L’esposizione a temperature elevate può avere un impatto significativo sulla salute: aumenta l’infiammazione e indebolisce il sistema immunitario. Questo fenomeno, che compromette le normali funzioni corporee, può aumentare la vulnerabilità alle infezioni e accelerare la progressione delle malattie cardiovascolari

L’impatto delle temperature estreme: l’avvertimento degli esperti

Temperature estreme. Il calore intenso può aumentare l’infiammazione e interferire con il normale funzionamento del sistema immunitario

Un’esposizione anche breve a temperature elevate può scatenare una serie di reazioni negative nel corpo. A evidenziarlo, una ricerca presentata alle sessioni scientifiche su Epidemiologia e Prevenzione, Stile di Vita e Cardiometabolismo dell’American Heart Association, tenutesi dal 18 al 21 marzo 2024 a Chicago. Secondo lo studio, il calore intenso può aumentare l’infiammazione e interferire con il normale funzionamento del sistema immunitario.

Fattori che rendono il corpo più suscettibile alle infezioni e che possono accelerare l’evoluzione delle malattie cardiovascolari.

Il legame tra calore, infiammazione e sistema immunitario

Le ondate di calore sono note per promuovere l’infiammazione, ma come influiscono esattamente sul nostro corpo e sul sistema immunitario? L’infiammazione è una risposta naturale del corpo alle lesioni o infezioni. Quando tuttavia diventa cronica può danneggiare i tessuti sani e contribuire all’accumulo di placca nelle arterie, portando all’aterosclerosi.

Studi che esaminano la relazione tra temperatura dell’aria e biomarcatori dell’infiammazione hanno dato risultati contrastanti. «La maggior parte della ricerca considera solo la temperatura come l’esposizione di interesse. Dati che potrebbero non essere adeguati per catturare la risposta di una persona al calore». A spiegarlo, Daniel W. Riggs, assistente professore di medicina al Christina Lee Brown Envirome Institute di Louisville, Kentucky.

Riggs e il suo team hanno adottato un approccio più dettagliato per comprendere meglio questo fenomeno. «Nel nostro studio, abbiamo utilizzato misurazioni alternative del calore in relazione a più marcatori di infiammazione e risposta immunitaria nel corpo per studiare gli effetti a breve termine dell’esposizione al calore e produrre un quadro più completo del suo impatto sulla salute».

I risultati della ricerca, presentati al convegno di Chicago, mostrano che l’esposizione a temperature elevate può aumentare l’infiammazione e compromettere le normali funzioni del sistema immunitario. Quando il corpo è esposto a calore estremo, la risposta infiammatoria può diventare esagerata, il che può portare a un aumento della suscettibilità alle infezioni e accelerare la progressione delle malattie cardiovascolari.

Come hanno fatto i ricercatori ad arrivare alla conclusione che il calore influisce sul sistema immunitario?

Dettagli dello studio e degli esperimenti

I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a un esame del sangue durante i mesi estivi tra il 2018 e il 2019 a Louisville, Kentucky. L’età media dei partecipanti era di 49,5 anni, con il 59% donne e il 77% di razza bianca. Durante le visite cliniche, la temperatura media di 24 ore è stata registrata a 24,5 gradi Celsius.

I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue per misurare vari marcatori dell’infiammazione e della funzione immunitaria, tra cui citochine, cellule natural killer, fattore di necrosi tumorale-alfa, monociti e cellule B. Questi marcatori sono cruciali per comprendere la risposta immunitaria e l’infiammazione nel corpo umano.

Contemporaneamente al prelievo del sangue, sono stati registrati diversi indicatori di calore: temperatura dell’aria, temperatura effettiva netta (considerante umidità, temperatura e velocità del vento), e l’Indice Universale del Clima Termico (UTCI), che valuta anche radiazioni ultraviolette. Questi parametri hanno permesso ai ricercatori di esaminare come le condizioni climatiche quotidiane influenzino direttamente i marcatori immunitari.

