È l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dare la notizia: l’epidemia di Covid è in calo, ma nel 59% dei Paesi si verificano ancora casi. Non solo, è in aumento il numero di stati in cui circolano le varianti Kraken e Arturo. I dati globali del periodo 8 maggio/4 giugno 2023 rivelano che sono stati oltre 1,7 milioni i nuovi casi Covid, in calo, tuttavia, del 38%. Circa 10mila, invece, sono stati i decessi, mentre il 59% dei paesi e dei territori ha segnalato almeno un caso.
I numeri provengono dal report settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS, infatti, ha evidenziato come diversi Paesi ancora “vedono un aumento dei casi, guidato dalle varianti di interesse” Kraken e Arturo. Crescita che, secondo l’OMS, può essere “accompagnata da un aumento di ricoveri e decessi, anche se inferiori rispetto alle precedenti ondate”.
Riduzione dei contagi da Covid, le percentuali
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In tutte le regioni dell’OMS i nuovi casi sono diminuiti. Il Sud-est asiatico ha registrato il 77% dei casi in meno, il Mediterraneo orientale il 60%, le Americhe il 55%. Si prosegue poi con l’Europa, in cui sono stati segnalati il 49% dei casi in meno. In Africa, invece, c’è stata una diminuzione dei casi pari al 22% e nel Pacifico Occidentale del 5%. A livello nazionale, il numero più alto di nuovi casi è in Repubblica di Corea (470.093 nuovi casi, +29%), Australia (147.684, +27%), Brasile (113.286, -33%).
Anche i decessi sono diminuiti. Il numero più alto si è verificato negli Stati Uniti.
Permangono i sintomi nei pazienti con long Covid
Colpisce circa il 17% delle persone guarite dal Covid. Parliamo dell’affaticamento, il sintomo che incide in modo significativo sulla vita quotidiana dei pazienti con long Covid. Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Ucl e dell’Università di Exeter “può arrivare a influire sulla qualità della vita più di alcuni tumori”.
Pubblicata su Bmj Open e finanziata dal National Institute for Health and Care Research (Nihr), la ricerca ha esaminato gli effetti del long Covid. Sono stati presi in esame oltre 3.750 pazienti che, indirizzati a una clinica dedicata, hanno utilizzato un’app digitale come parte del loro trattamento per questa condizione. I pazienti hanno compilato sulla app dei questionari per valutare l’impatto del long Covid sulle loro attività quotidiane. In particolare sui livelli di affaticamento, depressione, ansia, difficoltà respiratorie, confusione mentale (nebbia cerebrale) e sulla loro qualità della vita.
La valutazione dell’impatto dei sintomi
Dallo studio è emerso che molti pazienti long Covid erano gravemente malati. In media, i punteggi di affaticamento erano peggiori o simili a quelli delle persone con anemia dovuta al cancro o a gravi malattie renali. Anche i punteggi relativi alla qualità di vita correlata alla salute erano inferiori a quelli delle persone con tumori metastatici avanzati.
I ricercatori hanno riscontrato, inoltre, che l’impatto del long Covid sulle attività quotidiane dei pazienti era paragonabile a quello dei pazienti con malattia di Parkinson.
«I nostri risultati hanno rilevato che il long Covid può avere un effetto devastante sulla vita dei pazienti. La fatica pesa su tutto: dalle attività sociali al lavoro, alle faccende domestiche e al mantenimento delle relazioni strette», hanno dichiarato gli autori del lavoro.