito con precisione quanti siano i mesi necessari per ottenere gli effetti protettivi, i vantaggi crescono con la durata dell’allattamento.

L’Italia fatica a promuovere l’allattamento al seno

Nonostante le evidenze scientifiche, l’Italia fatica a promuovere efficacemente l’allattamento al seno. Secondo i dati del “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni” dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la percentuale dei bimbi allattati esclusivamente al seno è molto bassa. Ciò è in contrasto con quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Secondo il presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) Rino Agostiniani è necessario «uno sforzo collettivo per garantire alle madri il diritto di scegliere davvero».

I risultati della revisione rilevano una riduzione del rischio di:

  • Asma fino al 30%.
  • Obesità tra il 15% e il 34% nei bambini tra 2 e 12 anni.
  • Leucemia infantile fino al 23%.

Emerge, inoltre, un effetto protettivo contro otite media, infezioni gastrointestinali e mortalità infantile, incluso il rischio di morte improvvisa (SIDS).

«È fondamentale che le famiglie siano sostenute e informate correttamente, senza pressioni o sensi di colpa, per poter fare scelte consapevoli e serene». Lo afferma Guglielmo Salvatori, responsabile del Tavolo Tecnico Allattamento (SIP).

Allattamento, ampia variabilità regionale

I dati sull’allattamento rivelano un’ampia variabilità regionale: si va dal 13,5% in Sicilia al 43,2% nella Provincia autonoma di Trento e nel Friuli-Venezia Giulia.

«L’allattamento è una delle prime grandi azioni preventive che possiamo offrire a ogni bambino – sottolinea Agostinianima troppo spesso le madri non ricevono il supporto necessario. Questo può accadere in ospedale, nei consultori o nei luoghi di lavoro. Se vogliamo davvero investire nella salute dell’infanzia, dobbiamo creare le condizioni per rendere possibile l’allattamento, rispettando la libertà di scelta, ma eliminando ostacoli, solitudini e disuguaglianze».  

L’allattamento riduce il rischio di asma e obesità

Aumentare i tassi di allattamento potrebbe salvare migliaia di vite ogni anno.

Non si deve sottovalutare che nel primo periodo di crescita del bambino gli anticorpi contenuti nel latte materno proteggono dalle malattie e dalla morte. Ciò è particolarmente importante durante le emergenze, poiché l’allattamento assicura una fonte di cibo nutriente e accessibile.

Da ricordare, inoltre, che l’allattamento riduce il peso delle malattie pediatriche e il rischio di alcuni tipi di cancro e di malattie non trasmissibili per le madri. In particolare riduce il rischio di asma e obesità.

Si stima che 4,5 miliardi di persone – più della metà della popolazione mondiale – non abbiano una copertura completa dei servizi sanitari essenziali. Sono, dunque, troppe le donne che non ricevono il sostegno necessario per allattare i neonati nel modo migliore.