Gli scarti di arance rosse siciliane elaborati sono utilizzati come supporto nella cura dell’encefalopatia epatica, patologia neurologica che può verificarsi in caso di insufficienza epatica. Lo rivela uno studio coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr di Firenze (Cnr-Ibe) assieme all’Università degli Studi di Milano. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Biomedicines.
L’encefalopatia epatica (MHE) è una sindrome neurologica, associata a patologie epatiche croniche come la cirrosi, che è causata dall’accumulo di sostanze tossiche nel sangue. L’accumulo – in particolare di ammoniaca – è una conseguenza della ridotta capacità del fegato di metabolizzarle. Queste tossine, una volta raggiunto il cervello, provocano l’alterazione delle funzioni cognitive e motorie. È, dunque, importante trattare subito la MHE, al fine di evitare problemi più gravi.
Encefalopatia epatica, cause e complicazioni
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L’encefalopatia epatica è una condizione in cui il funzionamento del cervello peggiora a causa di una sopraggiunta incapacità del fegato di eliminare le sostanze tossiche presenti nel sangue. Può essere una condizione acuta che si risolve a volte con esiti positivi, o un problema cronico destinato a peggiorare progressivamente. Oppure a ripresentarsi a distanza di tempo.
In entrambi i casi, l’esito peggiore è il coma irreversibile (80% dei casi), a cui segue il decesso del paziente.
Le possibilità di recupero e di recidiva variano da paziente a paziente.
Tra le complicazioni si annoverano:
- La formazione di ernie cerebrali.
- Il rigonfiamento del cervello.
- Il collasso cardiovascolare.
- L’insufficienza renale o respiratoria.
- La sepsi.
- Danneggiamento irreversibile del sistema nervoso che può dare luogo a problemi motori, sensoriali o mentali.
Ecco perché non bisogna sottovalutare i problemi al fegato, ma è necessario rivolgersi a un medico se si manifestano problemi mentali o riconducibili al sistema nervoso.
Le condizioni in grado di scatenare l’encefalopatia
Non sono ancora note le cause dell’encefalopatia epatica. È risaputo che si tratta di un fenomeno associato a problemi epatici come la cirrosi o l’epatite.
I problemi a livello cerebrale possono comparire improvvisamente in persone che non hanno ricevuto una diagnosi di problemi al fegato.
Le condizioni in grado di scatenare l’encefalopatia sono: la disidratazione, un consumo eccessivo di proteine, anomalie nel bilancio degli elettroliti (in particolare il potassio). Queste condizioni sono associate a episodi di vomito, all’assunzione di diuretici, a infezioni, disfunzioni renali, cali dell’ossigeno. E anche a interventi chirurgici o di bypass, all’assunzione di farmaci come i barbiturici o le benzodiazepine.
Lo studio sugli scarti delle arance rosse
Francesco Meneguzzo, primo ricercatore del Cnr-Ibe e uno dei coordinatori dello studio ha fornito importanti spiegazioni. «L’estratto derivato dai sottoprodotti delle arance rosse, grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, influisce su diverse funzionalità. Mediante la cavitazione idrodinamica – una tecnica di estrazione a bassa temperatura che utilizza l’acqua come solvente – in pochi minuti abbiamo sviluppato un fitocomplesso stabile. Questo – precisa Meneguzzo – riesce a raggiungere fegato e cervello e, attraverso la pectina, svolge anche una funzione prebiotica fornendo quindi nutrimento alla flora batterica intestinale».
La buccia di arancia rossa è ricca di composti bioattivi
La buccia di arancia rossa è nota per essere ricca di importanti composti bioattivi. Tra questi polifenoli (principalmente esperidina), polisaccaridi (pectina) e oli essenziali (limonene), che hanno effetti positivi sulla salute. Ma per la prima volta ne è stata dimostrata l’efficacia nei confronti dell’MHE attraverso test in vivo.
«Viste le risultanze delle attività terapeutiche effettuate a dosaggio ridotto, questo studio apre la strada alle prove cliniche del prodotto». Così Mario Dell’Agli, responsabile del Laboratorio di Farmacognosia dell’Università degli Studi di Milano. «Si tratta di una prospettiva molto importante e che auspichiamo possa essere concretizzata al più presto. Ciò per ampliare le possibilità di prevenzione e cura di una malattia così seria e invalidante», conclude l’esperto.