L’Accordo Ue sull’amianto riaccende quesiti che da tempo l’Osservatorio Nazionale Amianto solleva nella sua battaglia contro il killer del terzo millennio. L’esposizione all’amianto riguarda tutta l’Europa. E ben oltre.
Dopo le evidenze epidemiologiche e le tragiche storie di chi muore prematuramente a causa delle gravi patologie asbesto correlate, l’UE si è mossa. Lo scorso giugno, infatti, il Consiglio dell’Unione europea ha siglato un accordo con il Parlamento per rafforzare i livelli di protezione dei lavoratori esposti all’amianto.
Accordo Ue su amianto, livello minimo
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Le normative mirano alla riduzione dei valori limite e a una maggiore cura nella misurazione dei livelli di esposizione. Ma per il cambiamento sperato in un tempo più o meno breve, c’è ancora da attendere.
Infatti, prima di essere adottato dagli Stati membri, il testo della normativa sarà sottoposto alla messa a punto giuridico-linguistica.
Poi, adottata la direttiva, gli Stati membri avranno ancora due anni per introdurre il nuovo livello massimo di esposizione di 0,01 fibre di amianto per cm³ e ulteriori sei anni per introdurre la microscopia elettronica per misurare i livelli dell’asbesto.
E’ indiscutibile che il nuovo livello (0,01) sarà dieci volte inferiore rispetto all’attuale limite di 0,1 f/cm³.
Accordo Ue, Bonanni: “Importanti i tempi”
Quanto incide la quantità di amianto respirata sulla sua effettiva lesività? Il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, è intervenuto al riguardo evidenziando il ruolo cruciale dei tempi di esposizione, ben più importanti dei limiti di soglia.
Nel volume il “Libro bianco delle morti di amianto in Italia”, Bonanni ricorda come le fibre di amianto siano dannose per la salute e come anche una dose molto bassa possa provocare l’insorgenza del mesotelioma.
Amianto, conferenza Helsinki del 1997
L’unica soglia identificata, infatti, riguarda l’asbestosi polmonare, ed è pari 25ff/cc/anno: valore identificato durante la conferenza di Helsinki del 1997. Invece, per altre neoplasie non vi è alcuna soglia e l’unico strumento che può tutelare la salute rimane la bonifica dei siti contaminati. Solo così si possono evitare le esposizioni alle fibre di amianto, che al di là dei quantitativi, sono lesive per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Amianto, il problema delle lobby dell’amianto
Il vero problema, scrive Bonanni nel suo volume, sono le lobby dell’amianto. A livello sia internazionale sia nazionale, tre grandi gruppi hanno governato la produzione e la commercializzazione dell’amianto e dei suoi prodotti. Tra questi, il presidente nazionale ONA ricorda il caso della famiglia Schmidheiny, guidata da Stephan Schmidheiny: imputato del primo processo Eternit. A fronte della crescente circolazione di notizie scientifiche sulla lesività dell’amianto, Schmidheiny lanciò una controinformazione manipolatoria secondo la quale era possibile un uso sicuro dell’amianto. Una strategia tesa a impedire l’interdizione dell’uso e della vendita del cemento amianto.
Accordo Ue su amianto, l’intervento dell’avv. Bonanni
«Sono anni che ribadisco come la soglia minima sia soltanto una situazione di compromesso con l’industria – ha dichiarato l’avv. Bonanni lo scorso luglio –. È un’ancora di salvezza per l’industria dell’amianto, tenendo conto che in altri Paesi europei la messa al bando è arrivata in ritardo rispetto all’Italia. Per esempio, in Ucraina, l’amianto è stato messo al bando solo nel 2020.
Tutti gli edifici sono stati costruiti con amianto. Ora le bombe li stanno sbriciolando. Quindi le soglie sono una foglia di fico per cercare di nascondere l’effettiva lesività dell’amianto, anche a bassissima dose. Con il Procuratore Guariniello e con scienziati e tecnici, riuniti nella Commissione dall’allora ministro dell’Ambiente Costa, abbiamo lavorato per un nuovo testo di legge qui in Italia, purtroppo senza esito».
Amianto e il servizio della consulenza gratuita
L’ONA lavora su tutto il territorio nazionale per mappare i siti. Lo fa anche attraverso il prezioso contributo dei cittadini che, attraverso un’App gratuita, possono segnalare la presenza dell’asbesto.
Inoltre, l’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza e tutela legale a tutti coloro che sono esposti e che hanno subìto esposizione in passato ad amianto o altre sostanze nocive. Per una consulenza gratuita si può chiamare al numero verde 800.034.294.