Nel campo della lotta contro il cancro, una nuova speranza arriva dai vaccini personalizzati a mRNA per il melanoma, entrato da poco nella fase 3 della sperimentazione
Vaccini a mRNA : di cosa si tratta?
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I vaccini a mRNA utilizzano una tecnologia innovativa semplice quanto geniale: iniettare informazioni sotto forma di mRNA, affinché il corpo stesso produca le proteine necessarie a stimolare una risposta immunitaria. Questo approccio, stato utilizzato con successo per contenere la pandemia di Covid-19, salvando milioni di vite, può aiutare a combattere il tumore e ridurre il rischio di recidiva. Anche nel caso del melanoma, i risultati sembrano promettenti.
Una speranza contro il melanoma
Il melanoma, responsabile della sofferenza di circa 132mila persone ogni anno nel mondo, si configura come il più aggressivo tra i tumori cutanei. Attualmente, l’approccio principale alla sua cura è rappresentato dalla chirurgia, ma talvolta si fa ricorso anche alla radioterapia, alla chemioterapia e ai farmaci.
L’introduzione dei vaccini personalizzati rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro questa forma di cancro. Come accennato, questi vaccini sono progettati per addestrare il sistema immunitario di ogni singolo paziente a riconoscere e attaccare le cellule tumorali, prevenendo così la ricorrenza della malattia. Uno studio di fase 2 ha già dimostrato un drastico riduzione del rischio di recidiva del melanoma nei pazienti trattati con i vaccini a mRNA, spingendo verso la fase finale (la fase 3) dello studio.
La dottoressa Heather Shaw, coordinatrice nazionale dello studio, ha sottolineato il potenziale curativo di questi vaccini anche per altri tipi di tumore, come quelli polmonari, vescicali e renali. Ma cerchiamo di capire meglio come funziona la terapia.
Una terapia neoantigenica individualizzata
Conosciuto come mRNA-4157 (V940), questo vaccino mira ai neoantigeni tumorali, marcatori espressi dai tumori in un particolare paziente e potenzialmente riconosciuti dal sistema immunitario.
Ma cosa rende così unico questo vaccino? La sua personalizzazione. Ogni vaccino è progettato in base al profilo genetico del tumore di un paziente specifico. Prima del trattamento, si preleva un campione di tumore durante un intervento chirurgico e il suo DNA viene sequenziato. Utilizzando l’intelligenza artificiale, si identificano le mutazioni uniche nel cancro del paziente, che vengono quindi codificate nel vaccino.
Va da sé che il potenziale di questo vaccino è enorme, e la sua introduzione segna un importante passo avanti nella lotta contro il cancro.
«Si tratta di una terapia decisamente individualizzata ed è molto più intelligente in un certo senso di un vaccino». Questo il commento di Shaw. «È assolutamente realizzato su misura per il paziente: non potresti darlo al paziente successivo della fila perché non ti aspetteresti che funzioni.
“Potrebbero avere alcuni nuovi antigeni condivisi, ma è probabile che abbiano nuovi antigeni molto individuali che sono importanti per il loro tumore e quindi, quindi, è veramente personalizzato».
Sconfiggere il cancro con i vaccini personalizzati
L’ambizione di porre fine al flagello del cancro è più vicina che mai, secondo la dottoressa Shaw, che ha condiviso la visione di un futuro in cui questi vaccini personalizzati potrebbero rappresentare una svolta epocale nell’immunoterapia. L’obiettivo è chiaro: la definitiva guarigione dei pazienti affetti da cancro.
I dati emersi dalla fase 2 dello studio offrono una sicuramente delle speranze. I pazienti con melanoma grave ad alto rischio, che hanno ricevuto il vaccino mRNA insieme all’immunoterapia Keytruda, hanno mostrato un notevole beneficio. La probabilità di morte o recidiva del cancro dopo tre anni è risultata significativamente inferiore rispetto ai pazienti trattati solo con Keytruda. Questo indica chiaramente l’efficacia del vaccino nel migliorare l’esito clinico dei pazienti affetti da melanoma.
Il protocollo
Il protocollo di trattamento prevede la somministrazione del vaccino mRNA ogni tre settimane per un massimo di nove dosi, accompagnato dalla somministrazione di Keytruda ogni tre settimane per circa un anno. In questo modo, si amplifica la risposta immunitaria contro il cancro.
Ora, lo studio entra nella fase 3 su scala globale, coinvolgendo una più ampia gamma di pazienti. Il Regno Unito gioca un ruolo chiave in questa fase, con otto centri di ricerca impegnati a reclutare pazienti per il trial. Questo include centri nelle principali città come Londra, Manchester, Edimburgo e Leeds.
Uno dei primi partecipanti allo studio presso l’UCLH, Steve Young, ha espresso un sentimento condiviso da molti pazienti: la speranza.
Fonti
The Guardian
BBC News
University College London Hospitals NHS Foundation Trust