Parte a Milano, con i primi tre pazienti, la sperimentazione di quello che potrebbe diventare il primo “vaccino” contro l’infarto così definito dal padre della cardiologia moderna Eugene Brauwnwald. Lo studio coinvolgerà circa 10.000 pazienti nel mondo in 806 centri. La sperimentazione in Italia parte dal capoluogo lombardo con il Centro cardiologico Monzino; nel nostro Paese il numero dovrebbe salire a circa 200 pazienti seguiti in 20 centri, di cui però solo una parte sono in fase di attivazione.
Lo scopo della ricerca è dimostrare che il farmaco Inclisiran, se somministrato due volte in un anno può ridurre in modo considerevole il rischio di eventi cardiovascolari gravi come infarto e ictus. Questo farmaco, che non è propriamente un vaccino ma di fatto agisce con effetti preventivi simili, agisce sul colesterolo riducendo i i livelli nel sangue di quello “cattivo” LDL-C che è un fattore di rischio strategico per l’infarto.
“Inclirisan è il primo farmaco di una nuova classe che, in studi clinici precedenti, ha già dimostrato di poter abbassare del 50% i livelli di LDL-C sia in pazienti con malattia cerebrovascolare (Cevd) che in pazienti con malattia polivascolare (Pvd)” – ha spiegato Piergiuseppe Agostoni, direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa Monzino.
Come funziona lo studio per il vaccino anti infarto
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Lo studio Victorion-2P – così è stato denominata la ricerca su Inclisiran – è randomizzato in doppio cieco (Inclisiran vs Placebo) e prevede due somministrazioni l’anno del farmaco con iniezione sottocutanea. Il follow-up è variabile tra i 3 e i 6 anni: in questo tempo il paziente sarà sottoposto a visite periodiche per valutare lo stato di salute e per registrare eventuali eventi come infarti, interventi al cuore, angioplastiche. In questo modo saranno verificate le differenze tra i due bracci della sperimentazione.
“Negli ultimi decenni è stato assodato il concetto che più il colesterolo è basso, maggiore è
la riduzione del rischio di eventi. È importante notare, come dimostrato recentemente, che
non è fondamentale il valore puntuale in un “momento x” della vita del paziente, ma i valori
di colesterolo LDL “spalmati” su molti anni” – ha aggiunto Agostoni. “Anche per questo noi al Monzino crediamo moltissimo in questo farmaco d’avanguardia, che va a modificare i meccanismi molecolari
alla base della iperproduzione di colesterolo a bassa densità. Non ci stupiremmo che, come
spesso avviene per questi studi avanzati, anche Victorion-2P venga interrotto in anticipo, prima di aver arruolato tutti i pazienti, perché il braccio di trattamento con farmaco risulta statisticamente più favorevole rispetto a quello placebo“.
Sintomi infarto: riconoscerli per salvare vite
Riconoscere i sintomi infarto è fondamentale per salvare la vita di altre persone e la propria. L’infarto tecnicamente è una interruzione del flusso sanguigno in un tessuto, spesso a causa di un coagulo. Quando questa condizione si verifica nel muscolo cardiaco si parla di infarto acuto del miocardio.
I sintomi più comuni sono:
- dolore al petto, senso di oppressione o pesantezza toracica che può irradiarsi a: mandibola, collo, braccia, schiena, addome
- respiro corto
- capogiro
- senso di debolezza
- sensazione di ansia opprimente
Si tratta di una emergenza e richiede un intervento immediato. La prima cosa da fare è chiamare il soccorso medico avanzato (ambulanza con medico). La cura generalmente è farmacologica con anticoagulanti, o chirurgica nei casi più gravi.
I fattori di rischio per infarto del miocardio sono: fumo di sigaretta, diabete, pressione alta (ipertensione arteriosa), obesità o sovrappeso, colesterolo alto (ipercolesterolemia). E’ proprio su quest’ultimo fattore di rischio che lo studio Victorion-2P si concentrerà.