La sepsi rappresenta una minaccia mortale con opzioni terapeutiche limitate. Tuttavia, un nuovo dispositivo offre speranza a migliaia di bambini colpiti da danno renale acuto, spesso associato a questa condizione pericolosa
Conosciamo la sepsi
Indice dei contenuti
La sepsi, nota anche come “avvelenamento del sangue” è una risposta infiammatoria dell’organismo a un’infezione generalizzata.
Può causare danni agli organi e portare persino alla morte se non trattata tempestivamente.
Nello specifico, quando il corpo è invaso da un’infezione, i globuli bianchi, le difese naturali dell’organismo, vengono attivati per contrastarla. Tuttavia, se questa attivazione è eccessiva e non controllata, i globuli bianchi possono iniziare ad attaccare non solo l’agente patogeno, ma anche i tessuti sani del corpo. Cuore, polmoni, reni e fegato possono essere danneggiati dallo shock settico, e in alcuni casi possono persino smettere di funzionare del tutto.
«La sepsi inizia come un’infezione localizzata, ma una volta che entra nel flusso sanguigno, diventa rapidamente una minaccia per tutto l’organismo», spiega il Dr. H. David Humes, esperto di nefrologia. «È come un incendio che si diffonde incontrollabilmente, ed è estremamente difficile da arginare una volta che è iniziato».
Questo fenomeno rende la sepsi una delle principali cause di mortalità, anche se il paziente riceve tempestivamente il trattamento antibiotico. La sua capacità di trasformarsi rapidamente in una forma più aggressiva la rende una delle sfide più temibili per i medici e i ricercatori nel campo della medicina moderna.
I numeri di una strage
Globalmente, si stima che 1 su 5 decessi sia associato alla sepsi, il che porta a un totale di almeno 11 milioni di morti all’anno, equivalente a una morte ogni 2,8 secondi. Inoltre, fino al 50% dei sopravvissuti alla sepsi soffre di effetti a lungo termine noti come sindrome post-sepsi, che includono sequele fisiche, cognitive e psicologiche persistenti. Il recupero può richiedere mesi o anni.
Ogni anno si verificano circa 47-50 milioni di casi di sepsi, con solo il 20% di essi che si sviluppa in ospedale. La sepsi colpisce particolarmente i neonati, (rappresenta il 40% dei casi), e può portare a morte nel 3-4% dei neonati nei Paesi industrializzati e fino al 24% nei Paesi in via di sviluppo. Ci sono circa 680mila decessi neonatali legati alla sepsi ogni anno, con una concentrazione di rischio particolarmente elevata in paesi come India, Pakistan, Nigeria, Congo e Cina. In Italia, il numero di morti dovute alla sepsi è aumentato da 18.939 nel 2003 a 49.010 nel 2015. Incredibilmente, il numero di bambini che muoiono di sepsi supera addirittura il totale dei bambini che perdono la vita a causa di tutti i tumori pediatrici combinati.
Una speranza dal Quelimmune
Attualmente, la diagnosi precoce e il trattamento con antibiotici rappresentano le migliori opzioni terapeutiche, ma solo due terapie precedenti hanno avuto l’ok dalla FDA. Tuttavia, l’approvazione di un dispositivo terapeutico chiamato Quelimmune, sviluppato all’Università del Michigan, lascia intravedere qualche speranza nel trattamento.
Il dispositivo, integrato nei circuiti dialitici, potrebbe aiutare i bambini affetti da danno renale acuto, sepsi e insufficienza multiorgano. In che modo? Quelimmune è progettata per colpire e modulare selettivamente i neutrofili e i monociti proinfiammatori durante la CKRT (Terapia sostituiva renale continua ), con l’obiettivo di ridurre lo stato iperinfiammatorio che può portare all’insufficienza d’organo e alla morte nei pazienti gravemente malati.
Globuli bianchi e sepsi
Humes sottolinea che prima dell’introduzione della SCD (una terapia extracorporea che mira a ridurre la risposta iperinfiammatoria nei pazienti gravemente malati), la sepsi aveva un tasso di mortalità del 50%, anche con i migliori trattamenti disponibili. La nuova terapia si rivolge invece alla causa principale della mortalità nella sepsi: il sistema infiammatorio che diventa eccessivo e non regolato. Quando questo accade, i globuli bianchi iniziano ad attaccare i tessuti del corpo, causando danni agli organi.
«La nostra tecnologia non mira a trattare i batteri, ma piuttosto a correggere questo sistema immunitario che risponde in modo eccessivo e danneggia i tessuti interni del corpo», spiega Humes. «Questa è la svolta che questa tecnologia rappresenta».
Il trattamento con la SCD sarà somministrato ai bambini nelle unità di terapia intensiva. Il dispositivo è collegato a un sistema di pompaggio esterno al corpo, che fa circolare il sangue attraverso il dispositivo stesso. Qui, il dispositivo cattura i globuli bianchi che si comportano in modo anomalo e, attraverso un processo farmacologico, li calma prima di rilasciarli nuovamente nel flusso sanguigno.
«La sepsi rappresenta una sfida enorme per i bambini e le loro famiglie, specialmente per i pazienti troppo piccoli per comunicare i propri disagi», conclude Humes. «È per questo che è così cruciale avere trattamenti efficaci che possano affrontare direttamente la causa principale dell’infezione».
La Giornata Mondiale della Sepsi
Nel 2012 è stata istituita la “World Sepsis Day“, o Giornata Mondiale contro la Sepsi. La giornata viene celebrata ogni anno il 13 settembre ed è diventata un’iniziativa globale di sensibilizzazione e informazione sulla patologia. L’obiettivo principale è aumentare la consapevolezza pubblica su questa grave condizione medica al fine di migliorarne la prevenzione, il riconoscimento e la gestione clinica.
Nel corso degli anni, il World Sepsis Day è cresciuto in portata e importanza, coinvolgendo un numero sempre maggiore di organizzazioni sanitarie, professionisti della salute e individui in tutto il mondo. La sua undicesima edizione, nel 2024, testimonia l’importanza continua di questa campagna globale contro la sepsi.