I TAGLI AI PROGRAMMI USAID POTREBBERO PROVOCARE OLTRE 14 MILIONI DI MORTI EVITABILI ENTRO IL 2030. COLPITI SOPRATTUTTO I BAMBINI, I PAESI PIÙ POVERI E LE MALATTIE INFETTIVE. UNO STUDIO PUBBLICATO SU “THE LANCET” LANCIA L’ALLARME.

Una scelta politica che costa milioni di vite

I tagli al finanziamento dell’agenzia statunitense Usaid rischiano di causare un’ecatombe silenziosa. Oltre 14 milioni di morti evitabili potrebbero verificarsi entro il 2030, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.

Lo studio, pubblicato su The Lancet, sottolinea che a pagare il prezzo più alto saranno i bambini sotto i cinque anni. Quasi un terzo delle vittime previste, circa 4,5 milioni, appartiene a questa fascia fragile della popolazione.

Tagli Usaid: due decenni di progressi messi in pericolo

I ricercatori hanno analizzato vent’anni di dati in 133 Paesi. Tra il 2001 e il 2021, i programmi Usaid hanno contribuito a salvare oltre 91 milioni di vite. Di queste, 30 milioni erano bambini.

Le iniziative sanitarie hanno ridotto la mortalità legata all’HIV/AIDS del 65%, quella da malaria del 51% e quella causata da malattie tropicali trascurate del 50%. Numeri che parlano di una strategia efficace e capillare, ora messa in pericolo.

I primi effetti dei tagli Usaid dell’amministrazione Trump

La decisione dell’amministrazione Trump di tagliare l’83% dei fondi Usaid ha già prodotto i primi effetti. Programmi fondamentali come PEPFAR, dedicato alla lotta all’HIV, e PMI, contro la malaria, sono stati sospesi o ridimensionati.

Secondo le stime, il solo blocco di PEPFAR potrebbe causare quasi 3 milioni di morti in più per HIV entro il 2030. La riduzione dei fondi per la malaria compromette la distribuzione di zanzariere e terapie, aumentando il rischio di epidemie.

Tagli Usaid: una minaccia per la salute globale

Oltre al dramma umanitario, c’è una minaccia più ampia. Il taglio ai programmi Usaid può minare la sicurezza sanitaria globale. Meno prevenzione e trattamenti significano maggiore vulnerabilità a nuove pandemie e crisi sanitarie.

La comunità scientifica e le organizzazioni internazionali chiedono di ripristinare i fondi. Lasciare senza aiuto milioni di persone non è solo una scelta cinica, ma un rischio per tutti. In un mondo interconnesso infatti la salute non ha confini.