In un’epoca in cui la tecnologia indossabile fa parte di un’importante tendenza verso la medicina di precisione, un semplice smartwatch potrebbe rivelare e ottimizzare il trattamento della depressione. In che modo? Rilevando preziosi dettagli che sfuggono durante la tradizionale anamnesi 

Basta uno smartwatch: altro che bacchetta magica!

la depressione è difficile da diagnosticare: molti dettagli vengono trascurati durante il racconto

Uno smartwatch può rilevare in modo accurato e tempestivo i sintomi della depressione, offrendo ai medici informazioni preziose per personalizzare, curare e ottimizzare il trattamento per i pazienti affetti da questa malattia debilitante.

A sostenerlo, Joshua Curtiss, assistente professore di psicologia applicata della Northeastern University di Boston e coautore dell’articolo.

 «Lo scopo di questo tipo di ricerca era quello di capire se potevamo usare i dati dei sensori passivi per rilevare cambiamenti nella gravità della depressione o nella gravità dei sintomi», esordisce Curtiss.

E a quanto pare, lo smartwatch «ha mostrato delle sfumature individuali, impercettibili, attraverso cui la depressione si manifesta nelle persone», dice.

Ma cerchiamo di capire come è stato condotto lo studio. 

Focus sullo studio 

Smartwatch: Empatia E-3 svela preziosi indizi sulla depressione

Un gruppo di pazienti del Massachusetts General Hospital ha indossato l’innovativo dispositivo. 

Successivamente, sono stati raccolti i dati tramite il braccialetto Empatica E3

Parliamo di un dispositivo multisensore wireless indossabile per il biofeedback computerizzato e l’acquisizione di dati in tempo reale.

L’apparecchio è dotato di quattro sensori incorporati: fotopletismografo (PPG), attività elettrodermica (EDA), accelerometro a 3 assi e temperatura. Risultato? Il dispositivo ha svelato una serie di informazioni preziose sul sonno, l’attività fisica e addirittura l’isolamento sociale.

Ed è qui che entra in gioco Joshua Curtiss, insieme ai suoi cinque coautori, provenienti dal prestigioso MIT Media Lab e MGH.

Secondo Curtiss, le sottili variazioni nei modelli di sonno, così come i livelli di attività fisica e i modelli di socializzazione, possono rivelare indizi preziosi sulla presenza della depressione. Grazie alla tecnologia indossabile, come orologi digitali e smartphone, i medici possono esaminare questi dati in tempo reale, scoprendo una serie di sintomi nascosti che potrebbero altrimenti sfuggire all’occhio non allenato.

 «Questo non deve sostituire il giudizio clinico», puntualizza il ricercatore. «Combiniamo le informazioni (sensori) con il nostro giudizio clinico e ciò che i pazienti ci stanno dicendo per avere un quadro completo» .

Se i dati evidenziano una mancanza di attività fisica nel paziente, questo potrebbe indicare stanchezza o anedonia, ovvero la mancanza di piacere nella vita. In tal caso, il medico potrebbe sollevare la questione con il paziente e discutere delle possibili cause sottostanti. «Lo stesso principio si applica ai modelli di sonno», aggiunge Curtiss.

Tradotto in parole povere?

Psicologi vs detective armati di smartwatch 

Solitamente, gli psicologi ascoltano le parole del paziente, per cercare di sviscerare indizi che non quadrano. 

Purtroppo però, i resoconti dei pazienti possono essere influenzati da una serie di fattori. Dimenticano ad esempio di annoverare dettagli importanti, sottostimare o sovrastimare i sintomi, o addirittura stancarsi di compilare questionari sulla salute mentale.

Di conseguenza, molti racconti potrebbero non essere sempre accurati.

Ma ecco arrivare in scena la tecnologia indossabile, un vero e proprio alleato per i medici investigativi. Attraverso i dati raccolti da questi dispositivi, come nel caso del paziente “Joe”, i medici possono ottenere una visione più obiettiva e completa della situazione. Quando Joe sostiene di essere più attivo e sociale, ma i dati del suo dispositivo mostrano un sonno irregolare, il medico riesce a portare alla luce la discrepanza e ad aprire un dialogo più approfondito sul vero stato di salute del paziente.

Questo approccio più personalizzato e basato sui dati permette ai medici di adattare il trattamento in base alle singole esigenze dei pazienti. È come se ogni paziente fosse un caso unico da risolvere, con il proprio set di indizi e prove da esaminare. Grazie alla tecnologia indossabile, il futuro della salute mentale è più chiaro e personalizzato che mai.

Fonte

New England Journal of Medicine