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2025 tra salute e sport: un nuovo capitolo per lo sport con orientato alla sostenibilità e con più risorse risorse

Il 2025 sarà un anno decisivo per lo sport italiano. Con una crescita del 9% nelle risorse destinate agli organismi sportivi, il futuro del movimento sportivo si presenta sotto una luce nuova.

La crisi dello sport e le soluzioni

Negli ultimi anni la cura e l’attenzione verso la sostenibilità economica, è aumentata di molto. Alcuni settori, un tempo noti per la prestanza degli atleti e la competitività delle categorie si scontrano con mondi complessi, fatti di luci e ombre. La crisi è pertanto sopraggiunta anche in queste realtà. ed è importante stanziare fondi che tutelino questi mondi. Per quello che è il vero senso dello sport, nonostante i vari pareri dei giudici, è sempre importante rivendicare ciò che concerne il vero valore dello sport: la condivisione, l’uguaglianza, la sana competitività. Senza dimenticare l’importanza che svolge nella società e nella crescita dei più giovani.

Il Consiglio di Amministrazione di Sport e Salute, in stretta collaborazione con il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha delineato un piano che si fonda su merito, trasparenza e sostenibilità, mirando a costruire una rete sportiva sempre più solida, inclusiva e gestita nel miglior modo possibile.

Il marketing nello sport si è preso troppo

Quello che una volta era un regno vibrante di passione, espressione e cultura, oggi sembra essere stato assorbito da altre forme di intrattenimento e attività commerciali. La danza, in particolare, è un esempio lampante di come un’arte che aveva radici profonde nella tradizione culturale di tanti paesi, stia perdendo il suo posto al centro della scena. Ma possiamo prendere come esempio anche tanti altri settori, dove lo sport in generale e lo sportivo nel particolare non sono più al centro della “scena”. Al contrario in alcune discipline diventano fondamentali gli abiti, le firme, gli sponsor, ecc. Se non può mancare l’attenzione verso l’aspetto economico, è impossibile lasciare che tutto questo assorbisca quel che resta dello sport e ne mangi le radici.

Il cambiamento nel tempo

Negli ultimi decenni, molti ambiti sportivi hanno fatto i conti con un mercato sempre più competitivo, dove gli investimenti e le risorse sono diventati scarsi e le priorità si sono evolute. La danza, in particolare, è stata fagocitata da un mercato che privilegia sempre più la spettacolarizzazione e l’intrattenimento a scapito della formazione dello sportivo e della cultura. Dove la meritocrazia spesso è un ntico ricordo.

Da un lato c’è una continua richiesta di performance visive da parte dei media e degli spettatori, soprattutto per i giovanissimi, attrattive principali e da sempre portatori sana di umana commozione. Dall’altro, un numero crescente di ballerini/e si trova a dover fronteggiare la mancanza di risorse. Molti giovani talenti vengono costretti a scegliere tra l’amore per la danza e la necessità di trovare una fonte di reddito stabile, sempre più distante dalle scuole di danza e dalle vere opportunità professionali.

Superficie o profondità?

Un altro aspetto che contribuisce alla crisi della danza è la crescente commercializzazione delle discipline artistiche. Molti studi di danza e compagnie si sono adattati a un modello economico che mira a soddisfare le esigenze del pubblico generalista piuttosto che a preservare la profondità artistica e la formazione tecnica. Un tempo, per esempio, la danza classica veniva rispettata come disciplina rigorosa. Oggi si vedono classi di danza moderne più incentrate sullo spettacolo e su tecnica, contribuendo a una superficialità che devalorizza l’arte. O competizioni in cui viene data più imporetanza a forme di ammiccamento varie piuttosto che alle doti delle promesse,

In parallelo, la danza è stata inglobata in altri settori come la televisione, la pubblicità e i social media, dove l’autenticità e il valore artistico sono spesso sacrificati in nome della visibilità e dell’appeal commerciale facendo sì che lo sport venga etichettato.

La tv e la spettacolarizzazione

L’avvento dei reality show televisivi e i concorsi di danza online, pur avendo portato una nuova attenzione al settore, hanno creato una visione distorta della danza, legandola più alla competizione e alla spettacolarità che alla sua funzione culturale e formativa.

Il sacrificio e la dedizione sembrano essere solo un antico ricordo. La danza e altri settori, sportivi e artistici, sembra essere stata fagocitata da un sistema in virtù dell’immagine piuttosto che la sostanza.

I vari mondi

Eppure ci sono ancora molte realtà che resistono. Scuole indipendenti, compagnie non-profit, artisti locali continuano a lottare per mantenere viva la tradizione, promuovere una formazione di qualità e portare avanti la danza come espressione genuina e significativa. Ma è chiaro che oggi il panorama è mutato, e il mondo dello sport e dell’arte ha bisogno di un ripensamento serio per preservare ciò che resta di autentico.

In un futuro in cui l’autenticità potrebbe diventare sempre più rara, la danza e gli sport tradizionali potrebbero trovarsi a dover riscrivere le proprie regole, a metà strada tra la necessità di adattarsi ai tempi e il desiderio di non perdere mai di vista la propria essenza.

Le risorse

Le risorse complessive per il 2025 ammontano a 343,7 milioni di euro, una cifra che segna un netto incremento rispetto ai 280 milioni destinati nell’anno precedente. Gran parte di questo aumento è frutto del 32% del gettito fiscale. Il fondo si rinveste nel sistema sportivo, in una logica di economia circolare.

I numeri parlano chiaro. Circa 15 milioni dei progetti che incentivano la pratica sportiva sul territorio, con l’obiettivo di coinvolgere cittadini di tutte le età. 1,5 milioni è stanziato per finanziare un progetto di efficientamento gestionale, puntando a migliorare l’efficienza e la trasparenza delle strutture sportive.

Un sistema di monitoraggio avanzato accompagnerà la distribuzione delle risorse. Ogni ente sportivo sarà sottoposto a un’attenta analisi basata su indicatori oggettivi. L’indice di motricità certificato dalla Federazione Medico-Sportiva, garantirà che i fondi sono distribuiti tra merito e risultati concreti.

L’approccio innovativo si concretizza in tre azioni chiave:

  1. Sestante: progetto che punta sulla razionalizzazione dei costi. Partendo dal patrimonio immobiliare di Sport e Salute, che conta 131 immobili in 105 città. Si cerca così di ottimizzare l’utilizzo degli spazi per renderli più funzionali e generare risorse da reinvestire nel sistema.
  2. Illumina: Un progetto che punta a trasformare gli spazi pubblici in centri di aggregazione sportiva. Luoghi dove giovani e anziani possono incontrarsi e praticare sport insieme. Alimentando un forte legame tra generazioni e rendendo lo sport parte integrante della comunità.
  3. M.a.C. (Modello Algoritmico Contributi): Questo sistema di valutazione introduce un algoritmo che assegna le risorse in base a merito e sostenibilità. Ogni organismo sportivo analizza non solo risultati, ma anche l’impatto delle sue azioni sul territorio e sulla comunità.

Quindi

Il 2025 non può essere comunque lasciato a numeri e risorse, ma l’inizio di un percorso, lo sport è uno strumento di crescita e coesione. La società cresce sempre di più e le risorse servono proprio ad intervenire in questo senso. Grazie a risorse più cospicue infatti, ma anche a una gestione più efficiente e trasparente, lo sport in Italia può diventare più accessibile. Inclusivo e radicato nella vita quotidiana.