Ad una settimana dal devastante terremoto in Turchia e in Siria, ed a seguito delle oltre 1.600 scosse di assestamento, sono circa 41mila i morti nei due Paesi. Morte e distruzione sono ovunque, anche se restano ancora flebili speranze per il ritrovamento di persone ancora in vita: estratti vivi dalle macerie, a distanza di 198 ore dal sisma, tra un uomo, un ragazzo di 17 anni ed un neonato di sette mesi.
Salvati Antiochia anche due fratelli di 8 e 15 anni, a 181 ore dal terremoto. La loro madre invece è morta; il padre risulta ancora tra i dispersi. In queste ore i soccorritori sono impegnati per salvare anche due donne e una neonata di due mesi; è una vera e propria lotta contro il tempo.
Ai vigili del fuoco italiani il coordinamento dei soccorsi
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Sono tantissimi i soccorritori arrivati da ogni parte del mondo dopo il sisma che ha squassato i due Paesi lunedì scorso. Dopo 11 anni, per la prima volta è atterrato ad Aleppo anche un aereo saudita. Era carico di aiuti umanitari per aiutare le vittime del terremoto.
Ai vigili del fuoco italiani l’ONU ha affidato il coordinamento delle Usar internazionali. Usar è l’acronimo che indica Urban search and rescue, ossia le operazioni di ricerca e salvataggio in ambiente urbano. Il team internazionale è composto Cina, Gran Bretagna, Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Oman, Hong Kong, Sud Africa, Slovacchia, Grecia, Argentina e Bahrain.
“L’attribuzione da parte dell’ONU ai nostri Vigili del fuoco dell’attività di coordinamento dei soccorsi dei team Usar internazionali impegnati ad Antiochia è il riconoscimento dell’impegno costante che il Corpo nazionale svolge da sempre in scenari emergenziali in Italia e all’estero, distinguendosi per l’elevata specializzazione e la professionalità“. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
I soccorritori Usar italiani impegnati in Turchia sono 48 e provengono da Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Veneto. Sono presenti in Turchia sin alle prime ore. Tra loro ci sono unità cinofile, specialisti della ricerca dei dispersi, strutturisti, personale medico e personale addestrato al Bls (Basic life support).
Terremoto in Turchia, tratti in arresto 113 costruttori
In Turchia, in seguito al distrastro del sisma, iniziano ad arrivare le prime conseguenze di tipo penale. Sono scattati infatti 113 mandati di arresto per altrettanti costruttori edili che hanno costruito le migliaia di edifici crollati nelle dieci province colpite dal terremoto in Turchia.
L’accusa è di non aver rispettato le norme antisismiche emanate del 1999. E sono altri 131 i sospettati.
Il presidente Erdogan, che si sta preparando alle elezioni che si terranno nei prossimi mesi, ha promesso di iniziare la ricostruzione entro poche settimane.
Rischio infezioni dall’acqua dopo il terremoto in Turchia
Mentre si continua a scavare tra le macerie per estrarre cadaveri e cercare di recuperare persone ancora vive, i medici lanciano l’allarme. Nelle zone terremotate il rischio sanitario infatti è dietro l’angolo. In Turchia mancano infatti ora acqua e servizi, ed il rischio di diffusione delle malattie è alto. Un effetto della distruzione simile a quanto già accaduto in Ucraina, a causa del conflitto con la Russia.
“Le aree in Turchia più colpite dai devastanti terremoti della scorsa settimana hanno urgente bisogno di aiuti umanitari per prevenire un’emergenza sanitaria pubblica secondaria“. Lo sottolina l’organizzazione internazionale Save the Children. I bambini sono tra le categorie più a rischio.
“Molte persone nelle aree colpite non hanno accesso ai servizi igienici o alle strutture igienico-sanitarie, il che le espone al rischio di malattie trasmesse dall’acqua, particolarmente letali per i bambini. Ho parlato con i genitori che dormono in auto e nei centri comunitari nelle zone intorno ad Antiochia, mi hanno detto che i loro figli vomitano, quindi c’è una vera preoccupazione che alcuni bambini si stiano già ammalando. Il problema è aggravato dalla mancanza di servizi sanitari, poiché molti ospedali sono stati distrutti e quelli che sono ancora in piedi sono sopraffatti da migliaia di feriti. Anche gli ospedali stanno esaurendo le scorte mediche e il carburante per funzionare. Non saranno in grado di far fronte a un’epidemia di malattie trasmesse dall’acqua e i bambini saranno maggiormente in pericolo“. E’ la testimonianza di Randa Ghazy, Regional Media Manager di Save the Children International, che si trova ad Antiochia.
Sette milioni di bambini da assistere tra Siria e Turchia
Serve “assistenza urgente per oltre 7 milioni di minori tra Turchia e Siria” – ha spiegato invece l’Unicef. Non ci sono ancora numeri chiari relativamente ai bambini colpiti dal sisma, ma quel che è certo è che solo nelle dieci province turche terremotate ci sono 4,6 milioni bambini; altri 2,5 milioni sono i bambini che invece vivono nei territori colpiti della Siria.
Il gelo non aiuta. Le basse temperature infatti, insieme ai collegamenti disastrati, rendono ancora più difficile raggiungere le famiglie e i bambini. Istituzioni ed organizzazioni umanitarie fanno fatica a portare assistenza.