Infermiere non vaccinato contro il Covid, ha fatto finta di esserlo pur non perdere il posto di lavoro; ma è stato scoperto ed ora è stato sospeso. I fatti sono accaduti in Abruzzo, dove la Digos de L’Aquila, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha notificato al sanitario un decreto di sequestro preventivo e la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale.
L’indagine era partita da una segnalazione dell’Ordine delle professioni infermieristiche de L’Aquila, che si era accorta che la documentazione presentata dall’infermiere era fasulla. Poi le verifiche: l’infermiere non si sarebbe mai sottoposto alle vaccinazioni obbligatorie e per non essere sospeso avrebbe prodotto la falsa documentazione all’azienda sanitaria. Le somme percepite per il lavoro sono dunque state oggetto di sequestro e nei suoi confronti è scattata la sospensione dall’esercizio della professione infermieristica.
Infermiere non vaccinato: caso non isolato
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Le ipotesi formulate dalla procura nei confronti dell’infermiere abruzzese, naturalmente, dovranno essere vagliate nel corso del procedimento. Il suo è un caso particolare, ma non isolato per quel che riguarda l’inottemperanza all’obbligo vaccinale. In Italia sono infatti migliaia le persone sospese dal lavoro, tra cui molti appartenenti al sistema sanitario nazionale. Lo scorso dicembre i carabinieri del Nas, sempre in Abruzzo, nell’ambito dei controlli sul green pass, a Pescara avevano trovato una pediatra che ne era sprovvista e altre sette persone ad Avezzano: un dirigente veterinario, tre infermieri e tre operatori socio assistenziali.
Proprio nei giorni scorsi, l’Ordine degli infermieri di Trento ha sospeso circa 100 iscritti non vaccinati. Il quadro regionale, ora dunque è piuttosto drammatico: le Rsa si stanno rivolgendo all’estero per colmare la carenza di personale. Arrivano soprattutto da Albania, Ucraina e Sud America. Anche a Rimini, nei mesi scorsi, si era verificato un problema simile a causa di un centinaio di sospensioni.
Nel frattempo, a seguito delle recenti sentenze del Tribunale di Arezzo (che ha riabilitato una psicologa non vaccinata) e del Tar della Lombardia che ha rinviato la normativa (che lascia senza lavoro e stipendio i non vaccinati) alla valutazione della Consulta per possibile anticostituzionalità, iniziano a moltiplicarsi i ricorsi dei sanitari sospesi. “La scelta legislativa di una preclusione assoluta alla percezione di una forma minima di sostegno temporaneo alla mancanza di reddito sembra essere andata di gran lunga oltre il necessario per conseguire l’obiettivo di tutela” – hanno scritto i giudici amministrativi lombardi.
Ordini professionali: “I non vaccinati sono una minoranza”
I casi sono migliaia, ma gli ordini professionali non ci stanno all’attribuzione di un’etichetta sul personale sanitario come no-vax. “I non vaccinati sono una minoranza: 4.432 su 468.411, meno dell’1%”. A fornire il dato era stato, lo scorso giugno, lo stesso Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO – Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Era il numero dei medici e degli odontoiatri italiani all’epoca sospesi dagli albi perché non vaccinati contro il Covid.
Secondo i dati della Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche), gli infermieri sospesi perché non vaccinati sarebbero circa 6000 (dato di agosto 2022), esclusi i 2000 che nel corso dei mesi si sono vaccinati; questo numero rappresenta lo 0,9% degli infermieri italiani.