Terremoto

Terremoto Amatrice e Centro Italia dopo 7 anni ancora in ginocchio: ritardi nei lavori e crescita del rischio esposizione amianto. Sono passati sette anni da quella scossa di magnitudo 6.0 delle 3.36 che, nella notte tra il 23 e il 24 agosto 2016, rase al suolo i Comuni di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, e poi le frazioni rimaste senza un volto.

Ogni anno i residenti, i pochi rimasti, e le tante persone provenienti dai territori limitrofi partecipano alla silenziosa fiaccolata  che riaccende i ricordi di un dolore mai sopito.

Un colpo che ha trafitto l’esistenza di chi viveva quei giorni ancora caldi in attesa della famosa sagra degli spaghetti all’amatriciana. Presenti tanti turisti: tra loro diverse vite spezzate. 299 i decessi (237 ad Amatrice, 51 ad Arquata -la maggior parte della frazione di Pescara del Tronto– e 11 ad Accumoli), 41mila gli sfollati, e un danno stimato di 28 miliardi di euro.

Terremoto Amatrice, dopo sette anni

Cosa rimane oggi?

La memoria del dolore non si cancella.

La questione spinosa è che ciò che doveva a buon diritto essere cancellato, permane. Macerie e detriti, peraltro non molto distanti dal nuovo centro abitato, continuano ad essere tristi monumenti per i passanti e pericolosi killer per chi ancora lì vive e resiste.

Rimangono, infatti, i residui di abitazioni costruite prima dell’entrata in vigore della Legge 257/92 che proibiva l’utilizzo di amianto in edilizia. E con il tempo le macerie, non completamente rimosse, rilasciano polveri e fibre di amianto che silenziosamente colpiscono organi vitali procurando malattie asbesto correlate e tumori letali come il mesotelioma.

Terremoto, precarietà e spopolamento ad Amatrice

Dopo il terremoto del 2016, rimane la precarietà di chi non ha ancora una casa, occupando le casette in legno che dopo sette anni diventano strette. Una fetta importante della popolazione, 14mila nuclei familiari, è in attesa di tornare nella sua terra: magari lo fa nei fine settimana ma non è la stessa cosa. E vorrebbe tornare per contribuire alla ricostruzione che è anche riappropriazione della propria identità, cultura, sapori antichi.

Terremoto, l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti

In tal senso un ruolo importante è svolto dalla Cassa Depositi e Prestiti che elargisce prestiti agevolati per il rilancio dei territori. Una manovra per la quale gli oneri di rimborso dei finanziamenti sono a carico dello Stato, attraverso il riconoscimento di un credito di imposta che il singolo beneficiario cederà alle banche convenzionate, e che le stesse utilizzeranno in compensazione dei propri debiti fiscali. Ad oggi la Cdp supporta 18.200 famiglie e circa 2700 imprese.

Terremoto, 17mila cantieri ancora aperti

Rimane la lentezza degli interventi: i cantieri aperti sono 17mila di cui circa 9500 quasi conclusi. Ogni anno, in occasione della triste ricorrenza, piovono dichiarazioni da parte dei politici di turno su una concreta attuazione della ricostruzione. Intanto gli anni passano.

Osservatorio Nazionale Amianto: “accelerare la ricostruzione”

L’Osservatorio Nazionale Amianto, ONA, non abbassa la guardia e chiede giustizia in nome del diritto alla salute che è sempre e per tutti.

E’ fondamentale e vitale capire l’urgenza degli interventi per evitare nuove morti, ancora dolore. Oltre ai rischi di infiltrazione della criminalità organizzata, un punto chiave è accelerare la ricostruzione, facendo sì che quanto rimane delle vecchie costruzioni, non continui a rilasciare polveri e fibre di amianto, per effetto della perdita di matrice aggrappante delle malte e del cemento.

“Bisogna intervenire urgentemente per accelerare la ricostruzione di Amatrice e dei Paesi colpiti dal Terremoto del 2016” – è l’appello di Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio amianto, che denuncia – “sono ancora 30.000 i cittadini esposti a residui e/o detriti, in alcuni casi di abitazioni fatiscenti, dai quali, purtroppo, avviene il rilascio di polveri e fibre di amianto. Il prezzo in termini di vite umane è incalcolabile. Purtroppo si sorvola sulla capacità lesiva delle fibre di amianto, che è destinata a manifestarsi anche dopo decenni”.

Purtroppo l’amianto ha capacità lesive della salute umana anche a basse dosi – aggiunge Bonanni – e poche fibre, dopo 30-40 e anche 50 anni, possono causare il mesotelioma e altre malattie tumorali, come è stato confermato con unanime consenso scientifico e riportato anche nella direttiva n. 148/2009/CE ”. conclude l’Avv. Bonanni.

ONA, consulenza gratuita per esposizione e danni da amianto

L’ONA e l’Osservatorio Vittime del Dovere mettono in campo azioni volte alla tutela dei cittadini colpiti dall’amianto. E’ possibile infatti ricevere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilare i campi sottostanti per essere ricontattati.

Inoltre ogni cittadino può segnalare i siti contaminati dall’amianto attraverso una App gratuita: con un semplice click si può fare tanto!