Le più recenti novità nel campo dell’ematologia in una due giorni di condivisione di studi, esperienze e dati di pratica clinica. È quanto proposto a Roma nel corso dell’evento “BeCLose4 Hematology PANorHEMA, capturing new horizons”. Organizzato da AbbVie, l’incontro ha riunito i maggiori esperti della comunità scientifica italiana per un confronto. All’iniziativa hanno preso parte oltre 200 ematologi italiani, che hanno fatto il punto sulle recenti innovazioni e sui possibili scenari relativi alle principali patologie ematologiche. In particolare la leucemia linfatica cronica, la leucemia mieloide acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B. Ed anche il mieloma multiplo, la mielofibrosi, il linfoma mantellare il linfoma follicolare e le sindromi mielodisplastiche.

L’epoca della chemio-immunoterapia appartiene al passato

AbbVie è da sempre impegnata nel campo dell’ematologia per sviluppare soluzioni terapeutiche in grado di fare la differenza nella vita dei pazienti. L’occasione romana ha fatto il punto sulle opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento dei pazienti con Leucemia Linfatica Cronica.

«L’epoca della chemio-immunoterapia appartiene sempre di più al passato», ha dichiarato Francesca Romana Mauro, Professore Associato presso l’Istituto di Ematologia dell’Università Sapienza di Roma. «Ciò grazie all’introduzione delle nuove terapie ‘target’ che si sono dimostrate superiori in termini di efficacia e per minore tossicità e migliore tollerabilità. Tra queste, le cure di durata definita, limitata nel tempo, rappresentano senz’altro un vantaggio per i pazienti. Questi, dopo la remissione della malattia, possono godere di un periodo, anche lungo, libero dalla necessità di trattamenti e frequenti controlli medici. Un approccio terapeutico di durata limitata ha un importante beneficio per il paziente, sia sulla malattia, sia dal punto di vista psicologico».

Leucemia Mieloide Acuta, risultati promettenti

Risultati promettenti anche nel campo della Leucemia Mieloide Acuta, uno dei tumori del sangue più aggressivi e difficili da trattare. Il tasso di sopravvivenza è molto basso e poche sono le opzioni di trattamento per i pazienti non idonei a ricevere la chemioterapia intensiva.

«Il meeting che si è svolto in questi due giorni ha concentrato la nostra attenzione anche sui risultati di real life». Così Adriano Venditti, Professore Ordinario di Ematologia presso l’Università Tor Vergata di Roma. «Sulla leucemia mieloide acuta, i dati hanno confermato ciò che abbiamo imparato dal trial clinico relativo alla combinazione venetoclax e azacitidina. Confermati, quindi, efficacia del trattamento nella risposta, con remissioni rapide e durature, e nella sopravvivenza, con un dato globale mediano pari a 14,7 mesi. Inoltre, sono emersi dati interessanti dalle analisi relative alle risorse quali la riduzione della durata di ospedalizzazione, dell’incidenza di eventi infettivi e delle complicanze».

Novità sui linfomi e sulle patologie linfoproliferative

Importanti le novità terapeutiche anche in area linfomi e nelle patologie linfoproliferative.

«Due i messaggi importanti per quanto riguarda il mondo dei linfomi», ha affermato Pierluigi Zinzani, Ordinario di Ematologia all’Università di Bologna. «Il primo è legato al ruolo degli anticorpi bispecifici. Un esempio è epcoritamab che già nell’ambito dello studio registrativo di fase 2 ha mostrato dei risultati veramente importanti. Ciò per il trattamento in terza linea dei pazienti affetti da Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B (DLBCL). Questo rappresenta un passo avanti importante nel campo della terapia per questa categoria di pazienti».