In Italia sono sempre di meno i medici di famiglia. La carenza investe tutte le regioni: è la risultante di errori di programmazione nel garantire il ricambio generazionale e di discutibili politiche sindacali.
L’allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe sulla progressiva diminuzione dei Medici di Medicina Generale (MMG) individua tra le cause anche i pensionamenti anticipati. Le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee. I medici di famiglia diminuiranno ancora, di conseguenza si verificherà una “desertificazione” che lascerà milioni di persone senza medico. Gli effetti avranno ricadute sulla salute della popolazione e sull’organizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale. Le soluzioni attuate dal Governo con il Decreto Milleproroghe (innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni) e dalle Regioni (aumento del massimale) non risolveranno il problema.
Le cause e le dimensioni del fenomeno secondo Gimbe
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Il report presentato dalla Fondazione Gimbe ha analizzato i motivi e l’entità del problema, partendo dai numeri. Mancano oggi quasi 2900 medici di famiglia ed entro il 2025 se ne perderanno altri 3400. Il 42,1% dei medici supera il tetto massimo dei 1500 pazienti.
Secondo quanto previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN), il numero massimo di assistiti di un medico di famiglia è fissato a 1500. In alcuni casi, può essere incrementato fino a 1800 assistiti. Spesso, però, alcune deroghe disposte dagli Accordi Integrativi Regionali consentono di superare questo numero. “Parallelamente – si legge nel rapporto – altre motivazioni possono determinare un numero inferiore di assistiti: MMG con doppio incarico che ne limita le scelte, MMG nel periodo iniziale di attività, esercizio della professione in zone disagiate”.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha evidenziato che per ciascun MMG «il carico potenziale di assistiti rispetto a quello reale restituisce un quadro eterogeneo. Accanto a troppi MMG “ultra-massimalisti” ci sono colleghi con un numero molto basso di assistiti».
Cosa potrebbe accadere con i prossimi pensionamenti
Secondo le stime ENPAM, l’ente di previdenza e assistenza dei medici, si attende un pensionamento massivo dei medici di famiglia. Infatti, al 31 dicembre 2021 più del 50% dei MMG aveva oltre 60 anni di età. Considerando un’età di pensionamento di 70 anni, entro il 2031 dovrebbero andare in pensione circa 20mila medici di medicina generale.
«Tuttavia, i nuovi MMG – ha dichiarato Cartabellotta – non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale. L’ENPAM stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbe solo il 50% dei posti lasciati scoperti dai pensionamenti».
Medici di famiglia, quali provvedimenti intraprendere
Risulta sempre più urgente mettere in atto una strategia multifattoriale, partendo da una adeguata programmazione del fabbisogno. Gli analisti hanno proposto la tempestiva pubblicazione da parte delle Regioni dei bandi per le borse di studio. Da considerare anche l’attuazione di modelli organizzativi che valorizzano il lavoro di squadra e l’implementazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR. Si dovrà, infine, porre maggiore attenzione all’allineamento degli accordi sindacali ai reali bisogni della popolazione.