Via amianto dalle scuole di Pula e maggiore sicurezza per studenti e docenti. Ma l’Ona continua la battaglia per tutto il territorio italiano dove sono ancora troppi i rischi. Nel Comune di Pula, a Cagliari, le scuole sono finalmente libere dall’amianto. Dopo quarant’anni, gli studenti potranno seguire le lezioni in tutta sicurezza. E con loro anche insegnati, operatori e collaboratori scolastici non saranno più esposti a malattie asbesto correlate.
Come riportato dalle cronache locali, i lavori sono stati finanziati con risorse comunali e ministeriali rimuovere l’amianto ma anche per sostituire infissi e coibentare le pareti.
Via amianto dalle scuole: l’obiettivo dell’ONA
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La notizia accende un sorriso in chi da lunghi anni sta portando avanti una battaglia per la bonifica e la messa in sicurezza delle scuole. L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente l’avv. Ezio Bonanni hanno portato su tutti i tavoli, anche ministeriali, i dati allarmanti sulle scuole non ancora bonificate dall’asbesto.
Dati dell’Ona, oltre 350mila studenti a rischio
Nel 2021 l’Ona, tenendo conto delle segnalazioni e delle bonifiche, ha rilevato la presenza di 2.292 scuole contenenti amianto, con 356.900 studenti e 50mila tra personale docente e non docente esposti all’amianto.
Il censimento dell’amianto (secondo i dati per difetto di ONA nel 2012 e confermati dal Censis nel 2014) riguarda soprattutto il Nord Italia e le isole, in particolare la Sardegna. Quest’ultima, infatti, è tra i casi più critici: con 395 edifici scolastici contenenti amianto, dei quali solo 72 bonificati; e con 49 impianti sportivi contenenti asbesto, di cui solo 14 bonificati.
Via amianto dalle scuole, l’intervento dell’avv. Bonanni
Nel 2015, a Firenze, durante una delle conferenze Ona sull’impatto dell’amianto nelle scuole, l’avv. Bonanni, riprendendo le stime di un istituto inglese, ha spiegato che “per ogni chiodo affisso ci sono 6600 fibre di amianto. Così come sbattere la porta determina un’ulteriore dispersione di fibre di amianto nella misura di 330 fibre. Inoltre, secondo le stime, i bambini di 5 anni hanno un rischio più elevato per quanto riguarda l’esposizione all’amianto”.
Rapporto mesoteliomi, 80 casi tra docenti e non
Durante la presentazione del II Rapporto Mesoteliomi del 3 luglio 2017, l’ONA ha segnalato 80 casi si mesotelioma tra personale docente e non docente. Un dato preoccupante se rapportato al numero degli occupati del settore.
Ma anche solo una vittima deve far capire la pericolosità delle fibre di amianto all’interno di strutture dove si passano così tante ore. E per chi ci lavora sono tanti gli anni: troppi.
Inoltre, essendo le malattie asbesto correlate di lunga latenza, diventa inammissibile mettere in pericolo la vita di giovani vite. Perché anche a distanza di 20 o 30 anni, potrebbero essere vittime di questo killer ancora troppo presente nella vita di tutti i giorni.
Via Amianto, ma ancora 1 mln di siti
Ritorniamo su alcuni dati per capire la complessa questione della bonifica, che rimane la vera soluzione all’emergenza amianto in Italia. Dal 1946 al 1992 sono state prodotte 3.748.550 tonnellate di asbesto. Ragion per cui nel 1992 fu emanata la legge 247 che ne proibiva la produzione e la lavorazione, ma non l’obbligo di bonifica.
In Italia sono presenti ancora 40.000.000 tonnellate di amianto, distribuite in circa 1.000.000 siti.
Non solo tutte le aziende che producevano la fibra killer, ma anche abitazioni e strutture pubbliche come gli ospedali e, appunto, le scuole. E poi consideriamo la presenza di 300.000 km di tubature di acqua potabile costruite nel passato e, corrose dal tempo, divenute sempre più pericolose.
Dunque, in una panoramica nella quale c’è ancora molto da fare, la notizia di Pula sostiene a dà forza a tutte le battaglie dell’Osservatorio Nazionale Amianto che rimane a disposizione per una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294.
Inoltre ogni cittadino può contribuire segnalando i siti contaminati attraverso l’ App gratuita dell’ONA.