L’analisi ha esplorato le associazioni tra l’aumento delle metriche del calore e i cambiamenti nei marcatori immunitari dei partecipanti. I risultati sono stati corretti per vari fattori individuali come età, uso del tabacco e anni di istruzione.

Risultati dell’analisi

L’analisi ha rilevato un aumento significativo dei marcatori chiave dell’infiammazione in risposta all’incremento della temperatura misurata con l’UTCI. Per ogni aumento di 5 gradi dell’UTCI, equivalente a passare da un giorno senza stress termico a uno con stress termico moderato, i ricercatori hanno osservato:

Monociti: aumento del 4,2%

Eosinofili: aumento del 9,5%

Cellule T killer naturali: aumento del 9,9%

Fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-α): aumento del 7,0%

Queste molecole immunitarie indicano l’attivazione del sistema immunitario innato del corpo, che stimola una risposta infiammatoria rapida e non specifica per proteggere da agenti patogeni e lesioni.

Allo stesso tempo, l’analisi ha mostrato una diminuzione delle cellule B (-6,8%), che fanno parte del sistema immunitario adattivo responsabile della memoria immunitaria e della produzione di anticorpi per combattere specifici virus e germi.

L’impatto sul sistema immunitario è risultato minore quando il calore è stato misurato solo dalla temperatura media di 24 ore o dalla temperatura effettiva netta, che incorpora umidità e vento ma non la radiazione solare.

Il commento dell’esperto: occhio alle temperature estreme

«I nostri partecipanti allo studio hanno avuto solo un’esposizione minore alle alte temperature il giorno dell’esame del sangue, tuttavia, anche un’esposizione minore può contribuire a cambiamenti nei marcatori immunitari». Questo il commento di Riggs. «Con l’aumento delle temperature globali, l’associazione tra l’esposizione al calore e una risposta temporaneamente indebolita del sistema immunitario è una preoccupazione perché la temperatura e l’umidità sono note per essere importanti fattori ambientali della trasmissione di malattie infettive e trasportate dall’aria. Pertanto, durante i giorni più caldi dell’estate, le persone possono essere a più alto rischio di esposizione al calore e, allo stesso tempo, più vulnerabili a malattie o infiammazioni».

Gli adulti di età superiore ai 60 anni e quelli con malattie cardiovascolari sono particolarmente vulnerabili a eventi cardiovascolari e decessi correlati al calore. Durante le ondate di calore, è possibile ridurre l’esposizione seguendo alcune precauzioni.

Rimanere ad esempio in casa durante le temperature più elevate e l’intensità del sole, cercare ombra, indossare abiti leggeri e traspiranti, e bere molta acqua.

«È fondamentale che i medici comunichino ai pazienti il rischio di effetti negativi sulla salute dovuti all’esposizione al calore». Così prosegue Riggs. «I cardiologi potrebbero condurre consultazioni personalizzate per aumentare la consapevolezza del paziente sulla loro suscettibilità agli effetti delle alte temperature. Inoltre, è importante considerare eventuali modifiche ai regimi di trattamento per affrontare i rischi aggiuntivi. Alcuni farmaci potrebbero aumentare la suscettibilità alle malattie legate al calore. Altri potrebbero non essere altrettanto efficaci quando il corpo è esposto a temperature elevate».

Limiti dello studio

Lo studio ha incontrato una delle sue principali limitazioni nell’analisi dei campioni di sangue prelevati in un singolo momento temporale. Inoltre, non è stato possibile misurare con precisione la durata dell’esposizione degli individui allo stress termico all’aperto prima del prelievo del sangue. I futuri progetti di ricerca potrebbero mirare a monitorare i cambiamenti nel tempo per comprendere meglio l’impatto a lungo termine dell’esposizione al calore sull’infiammazione. Inoltre, potrebbe essere utile esaminare come gli spazi verdi come i parchi possano mitigare gli effetti negativi delle alte temperature sull’infiammazione corporea.