Patrimonio dell’umanità, gli anziani sono libri che parlano di storia, di arte, di emozioni, di vita. Contenitori di esperienze da ascoltare per capire sfumature che nel quotidiano vivere sfuggono. Rocce che il tempo ha levigato, sanno essere spalla ma anche volto da accarezzare, accudire, proteggere.
Abusi anziani, violazione dei diritti
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Eppure c’è chi li maltratta, chi abusa di loro violando l’art. 2 della Costituzione italiana (principio fondamentale dell’inviolabilità dei diritti dell’uomo) e l’art. 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale).
E spesso sono taciute queste violenze, si consumano nel silenzio. Perché ci si vergogna della propria fragilità, per il timore di ritorsioni o per proteggere l’aggressore che spesso è un familiare. Infatti, il fenomeno degli abusi sugli anziani è difficile da rilevare anche per la mancanza di dati statistici.
Anziani, rapporto della FNP Cisl Pensionati
Come ricordato dal rapporto della FNP Cisl pensionati, con la pandemia Covid-19 si è visto un significativo aumento degli abusi e della violenza sugli anziani. E non sembra arrestarsi.
Anziani, come riconoscere gli abusi?
L’Oms definisce l’abuso sugli anziani come un “atto singolo o ripetuto, con la mancanza di azioni appropriate, che si verificano all’interno di qualsiasi relazione in cui vi è un’aspettativa di fiducia, che provoca danni o angoscia a una persona anziana”.
Tra le violenze spiccano gli abusi di carattere psicologico che possono portare anche a permanente conseguenze come mancata assistenza, cura e poi trascuratezza, abbandono e isolamento.
Abuso anziani, fattori di rischio secondo l’Oms
I fattori di rischio che espongono gli anziani agli abusi sono diversi. Secondo l’Oms si possono individuare a livello individuale, di relazione, di comunità e socio-culturale.
Tra i rischi a livello individuale si rintracciano la cattiva salute fisica e mentale della vittima. Inoltre, in alcune culture dove le donne hanno ancora uno status sociale inferiore, queste sono più a rischio di negligenza e abusi finanziari.
Sul fronte relazioni emerge che nelle famiglie più povere la situazione peggiora soprattutto quando la persona anziana diventa dipendente dalla cura. Infine, il minor tempo da parte dei familiari può essere la causa di un maggiore isolamento sociale e mancanza di sostegno sociale. Una situazione che potrebbe sfociare nell’abuso di anziani da parte dei caregiver.
Gran parte delle violenze a danno degli anziani accade tra le mura domestiche, nell’ambiente nel quale hanno cresciuto i loro figli. Una condizione terribile e peggiorata dal sapere che la propria vita si dirige verso una progressiva e umana debolezza.
Anziani, abusi collettivi, istituzionali e individuali
Tra le tipologie di abusi, emergono quelli collettivi, istituzionali e individuali.
L’abuso collettivo include ogni tipo di discriminazione che colpisce gli anziani a livello di vita sociale e culturale. Si tratta di tutte quelle forme di protezione che poi li mette “da parte”: come soggetti bisognosi, malati, e deboli che non hanno quelle competenze “aggiornate”. La tecnologia ne è un esempio.
Abusi istituzionali, ospedali e case di cura
Gli abusi istituzionali possono sfociare in veri e propri maltrattamenti nei confronti degli anziani ricoverati negli ospedali, case di cura e istituti di ricovero. Questo accade soprattutto se ci sono gravi problemi come malattie cronico-degenerative o altri tipi di disabilità che li espone a ricoveri prolungati. Dal report di FNP Cisl è emerso che durante la degenza le loro condizioni peggiorano notevolmente.
Abusi individuali, rapporti di parentela
Per gli abusi individuali spesso si tratta di un singolo individuo legato da un rapporto di parentela con la vittima. In questo caso prevalgono gli abusi fisici che possono sfociare in violenze gravi con conseguenze che si protraggono nel tempo (cecità, sordità etc.). Un’altra tipica forma di abuso individuale è la violenza psicologica che si manifesta in molteplici modi: ansia indotta, minacce di abbandono, indifferenza, rifiuti alle richieste dell’anziano, violenze verbali, etc. Poi c’è la violenza economica che si esprime in termini materiali e finanziari con una serie di truffe e inganni da parte di familiari, parenti o persone che lo assistono. Accade spesso che si abusi della fiducia che la vittima ripone nelle persone che lo circondano attraverso conti bancari co-intestati o la disponibilità materiale della carta di credito.
L’ONU chiede un trattato internazionale
Esistono ancora famiglie che sanno abbracciare i loro anziani, o strutture che lavorano nel rispetto della dignità fisica e morale di chi vi dimora. Ma c’è anche un grande sommerso sul quale si deve far luce. E lo si deve a chi c’è oggi e a chi ci sarà domani: perché la vecchiaia è di tutti. O meglio dovrebbe esserlo. C’è chi muore prima. E allora perché non considerarlo un traguardo? Una meta che ha bisogno di tutele e giustizia.
Secondo le Nazioni Unite per sradicare la discriminazione e gli abusi sugli anziani, soprattutto le anziane, “occorre un lungo impegno culturale, formativo e intergenerazionale sui pregiudizi di genere e l’ageismo”.
L’ultimo rapporto dell’ONU sui diritti umani sottolinea l’urgenza di redigere un trattato internazionale completo sui diritti umani delle persone anziane, che proibisca ogni forma di discriminazione basata sull’età e fornisca standard ed indicazioni su come “promuovere, realizzare, proteggere in modo pratico e significativo i diritti umani delle persone anziane”.
E sulla strada di ogni giorno, cosa possiamo fare? Magari partire dagli anziani a noi prossimi. E se non ci sono, andarli a cercare per donare quella carezza che è rispetto per la vita, che sa curare più di un trattato.