Uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) appena pubblicato sulla rivista Eurosurveillance attesta un forte aumento in Italia dei casi di virus Toscana (TOSV). Si tratta di un arbovirus trasmesso dai flebotomi (pappataci) che nelle forme più gravi può causare malattie neuro-invasive. È legato, almeno in parte, ai fenomeni estremi, come i periodi con temperature molto alte o con poche piogge.
Il vettore del virus Toscana: il flebotomo o pappatacio
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Il flebotomo o pappatacio è il vettore del virus Toscana (TOSV).
Nella maggior parte dei casi, questo virus provoca una lieve forma febbrile.
Nei casi decisamente più gravi può causare mal di testa, febbre, nausea, vomito e dolori muscolari, eritemi cutanei maculo-papulari, sino a meningiti e meningoencefaliti.
Oltre al TOSV, i pappataci trasportano altri patogeni, in particolare la Leishmania, un protozoo parassita che causa la leishmaniosi, malattia particolarmente pericolosa per i cani.
Il TOSV può colpire anche l’uomo, specialmente i bambini, gli anziani e i soggetti fragili.
In questi casi, è importante una diagnosi microbiologica precoce e corretta
L’ISS ha analizzato 607 casi di malattia neuroinvasiva da TOSV
Nella ricerca coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità sono stati analizzati i casi di infezione riportati al sistema di sorveglianza tra il 2016 e il 2023. Ciò per un totale di 607 casi di malattia neuroinvasiva da TOSV.
Nello stesso periodo, si sono verificati anche due decessi riconducibili all’infezione.
È stato accertato che quasi la metà dei casi è stata notificata nel biennio 2022-2023. Il tasso di incidenza è stato molto più alto in questo periodo rispetto a quello precedente.
Per quanto riguarda la stagionalità del virus, i casi si verificano di solito da maggio a novembre, con un picco nel mese di agosto.
Condizioni climatiche anomale sono associate alla malattia
Dei 607 casi, circa il 70% si è verificato in maschi. Tra il 2020 e il 2023, anni in cui sono disponibili i dettagli clinici, dei 372 casi di infezione neuro-invasiva il 17,8% presentava meningo-encefalite. Il 32,5% encefalite, il 48,1% meningite, l’1,1% polineuropatia e lo 0,5% meningite e polineuropatia.
Secondo gli autori della ricerca, le stagioni caratterizzate da condizioni climatiche estreme/anomale, sono associate alla frequenza con cui si presenta la malattia.
Le stagioni con il maggior numero di casi (2018, 2022, 2023) sono state caratterizzate da forti anomalie nelle temperature. In particolare il 2018, che ha visto temperature superiori alla media in primavera ed estate, soprattutto nelle regioni del nord. E il 2022 che è risultato l’anno più caldo dal 1961.
Condizioni caldo/umide elevate favorevoli al virus
I vettori principali per il Toscana virus richiedono condizioni caldo/umide elevate favorevoli allo sviluppo e alla sopravvivenza. Considerando la loro natura, è verosimile che gli andamenti delle temperature nel 2018 e nel biennio 2022-2023 possano aver favorito una attività vettoriale precoce. Attività che si è intensificata e prolungata nel tempo e nell’estensione geografica, portando ad elevati livelli di trasmissione.
Anche anomalie nelle precipitazioni potrebbero aver influito sull’epidemiologia. Infatti, l’incidenza osservata ha avuto un picco nel 2022, che è stato registrato come l’anno più secco in Italia dal 1961.