Sfortunatamente le disuguaglianze socioeconomiche, in particolare la povertà in Europa, livelli bassi di reddito e istruzione, fanno la differenza tra la vita e la morte. Infatti il 32% delle morti per cancro negli uomini e il 16% nelle donne hanno una stretta correlazione con le condizioni di vita. Le persone povere e meno istruite adottano stili di vita sbagliati, non eseguono screening e spesso diagnisticano il tumore in fase avanzata. Queste situazioni di disparità risultano meno evidenti nei Paesi come il nostro, dove i sistemi sanitari sono in grado di garantire a tutti le cure. Nell’Est Europa le stime aumentano: se nel resto del Continente si parla di 1 donna su 6 a morire, lì si arriva a 1 su 4.
Convegno Aiom: cancro e povertà in Europa
L’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ha tracciato questo quadro durante il convegno “Close the Care Gap”, organizzato oggi, 3 febbraio, a Roma. Domani infatti si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, per coinvolgere i cittadini sulla correlazione tra sanità e povertà in Europa.
Saverio Cinieri, presidente Aiom, afferma: «In tutto il pianeta, annualmente, si stimano 18 milioni di nuovi casi di tumore e quasi 10 milioni di decessi. Le neoplasie che più risentono del gradiente sociale sono quelle a polmone, stomaco e cervice uterina. Più si comprendono i processi biologici e i fattori di rischio che favoriscono l’insorgere dei tumori, più efficaci diventano prevenzione, diagnosi e trattamento. Bisogna contrastare i principali fattori di rischio, tenendo conto di tutti i determinanti della salute, tra cui istruzione e status socioeconomico. Serve una visione a 360 gradi che includa le condizioni di disagio dei cittadini, per non lasciare indietro nessuno».