medici

Nei pronto soccorso e negli ospedali italiani è ormai crisi di medici. La situazione già non rosea degli ultimi anni, continua ad aggravarsi: sono già circa 600 i medici che nel 2022 si sono già dimessi. E secondo i dati della Simeu (Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza) i pronto soccorso italiani sarebbero sotto di almeno 4.200 medici. Per gli operatori del settore è la “peggiore estate da quando esiste l’emergenza urgenza“.

A fronte di una richiesta di aiuto in aumento – in media del 20% rispetto 2021, stesso periodo – risultano in aumento anche i pazienti che restano a lungo nei pronto soccorso in attesa di ricovero (boarding). Spiega la Simeu che “un numero sempre maggiore di persone si rivolge ai DEA e ai PS, strutture che non possono delegare ad altri e che non hanno orari di chiusura“; e che le richieste però “superano di gran lunga le possibilità di risposta“. Per il segretario Simeu Antonio Voza, “il primo problema sono le necessità non soddisfatte dei pazienti“; e purtroppo bisogna considerare che “anche la condizione degli operatori ha ormai da tempo superato il limite della sostenibilità. Indistintamente da nord a sud“.

Crisi di medici e crisi di governo

Secondo i dati dell’Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale riferito all’anno 2020, presentato nei giorni scorsi, il personale dipendente del SSN è costituito da 617.466 unità. Il 72,3% è personale sanitario: i medici sono 103.092 e gli infermieri 264.686; il rapporto fra infermieri e medici, a livello nazionale, si attesta sul valore di 2,6 infermieri per ogni medico. Il restante personale è costituito da ruoli tecnici per il 17,8% e per il 9,7% da amministrativi.

La crisi di governo non ha fatto bene al Sistema sanitario nazionale. La società dei medici che operano nel settore di emergenza urgenza chiede dunque sostegno e che “entro le prossime settimane si prendano le decisioni necessarie nella direzione di una riorganizzazione proporzionale alle vere esigenze in atto“.

Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) chiede un rilancio del Servizio Sanitario Nazionale; e rivolge un appello a tutte le forze politiche perché questo tema sia posto in cima all’agenda. La prima questione da affrontare è proprio “la carenza di medici specialisti e di medicina generale“.

Avevamo in corso un’interlocuzione con il Governo sulla situazione lavorativa dei medici, sui tetti di spesa, sulla carenza di personale” – ha spiegato Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO. Insomma “su tutti quei motivi di malessere e disagio che si ripercuotono sulla qualità dell’assistenza, in ospedale e sul territorio. Ora l’auspicio è che il nuovo Parlamento e il nuovo Governo siano sempre attenti alle tematiche relative alla salute dei cittadini e al lavoro dei professionisti della sanità. Anzi, è condizione imprescindibile per garantire la tenuta del nostro Servizio Sanitario nazionale pubblico, equo, universalistico e uguale per tutti“. La federazione dei medici ha riassunto in dieci punti le priorità in campo sanitario di cui il nuovo governo dovrebbe occuparsi.