Il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco è un corpo civile della Repubblica Italiana. I suoi membri sono dipendenti del Ministero dell’Interno e rappresentano il corpo operativo ed esecutivo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.
Il Corpo dei vigili del fuoco
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Il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco fa parte anche del Servizio Nazionale di Protezione Civile e del Comparto Sicurezza.
I rischi che affrontano ogni giorno i vigili del fuoco li conosciamo tutti, ma ci sono anche quelli meno evidenti, che però provocano malattie e decessi. Si tratta dell’esposizione ai cancerogeni con cui vengono a contatto durante lo spegnimento degli incendi o negli interventi di vario tipo. Primo tra tutti l’amianto. Un minerale che è stato utilizzato in Italia per un lungo periodo, nonostante se ne conoscesse la pericolosità, in questo caso in particolare per le sue caratteristiche ignifughe.
L’Ona – Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, assistono tutte le vittime dell’amianto e le loro famiglie e quindi anche quelle che fanno parte dei Vigili del fuoco che sono anche vittime del dovere. L’associazione aiuta chi ha bisogno con un’assistenza sia medica che legale. Ed ha ottenuto molti risultati negli anni.
Le funzioni dei vigili del fuoco
I vigili del fuoco, con l’obiettivo di salvaguardare l’incolumità delle persone e l’integrità dei beni, assicura gli interventi tecnici caratterizzati dal requisito dell’immediatezza della prestazione. Per farlo hanno professionalità tecniche anche ad alto contenuto specialistico ed idonee risorse strumentali.
Si occupano del soccorso in occasione di incendi, di incontrollati rilasci di energia, di improvviso o minacciante crollo strutturale, di frane, di piene, di alluvioni o di altra pubblica calamità. Come pure sono pronti a contrastare rischi derivanti dall’impiego dell’energia nucleare e dall’uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche. I loro interventi si limitano ai compiti di carattere strettamente urgente e cessano al venir meno della effettiva necessità.
Ha anche altre funzioni, quali preparare unità antincendi per le Forze armate; concorrere alla predisposizione dei piani nazionali e territoriali di difesa civile; provvede all’approntamento dei servizi relativi all’addestramento e all’impiego delle unità preposte alla protezione della popolazione civile, ivi compresa l’attività esercitativa, in caso di eventi bellici. Partecipare, con propri rappresentanti, agli organi collegiali competenti in materia di difesa civile.
I rischi legati ai cancerogeni dei vigili del fuoco
Come abbiamo spiegato per decenni anche i vigili del fuoco sono stati esposti all’amianto. Questo minerale, chiamato anche asbesto, purtroppo causa malattie gravissime come il mesotelioma, tumore della pleura, ma anche tumore del polmone, della laringe, della faringe, delle ovaie e del colon. Più diverse patologie asbesto correlate.
Eppure per decenni, fino alla sua messa al bando con la legge 257 del 1992, è stato utilizzato per le sue qualità ignifughe, fonoassorbenti, perché era altamente flessibile e di facile estrazione.
Come è spiegato nel VII Rapporto ReNaM dell’INAIL che raccoglie i casi di mesotelioma, i vigili del fuoco di carriera o quelli che lo sono stati in sostituzione del periodo di leva, possono essere stati esposti a fibre d’amianto in occasione di incendi di capannoni industriali, che contenevano amianto nelle strutture edilizie e negli impianti. Così come per conseguenza del danneggiamento, fino alla completa distruzione, delle coperture di cemento-amianto. I vigili del fuoco, specie quelli che operavano come squadre antincendio fisse presso impianti a rischio, utilizzavano inoltre tute e coperte spegni – fiamma in tessuto di amianto.
Oltre all’amianto i vigili del fuoco possono venire a contatto con uranio impoverito, radiazioni ionizzanti e gas radon.
Nei vigili del fuoco 47 casi di mesotelioma
Secondo il rapporto redatto dall’Inail che conta i casi di mesotelioma fino al 2018 (anche per gli ultimi anni i dati non sono completi), si sarebbero ammalati di questo tumore 47 vigili del fuoco. Un numero che è destinato purtroppo ad aumentare, considerando che vanno aggiunti i casi degli ultimi 4 anni, e per via della lunga latenza tra il periodo di esposizione e la malattia. Si prevede, infatti, il picco delle patologie asbesto correlate tra il 2025 e il 2030.
