Sono cinque le principali azioni da compiere per la riduzione di sale nei cibi. Le promuove il Ministero della Salute, per la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale. L’evento, partito il 13 maggio e che andrà avanti fino al 19 maggio, è promosso dalla World Action on Salt, Sugar and Health (WASSH).
Il tema del 2024, “It’s time to shine the spotlight on SALT” – “Ѐ tempo di puntare i riflettori sul sale”, mira a ricordare a tutti l’importanza di utilizzare meno sale in cucina e a tavola; prestando particolare attenzione anche al sale già presente negli alimenti di tutti i giorni. Si punta inoltre a sensibilizzare i Governi sulla necessità di mettere in atto o rafforzare politiche finalizzate a diminuire la quantità di sale nel cibo; e di incoraggiare l’industria alimentare a ridurre il contenuto di sale nei propri prodotti, considerato che circa i tre quarti del consumo avviene con cibi processati e confezionati e, in molti Paesi, raggiunge l’80%.
Le cinque azioni concrete, raccomandate anche da WASSH, per ridurre il consumo di sale a meno di cinque grammi al giorno, il target raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS). Si tratta di:
- usare erbe, spezie, aglio, peperoncino, erbe aromatiche e agrumi per aggiungere sapore al cibo;
- scolare e risciacquare verdure e legumi e in scatola e mangiare più frutta e verdura fresca;
- controllare le etichette prima di acquistare per scegliere prodotti meno salati;
- ridurre gradualmente il sale nelle ricette preferite, consentendo alle papille gustative di adattarsi;
- non metterlo a tavola ed evitare salse salate.
Il sale aumenta la pressione e il rischio cardiovascolare
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Un consumo eccessivo di sale favorisce l’aumento della pressione arteriosa, con il conseguente incremento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa. Tra queste ci sono l’infarto del miocardio e l’ictus, associato ad altre malattie croniche, come tumori, in particolare dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
WASSH sottolinea che l’eccessivo consumo di sale non è un problema solo delle generazioni più anziane; infatti, indipendentemente dall’età, genere o etnia, tutti possono trarre beneficio dalla sua riduzione. Infatti, prima ci si adatta a una dieta a basso contenuto di sale, meno danni si arrecano al cuore e ad altri organi. Meglio se questo adattamento avviene sin dall’età evolutiva.
Consumi medi: il doppio della dose raccomandata
A livello globale è stato stimato un consumo medio giornaliero di sale nel 2019 di 10.78 g/die; tale quantità equivale a circa il doppio di quella raccomandata dall’OMS. L’altra stima è che se fosse ridotto a 5 grammi al giorno, si potrebbero prevenire 1,65 milioni di morti ogni anno per malattie cardiovascolari.
In Italia nel periodo 2018-2019 è stato riscontrato, attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione di età 35-74 anni residenti in 10 Regioni, un consumo medio giornaliero di sale pari a 9,5 grammi negli uomini e 7,2 grammi nelle donne. Questi valori risultano in miglioramento rispetto a quelli riscontrati nel periodo 2008-2012 (10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne, con un consumo inferiore a 5 grammi al dì nel 4% degli uomini e nel 15% delle donne), sebbene restino ancora ben al di sopra di quello raccomandato dall’OMS.