Il futuro per lo screening mesotelioma potrebbe passare dall’analisi del respiro. Ci stanno lavorando i ricercatori dell’Università di Anversa in Belgio, che hanno messo a punto e studiato su 13 pazienti una nuova tecnica di screening per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno (MPM). Si tratta dell’analisi del respiro (exhaled breath analysis) ed in particolare delle sostanze chimiche volatili in esso contenute.
Secondo i ricercatori infatti, l’analisi nel respiro dei pazienti con MPM, può essere utilizzata come strumento di screening con tecnica non invasiva, grazie al rilevamento di marcatori predittivi. Questi ultimi potrebbero aiutare nella scelta del trattamento della malattia e migliorarne i risultati mediante la personalizzazione delle cure.
Screening mesotelioma: analisi dei biomarcatori nel respiro
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A studiare i biomarcatori predittivi nel respiro, sono stati i ricercatori dell’Università di Anversa in Belgio sotto la guida dal prof. Kevin Lamote. Nell’89% dei casi l’analisi è risultata attendibile.
L’analisi prevedeva un setup discriminativo tra chi avesse risposto ai trattamenti e chi no; ed un setup predittivo, quindi cercando di prevedere la stessa cosa basandosi sulla presenza dei biomarcatori.
Il futuro potrebbe riguardare l’analisi del respiro per ciascun trattamento a cui sono sottoposti i pazienti, al fine di trovare la terapia per ciascuno. Dallo studio infatti è emerso che le sostanze chimiche volatili contenute nel respiro possono derivare non dal trattamento eseguito, ma dall’ambiente tumorale specifico.
Mesotelioma pleurico maligno, tumore dell’amianto
Il MPM come tutti gli altri tipi di mesotelioma, è un tumore gravissimo causato dall’esposizione all’amianto. E’ un cancro raro che si sviluppa a distanza di molti anni dall’esposizione, come anche le altre patologie asbesto correlate. Difficile da diagnosticare, spesso ha una prognosi infausta, anche se con l’immunoterapia l’aspettativa di sopravvivenza è aumentata.
Tuttavia qualsiasi intervento o trattamento non saranno sufficienti finché non si procederà alla bonifica integrale dei luoghi contaminati: se ne sono ancora troppi in Italia e nel mondo. Da noi infatti l’amianto è stato bandito nel ’92, ma in altre zone del mondo è ancora in uso oppure è stato messo al bando da pochi anni.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Osservatorio Vittime del Dovere sostengono, con il presidente avv. Ezio Bonanni, la necessità delle bonifiche e della prevenzione a 360 gradi. Le associazioni sono a disposizione di tutte le vittime della fibra killer e dei loro familiari e forniscono assistenza per ottenere giustizia. Per una consulenza chiama l’800.034.294, è gratis.