Tutte le vittime e le loro famiglie hanno diritto al riconoscimento allo status di vittima del dovere e della causa di servizio. Così come al risarcimento del danno. Si tratta sia dei danni patrimoniali (danno emergente e lucro cessante), sia dei pregiudizi non patrimoniali (biologico, morale ed esistenziale). In caso di morte, il risarcimento è devoluto interamente agli eredi, che hanno il diritto anche al risarcimento per i danni propri.
Il caso di Stelio Groppazzi
Uno dei vigili del fuoco che ha perso la vita a causa dell’esposizione ad amianto nel porto di Trieste è Stelio Groppazzi. L’uomo è andato in pensione nel 1990. Purtroppo, però, nel 2006 gli è stato diagnosticato il mesotelioma che lo ha portato via nel giro di due anni.
Grazie all’azione vocale dell’avvocato Bonanni e del suo team legale, il Tribunale di Trieste, con sentenza n. 48/2020, ha condannato il Ministero dell’Interno a liquidare la speciale elargizione, lo speciale assegno vitalizio e l’assegno vitalizio in favore della vedova e degli orfani.
La patologia asbesto correlata era la diretta conseguenza dell’esposizione ad amianto nel porto di Trieste. Proprio qui vi fu il carico e scarico dei minerali di asbesto, che provenivano via mare. Spesso in sacchi di iuta, non chiusi ermeticamente, dai quali fuoriuscivano le fibre killer. Inoltre, il vigile del fuoco assicurò il servizio antincendio a bordo nave (dove alta era la presenza di asbesto), e a terra.
“Dopo le mie denunce – ha commentato l’avvocato Bonanni – sul fenomeno epidemico di mesoteliomi e altre malattie asbesto correlate, nel personale della direzione Dipartimento dei Vigili del Fuoco finalmente è stata attivata la sorveglianza sanitaria. Ma non è sufficiente, perché manca un iter accelerato per il riconoscimento dei diritti violati in tema di sicurezza sul lavoro”.
Ultime sentenze vittime del dovere
Il 30 settembre 2021 il Consiglio di Stato ha rigettato le richieste del Ministero dell’Interno che aveva fatto istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia a favore degli eredi di Groppazzi. La stessa sentenza aveva condannato il Ministero al risarcimento del danno iure hereditario e delle relative prestazioni in favore dei superstiti. La famiglia ha così ottenuto giustizia.
L’ostruzionismo del servizio di sanità dei vigili del fuoco
Il servizio di sanità dei Vigili del Fuoco, intervenuto durante il procedimento relativo sempre a Groppazzi, dichiarò che non riscontrava casi di mesotelioma tra i Vigili del Fuoco. Si oppose anche alla necessità, sempre ribadita dall’Ona per gli esposti ad amianto, della sorveglianza sanitaria, perché sarebbero dannosi per la salute. In particolare il dirigente medico dei vigili del fuoco sostenne che i controlli TAC torace fossero eccessivamente cancerogeni. Queste tesi furono contestate dall’oncologo Carmine Luigi Roma.
Bisogna, invece, considerare l’art. 259 del Dlgs 81/2008, che impone la sorveglianza sanitaria, quale strumento di prevenzione e tutela. Con una diagnosi precoce di tutte le patologie asbesto-correlate le conseguenze in termini di vittime e anche economiche si riducono notevolmente.
Tutela medica e legale per le vittime
L’associazione ha predisposto un dipartimento specializzato per assistere il personale esposto a sostanze cancerogene. L’Osservatorio Vittime del Dovere, insieme a Osservatorio Nazionale Amianto, lavora ogni giorno per garantire ai lavoratori esposti e ai cittadini una maggiore prevenzione primaria (bonifiche), secondaria (sorveglianza sanitaria) e terziaria (tutela indennitaria, risarcitoria e benefici contributivi).
Per richiedere la propria consulenza gratuita è possibile chiamare il numero verde o compilare il form.