In Italia si continua a morire ancora di amianto. Non è una tragedia del passato, è una condanna che si consuma ogni giorno: settemila morti solo nell’ultimo anno, sessantamila in dieci anni. Numeri che, da soli, raccontano di una guerra spietata.

Oggi, 28 aprile, il Paese celebra la Giornata mondiale delle Vittime dell’amianto. E l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, è un punto di riferimento internazionale da oltre 30 anni nella lotta a questo terribile killer.

L’appello a Giorgia Meloni per la messa al bando globale dell’amianto

Ezio Bonanni, in un video su ONA News ha reso pubblico un appello necessario e fondamentale: “Rivolgiamo un appello al Premier Giorgia Meloni per la messa al bando globale dell’amianto. Per il divieto internazionale per la commercializzazione dell’amianto e che ci sia in Italia un forte incentivo per le bonifiche ed evitare così future esposizioni. Solo così questa battaglia potrà essere portata a termine”.

Un amarissimo primato

Con oltre 200.000 morti all’anno nel mondo, l’amianto resta una delle principali cause di morte evitabile, e l’Italia ha il triste primato europeo per decessi legati al mesotelioma, il tumore tipico dell’esposizione alle fibre letali. Una diagnosi che non lascia spazio a speranze: il mesotelioma è mortale nel 93% dei casi. Nel nostro Paese, rappresenta lo 0,8% di tutti i tumori maschili e lo 0,3% di quelli femminili. Ogni anno si contano diecimila nuove diagnosi. Le regioni più colpite? Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, dove da decenni il veleno si è annidato nei cantieri, nelle fabbriche, nelle basi militari. E il peggio deve ancora arrivare: gli epidemiologi avvertono che il picco di casi è atteso tra il 2030 e il 2040.

Un Paese contaminato

Con la legge n. 257 del 27 marzo 1992, l’Italia ha bandito l’amianto. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo una tragedia silenziosa: oggi in Italia ci sono 40 milioni di tonnellate di amianto ancora presenti, sparse in un milione di siti contaminati.

Tra questi abbiamo 50.000 aree industriali dismesse, di cui 42 classificate di interesse nazionale. Ma il pericolo non riguarda solo le fabbriche abbandonate. Secondo i dati ONA 2.500 scuole contengono ancora amianto, mettendo a rischio oltre 352.000 studenti e 50.000 operatori scolastici. 1.500 biblioteche ed edifici culturali presentano tracce di asbesto nei loro impianti. 500 ospedali sono ancora infestati dal minerale assassino, nascosto nei sistemi termici, idraulici ed elettrici.

Il profitto o la vita?

Il volto della tragedia non è solo la malattia: è l’indifferenza.
“Sono stati 7 mila i morti solo nel nostro paese nell’ultimo anno, e il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora un’utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”, denuncia Bonanni. Ogni fibra respirata è una condanna firmata con anni di anticipo. Ogni ritardo nella bonifica è una sentenza per chi ancora ignora di essere in pericolo.

Un impegno che non può più attendere

“Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime”, ribadisce Bonanni.

Ezio Bonanni combatte questa battaglia da trent’anni. Non solo contro la polvere mortale. Ma contro l’oblio, per un mondo libero di respirare.