La cinematografia non è solo un mezzo di intrattenimento, ma può anche essere un importante strumento terapeutico. I film, come arte visiva e narrativa, costituiscono un potente specchio delle esperienze umane.
Le storie raccontate sul grande schermo, infatti, spesso riflettono le difficoltà, le sfide e le speranze dell’individuo. Questo consente a chi le guarda di riconoscere e affrontare emozioni e situazioni che possono essere difficili da esprimere a parole.
La cinematografia quindi utilizza i film come veicolo per il trattamento ed il miglioramento del benessere psicologico. Integrando l’arte cinematografica con la psicoterapia si offre uno spazio sicuro e stimolante per esplorare emozioni, traumi e difficoltà della vita quotidiana.

L’approccio della cinematerapia

La visione di film e le relative discussioni post proiezione relative può stimolare il cambiamento emotivo e comportamentale. E’ stata utilizzata per trattare una varietà di disturbi tra cui ansia, depressione, disturbi post-traumatici da stress (PTSD), difficoltà relazionali, e persino problemi esistenziali come il senso di vuoto o la ricerca di significato nella vita. La condivisione delle reazioni emotive con un terapeuta o con un gruppo di supporto può favorire un processo di crescita e di consapevolezza. Inoltre, la visione di un film può stimolare la riflessione e la discussione, creando uno spazio sicuro dove esplorare temi delicati e difficili.

Origini e modalità

La tecnica affonda le sue radici nel concetto di catarsi, principio della teoria aristotelica.Un processo di purificazione e liberazione emotiva che avviene attraverso l’esperienza estetica, come quella derivante dalla visione di un film. Una dinamica che si attiva anche con l’esperienza teatrale. Quando il fruitore si identifica con i personaggi o le situazioni narrate in un film, può sperimentare liberazione emotiva.

Se la psicoterapia tradizionale si concentra spesso sul dialogo verbale per affrontare le emozioni, la cinematerapia utilizza la dimensione visiva e narrativa per aiutare le persone ad elaborare esperienze traumatiche, difficoltà relazionali o emozioni complesse. I film diventano quindi una sorta di “specchio emotivo”, dove lo spettatore può vedere rappresentate le proprie esperienze, ma anche scoprire soluzioni, punti di vista alternativi o modelli di comportamento sani.

L’approccio tecnico della cinematerapia

Innanzitutto il terapeuta sceglie un film che possa affrontare tematiche specifiche, come ad esempio la solitudine, l’autostima, la crescita personale o la gestione del dolore.
Il film viene quindi proiettato durante una sessione individuale o di gruppo, dove il paziente o i partecipanti guardano attentamente la storia e i personaggi, cercando di identificarsi con le esperienze rappresentate.
Dopo la visione, il terapeuta guida una discussione in cui i partecipanti esplorano le emozioni che sono emerse durante il film. Questa fase è molto delicata, poiché consente ai partecipanti di verbalizzare e riflettere su ciò che hanno vissuto.
Il passo finale consiste nell’integrare le lezioni o le intuizioni emerse dalla visione e discussione del film nella vita quotidiana. Lo psicoterapeuta può suggerire modalità per affrontare le difficoltà in modo sano o per lavorare sui comportamenti negativi o disfunzionali.

Applicabile anche alle vittime del dovere

La cinematerapia può essere utile anche per le vittime del dovere.
I film che affrontano difficoltà simili o che rappresentano qualcuno che si trova in una situazione simile può far sentire meno soli e più compresi. Guardare un film, soprattutto uno che porta a una riflessione profonda o che offre una pausa dal mondo reale, può servire da momento di respiro e di evasione temporanea. Questo può aiutare a ridurre l’ansia e lo stress.

Il video emozionale di Carlo Calcagni

Durante il primo convegno nazionale sulle Vittime del dovere che si è svolto a Pomezia a marzo, l’ufficiale Carlo Calcagni, danneggiato dall’uranio impoverito durante una missione nei Balcani ha mostrato un video.
Il titolo del filmato “Io soldato” è un videoclip con una canzone scritta dallo stesso Calcagni. Un testo accompagnato da immagini dolorose su una vicenda straziante. Nonostante tutto, il messaggio che viene veicolato è quello di un uomo che non si arrende, configurandosi come un video motivazionale per chi lo guarda.