La primavera è una delle stagioni più belle dell’anno, ma il discorso non vale per chi soffre di allergie ai pollini. Il disturbo è piuttosto diffuso nella popolazione infantile: ne soffre infatti un bambino su dieci.
Il consiglio, spiega Francesca Mori, responsabile Allergologia AOU Meyer Irccs, è quello di non sottovalutare il problema, ma di affrontarlo insieme al medico. In questo modo, si potranno individuare le strategie e le cure più opportune.
Allergie di primavera, cosa è importante sapere
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L’allergia ai pollini si manifesta con sintomi che possono essere molto comuni, come naso che cola, starnuti, occhi arrossati e, qualche volta, tosse.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono lievi. Se, però, insorge l’asma, il disturbo può diventare più serio, poiché il bambino ha l’impressione di non respirare.
L’allergia può peggiorare la qualità della vita dei bambini, rendendo più difficile praticare lo sport e, se trascurata, può anche influire sul rendimento scolastico. Mentre le allergie alimentari si sviluppano a partire dai primi anni di vita, l’allergia ai pollini comincia di solito dopo i 5-6 anni. Perché si manifesti, è necessaria infatti un’esposizione ripetuta. Quando l’allergene – in questo caso il polline – entra in contatto con il naso e con gli occhi, sollecita delle piccole cellule immunitarie che si trovano nelle mucose. Queste liberano istamina.
Come difendere i bambini dalle allergie primaverili
Se i disturbi sono significativi, il medico può prescrivere farmaci antistaminici e/o spray cortisonici nasali al bisogno.
Se i sintomi sono persistenti, questi farmaci possono essere usati continuativamente per tutto il periodo primaverile.
In molti casi si possono utilizzare dei “vaccini” che si somministrano per via sublinguale.
È bene ricordare che la storia clinica del paziente è la base da cui partire per arrivare a una diagnosi. Stabilire una relazione tra i disturbi lamentati dal bambino e il periodo in cui questi si manifestano è sufficiente, da sola, a fornire indicazioni precise.
Per una diagnosi veloce si possono utilizzare i prick test. Si depongono sulla cute delle goccioline di diverse sostanze che poi vengono delicatamente punte in modo da far passare la sostanza nel primo strato della pelle. Se c’è un’allergia, si nota una reazione.
Si può fare una diagnosi anche attraverso un esame del sangue, ma quasi sempre è sufficiente il prick test.
Evitare i prati e la campagna nei giorni critici
Nei giorni critici sarebbe meglio evitare i prati e la campagna.
Esistono dei bollettini che documentano le conte polliniche nelle diverse zone: i soggetti allergici possono consultarli e comportarsi di conseguenza. Il mare è sempre una valida alternativa perché le brezze marine sono povere di pollini.
Secondo alcuni studi, crescere in campagna, in ambienti relativamente meno asettici di quelli cittadini, modifica la risposta immunitaria dell’organismo, con minori probabilità di sviluppare un’allergia.
Non solo pollinosi, anche le allergie alimentari sono un problema
È necessario ricordare che oltre alle pollinosi ci sono anche le allergie alimentari, un problema molto importante per i bambini. Queste si presentano massimamente nei primi anni di vita. Si possono manifestare in vario modo, con sintomi principalmente a carico della pelle (orticaria). Ma anche a carico dell’apparato gastro-intestinale (vomito, diarrea, dolori addominali), respiratorio (rinite e asma) o anche cardio-circolatorio (shock).
In alcuni casi, la reazione allergica può essere molto grave.
L’intervento più appropriato consiste in una diagnosi accurata nella esclusione degli alimenti allergizzanti. E nella preparazione di piani terapeutici personalizzati per fronteggiare reazioni dovute alla possibile assunzione accidentale degli alimenti esclusi.
In alcuni casi, è necessario prescrivere farmaci salvavita come l’adrenalina che sono attualmente disponibili in dispositivi predosati per auto-somministrazione.