Quando si pensa ai farmaci innovativi, poche persone immaginano che la soluzione possa nascondersi nel veleno di una lumaca marina. Eppure, uno degli animali più letali del mondo, il Conus geographus, sta offrendo nuove speranze per il trattamento di malattie complesse come il diabete e i disturbi ormonali

La lumaca cono, predatore degli oceani e il suo veleno letale

Il veleno della lumaca cono è così potente che un singolo esemplare è capace di uccidere un essere umano

Il Conus geographus, noto anche come lumaca cono geografico, è un mollusco marino che abita le acque calde dell’Oceano Indiano e Pacifico, in particolare le barriere coralline e le zone sabbiose vicino alla costa. Sebbene la sua conchiglia possa sembrare innocua e addirittura affascinante per i collezionisti, questa lumaca è uno degli animali più pericolosi del pianeta. Infatti, il suo veleno è così potente che un singolo esemplare è capace di uccidere un essere umano.

Come funziona il veleno del mollusco

Il veleno del Conus geographus è una miscela complessa di conotossine, che l’animale utilizza per cacciare le sue prede, tipicamente piccoli pesci. La lumaca attacca utilizzando una radula, un organo simile a un dente che funge da proiettile, iniettando rapidamente le tossine nella preda. Una volta colpita, la vittima viene paralizzata quasi istantaneamente, permettendo al mollusco di inghiottirla senza alcuna resistenza. Questo effetto letale è dovuto al fatto che le conotossine agiscono direttamente su specifici recettori nervosi e muscolari, bloccando la trasmissione dei segnali nervosi e causando una paralisi totale.

Tra le numerose tossine presenti nel veleno della lumaca, il consomatin si distingue per le sue proprietà uniche. Questa molecola imita l’ormone umano somatostatina, responsabile della regolazione di processi fisiologici importanti, come il controllo dei livelli di zucchero nel sangue e la produzione di vari ormoni. Inoltre, lo fa in modo più stabile e con una precisione superiore, rendendolo particolarmente promettente per applicazioni mediche. Ma approfondiamo la questione.

Il potenziale del consomatin nella cura del diabete e dei disturbi ormonali

Il diabete, una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di glucosio nel sangue, deriva spesso da una produzione insufficiente di insulina o dalla resistenza del corpo a questa. Come accennato, la somatostatina gioca un ruolo cruciale nel bilanciare la produzione di insulina e glucagone, gli ormoni che regolano il glucosio nel sangue. Tuttavia, le terapie attuali che utilizzano questa molecola hanno dei limiti importanti. La loro efficacia dura poco tempo e non sono molto precise, il che significa che possono colpire anche parti del corpo non necessarie. Questo può portare a effetti collaterali indesiderati e potenzialmente gravi.

Qui entra in gioco il consomatin. Grazie alla sua struttura unica, il veleno interagisce in modo più specifico e duraturo con i recettori della somatostatina, senza influenzare altre proteine o molecole, riducendo così gli effetti collaterali. Questa caratteristica lo rende un candidato ideale per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di gestire il diabete in modo più efficace e sicuro. Ma non finisce qui.

Le ricerche del team dell’Università dello Utah hanno rivelato che il consomatin potrebbe controllare efficacemente l’ormone della crescita. Potrebbe quindi ridurre significativamente i rischi di sovradosaggio e diminuendo gli effetti collaterali associati alle terapie attuali. 

Dalla natura alla farmacia

La scoperta di come la natura abbia sviluppato molecole così complesse e potenti come quelle del veleno della lumaca cono offre nuove strade per lo sviluppo di farmaci.

«Gli animali velenosi hanno avuto milioni di anni per perfezionare le loro tossine e mirare con precisione a specifici bersagli biologici. Questa precisione può essere straordinariamente utile quando si tratta di progettare nuovi farmaci per malattie umane».

A dichiararlo, Helena Safavi, autrice senior dello studio.

In conclusione, mentre il Conus geographus rimane una creatura da cui stare alla larga durante le immersioni, il suo veleno potrebbe un giorno salvare milioni di vite, trasformando un antico predatore marino in un alleato della medicina moderna.