Un paziente ha suonato il sax durante un intervento in awake surgery (chirurgia da sveglio), al Paideia International Hospital di Roma. Il paziente, affetto da tumore cerebrale, è stato operato sotto la guida del dottor Christian Brogna. Esperto internazionale di chirurgia dei tumori complessi e “awake surgery”, Brogna ha diretto l’équipe che ha rimosso la neoplasia senza compromettere le funzioni neurologiche del paziente. L’intervento è durato nove ore.
“La complessità architettonica e la sua notevole plasticità, rendono il cervello di ognuno di noi molto diverso l’uno dall’altro” – ha spiegato. “Ogni cervello è unico, come lo è ogni persona. La neurochirurgia da sveglio (awake surgery) consente di mappare con estrema precisione durante l’intervento chirurgico i network neuronali che sottendono alle diverse funzioni cerebrali come suonare, parlare, muovere, ricordare, contare. L’obiettivo della chirurgia da sveglio è quello di rimuovere il tumore cerebrale o una malformazione vascolare come i cavernomi situati in aree specifiche del cervello, preservando la qualità di vita del paziente“.
Anche all’ospedale di Cremona, lo scorso dicembre, un altro paziente aveva suonato durante un intervento da sveglio. In quel caso, però, la pianola. Anche in quell’occasione si trattava della rimozione di un tumore al cervello; l’équipe era stata diretta dal dottor Antonio Fioravanti. La Asl di Cremona aveva girato anche un video, poi pubblicato su YouTube.
Awake surgery, una tecnica “salva-cervello”
La awake surgery è una tecnica moderna di chirurgia che, per dirla in parole semplici, si potrebbe definire salva-cervello. Permette infatti di intervenire sui tumori cerebrali, consentendo l’asportazione del massimo della lesione ed allo stesso tempo di salvaguardare alcune aree specifiche che regolano il linguaggio, il movimento e altre funzioni cognitive superiori. Ecco perché è utile operare da sveglio il paziente: con le aree del cervello attivate durante l’attività, si genera una mappatura precisa del cervello; grazie agli stimoli quindi il neurochirurgo potrà evitare di danneggiare quelle aree.
“Ogni intervento in chirurgia da sveglio – ha spigato ancora Brogna – non solo permette di ottenere il massimo risultato in termini di asportazione della patologia, ma è una vera scoperta. Ci offre ogni volta una finestra sul funzionamento di quest’organo affascinante, ma ancora per molti versi misterioso, che è il cervello“.
Sono alcuni anni che in Italia si svolgono interventi simili. Il paziente resta vigile e risponde a test prestabiliti, posti dal neuropsicologo, al fine di monitorare l’integrità delle capacità di linguaggio e di movimento. Non tutti però possono beneficiare di questo tipo di intervento: innanzitutto bisogna valutare il tipo di tumore, poi anche i relativi tempi di preparazione (in genere piuttosto lunghi); infine conta anche la predisposizione del paziente a gestire l’ansia e la paura dell’intervento stesso.