Il progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) denominato ARIANNA, Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia, ha rivelato che il consumo dei legumi è ancora minimo.

Condotto su un campione totale di 3732 persone, lo studio ha accertato che meno della metà dei partecipanti rispetta la frequenza raccomandata di consumo. Le Linee Guida per una Sana Alimentazione, infatti, consigliano di mangiare 2-3 porzioni di legumi a settimana.

Nel mondo e in Italia il consumo dei legumi è ancora scarso

I legumi sono una buona fonte di proteine di origine vegetale e sono ricchi di micronutrienti In particolare vitamine del gruppo B, ferro e zinco, e di fibra.

Riducono il rischio di malattie cronico-degenerative, come malattie cardiovascolari, obesità, diabete, alcune tipologie di cancro e sono un alimento alla base della dieta mediterranea. Ma «nonostante i numerosi benefici riconosciuti ai legumi, a livello mondiale si registrano bassi dati di consumo». Lo dichiara Erica Cardamone, ricercatrice presso il Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria dell’ISS. «Il consumo annuo globale di legumi è in media di 7,77 kg pro capite. Il consumo più elevato si registra in Africa (11,46 kg pro capite) e il più basso in Europa (2,97 kg pro capite)».  

E in Italia? Da alcuni dati del Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione CREA è emerso che nel Belpaese il consumo medio giornaliero di legumi è di 9 grammi al giorno.  

Il progetto ARIANNA dell’Istituto Superiore di Sanità

Il progetto ARIANNA è stato condotto dall’ISS con l’obiettivo di valutare l’aderenza alla dieta mediterranea nella popolazione italiana. Le analisi sui consumi dei gruppi alimentari hanno rivelato che il 62.76% dei partecipanti ha dichiarato di consumare 2 o più porzioni di legumi a settimana.

Analisi più approfondite condotte su un sottocampione hanno evidenziato altri particolari. E cioè che «meno della metà dei partecipanti – ha spiegato Cardamone – rispettava la frequenza di consumo raccomandata dalle Linee Guida (2-3 porzioni di legumi a settimana)».

Inoltre, presentavano probabilità più basse di rispettare la frequenza di consumo raccomandata i partecipanti di sesso maschile e le persone con un’età superiore ai 40 anni. Ed anche quelli con un reddito annuo superiore a 50.000 euro.  

I dati indicano pure che, nelle regioni del Sud Italia e tra i partecipanti fisicamente più attivi, la probabilità di rispettare tale raccomandazione è più alta.

La salute a basso costo con gli alimenti semplici

Da un punto di vista nutrizionale, i legumi rappresentano una buona fonte di proteine di origine vegetale e sono ricchi di micronutrienti. L’elevato valore nutrizionale, unito al costo contenuto, li rende un alimento ottimale anche in termini di sostenibilità economica. I legumi, infatti, rappresentano un alimento alla base della Dieta Mediterranea, in cui figurano come ingredienti principali di varie ricette tipiche, semplici nutrienti ed economiche.

È, pertanto, fondamentale aumentare il consumo di legumi, riducendo quello delle fonti proteiche di origine animale. Promuovere una dieta sempre più vegetale rappresenta un passo essenziale per tutelare la salute dell’uomo e del pianeta. I legumi, infatti, hanno la capacità di migliorare la fertilità dei terreni. Contribuiscono così a fissare l’azoto atmosferico, consentendo di ridurre l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Questo, oltre al basso impiego di risorse idriche per la coltivazione e alle ridotte emissioni di gas serra, ne fa alimenti a basso impatto ambientale.