La mammografia potrebbe non essere sufficiente per una corretta prevenzione del tumore al seno nel caso di seno denso.
Questa tipologia di mammella, infatti, all’esame mammografico, risulta essere più problematica.
La raccomandazione è quella di procedere con ulteriori esami in grado di approfondire ulteriormente la condizione. E’ il caso, ad esempio, della risonanza magnetica con contrasto.
Ne ha parlato il presidente dell’ Eusob – Società europea di Imaging mammario – Michael Fuchsjager al Congresso europeo di radiologia Ecr 2025 di Vienna.
Cosa determina un seno denso
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Secondo la Fondazione Umberto Veronesi, la densità del seno è un parametro della composizione del tessuto mammario. Il seno, infatti, è composto principalmente da tessuto adiposo, ossia grasso, e tessuto fibroghiandolare. Con queste ultime si intendono le ghiandole e il tessuto connettivo. Un seno denso è quello che presenta una quantità maggiore del 50% di tessuto fibroghiandolare rispetto a quello adiposo.
Cosa fare per la diagnosi precoce
Sarebbe interessante capire come questo possa essere compatibile con i lunghi tempi per la richiesta di una risonanza magnetica attraverso il Sistema Sanitario Nazionale. Potrebbe essere opportuno, nei casi ritenuti a rischio, inserire il test nel programma di screening per la diagnosi precoce?
Attualmente AIRC – Fondazione per la Ricerca sul Cancro – afferma che la prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 25 anni. Autopalpazione affiancata alla mammografia biennale dopo i 45-50 anni. Nelle donne giovani, l’ecografia e la mammografia si eseguono solo in caso di necessità.