Malattie infiammatorie intestinali croniche

Le malattie infiammatorie intestinali croniche (MICI) possono essere contrastate consumando i cibi amici del microbiota, cioè l’insieme dei batteri che popolano l’intestino. Dalla frutta e verdura ricca di fibre solubili, meglio se cotta e senza buccia, al pesce e carni magre condite con olio d’oliva a crudo. Le scelte alimentari influenzano i sintomi e la qualità della vita dei pazienti. Questi devono essere orientati alla scelta dei cibi da evitare nelle diverse fasi di malattia, durante le riacutizzazioni e nei periodi di remissione.

Gli esperti dell’Associazione AMICI Italia hanno evidenziato che chi soffre di colite ulcerosa o malattia di Crohn possono consumare diversi alimenti. Infatti, la dieta amica dell’intestino può e deve essere varia, bilanciata e buona.

MICI, fondamentale l’educazione alimentare

L’educazione alimentare è necessaria per comprendere le esigenze nutrizionali specifiche dei pazienti con MICI. È fondamentale seguire un piano alimentare che possa favorire il recupero e prevenire le carenze nutrizionali a cui i pazienti vanno incontro.

«L’alimentazione ha un ruolo cruciale nella gestione delle MICI, nella colite ulcerosa e malattia di Crohn, l’infiammazione cronica dell’intestino. Questa comporta sintomi come dolore addominale, diarrea, perdita di peso, fatica». È ciò che afferma Salvo Leone, direttore generale di AMICI Italia, che continua: «sono malattie trattabili con una combinazione di terapie mediche. Ma anche con cambiamenti nello stile di vita e strategie alimentari adeguate. Perciò una valutazione corretta dello stato nutrizionale e un supporto per le corrette indicazioni alimentari sono imprescindibili. Per chi soffre di colite ulcerosa e malattia di Crohn adottare una dieta appropriata può fare la differenza tra il benessere e il disagio».

Dieta e malattie infiammatorie intestinali croniche

La dieta svolge un importante ruolo nel benessere psicologico e relazionale, deve, pertanto, essere equilibrata, varia e soddisfacente.

«Rinunciare a intere categorie di alimenti e privarsi inutilmente di alcuni cibi può provocare carenze nutrizionali». Sono le parole di Maria Cappello, Responsabile dell’Ambulatorio dedicato alle IBD della Uoc di Gastroenterologia ed Epatologia del Policlinico di Palermo. «Le indicazioni devono essere personalizzate e modulate in relazione alla fase di malattia, attiva o in remissione, complicata o no. Senza dimenticare che l’alimentazione è anche convivialità, piacere della tavola. È importante che i pazienti non perdano questo aspetto del nutrirsi».

«Un’alimentazione bilanciata e salutare svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio del microambiente intestinale», aggiunge Camilla Fiorindi, dietista all’Aou Careggi di Firenze. Equilibrio in grado di «influenzarne la composizione e il corretto funzionamento».

L’abbandono della dieta mediterranea pare aver cambiato la composizione del microbiota intestinale, contribuendo in maniera rilevante all’incremento dell’incidenza e della prevalenza delle MICI.

In Italia aumenta il numero dei pazienti MICI

Nel nostro Paese si sta registrando un aumento dei casi delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Si stima, infatti, che siano circa 270.000 i pazienti con MICI.  

«L’incidenza è in crescita, queste malattie coinvolgono soprattutto giovani nel pieno della loro attività produttiva», afferma Ambrogio Orlando, componente del comitato medico scientifico AMICI Italia. Ciò «comporta un peso socio-economico elevato. Con conseguenze negative amplificate dai frequenti ritardi nella diagnosi e dalla scorretta e/o tardiva applicazione delle terapie moderne ed efficaci oggi disponibili per queste malattie. Prevenirle, diagnosticarle in tempi rapidi e gestirle al meglio con le terapie e anche con un’adeguata alimentazione è fondamentale. Si può migliorare la qualità di vita di tutti i pazienti», conclude Orlando, anche responsabile Uosd Mici Ao Ospedali Riuniti “Villa Sofia-Cervello” di Palermo.

Il decalogo per malattie infiammatorie intestinali croniche

  • Preferire le proteine magre del pesce e del pollame, cucinate in maniera semplice;
  • Consigliati anche i tagli magri del manzo;
  • Assicurarsi un buon apporto di fibre solubili da frutta e verdura, meglio se cotte e senza buccia;
  • Utilizzare sempre l’olio extravergine d’oliva come condimento e preferire preparazioni semplici, evitando le fritture o le pietanze molto elaborate;
  • Evitare cibi con additivi come le maltodestrine, i solfiti, il biossido di titanio o di addensanti come la carbossimetilcellulosa e i carragenani;
  • Bere acqua invece delle bibite zuccherate, degli alcolici e delle bevande che contengono caffeina;
  • Sconsigliati i cereali integrali e i legumi, evitare i vegetali crudi, la frutta secca e i semi;
  • Limitare i grassi a parte l’olio d’oliva;
  • Introdurre probiotici e prebiotici, calcio e vitamina D attraverso il consumo di latte scremato e privo di lattosio;
  • Mangiare più spesso e porzioni piccole.