psichiatria

Il Consiglio dei ministri ha approvato una riforma che ridisegna lo scudo penale per i medici. Non si tratta di un’assoluzione preventiva, ma di una nuova cornice giuridica che definisce meglio i limiti della responsabilità professionale. L’obiettivo dichiarato è ridurre la medicina difensiva e restituire serenità ai professionisti sanitari.

La domanda di fondo è: come si concilia la tutela dei pazienti con la necessità di proteggere i medici da denunce ingiustificate?

Che cos’è lo scudo penale per i medici?

Lo scudo penale è uno strumento introdotto in via straordinaria durante la pandemia di Covid-19. In quel contesto serviva a tenere conto delle condizioni eccezionali in cui i medici operavano: mancanza di dispositivi, terapie sperimentali, protocolli in continuo cambiamento.

Con la riforma approvata, lo scudo diventa parte integrante del Codice penale. Stabilisce che un sanitario può essere punito per lesioni o omicidio colposo soltanto in caso di colpa grave, se ha agito seguendo linee guida riconosciute o buone pratiche clinico-assistenziali.

In questo modo, non viene eliminata la responsabilità, ma viene circoscritta in base al contesto operativo.

Perché non si tratta di impunità?

Il ministro della Salute Orazio Schillaci e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno chiarito che la misura non rappresenta un lasciapassare per i medici. Le norme penali restano, così come la possibilità di punire chi agisce con dolo o colpa grave.

La differenza è che, nel valutare il comportamento del medico, il giudice dovrà considerare fattori come la scarsità di risorse umane e materiali, eventuali carenze organizzative non imputabili al singolo, l’urgenza della situazione o la mancanza di conoscenze scientifiche consolidate.

Lo scopo è impedire che i medici siano schiacciati da responsabilità sproporzionate, soprattutto in contesti emergenziali o complessi.

Che cosa significa colpa grave?

Nel diritto penale, la colpa si distingue in lieve e grave. La colpa grave indica un comportamento che si discosta in maniera evidente dalle regole della professione e che non può essere giustificato dalle circostanze.

Ad esempio, un errore dovuto a una scelta clinica fatta in un contesto di risorse scarse può non configurare colpa grave. Al contrario, una decisione che ignora completamente linee guida o pratiche consolidate può rientrarvi.

Questa distinzione diventa centrale per valutare i casi di presunta responsabilità medica.

Qual è l’impatto sulla medicina difensiva?

Uno dei problemi più gravi della sanità italiana è la cosiddetta medicina difensiva. Molti medici, temendo denunce e procedimenti giudiziari, prescrivono esami inutili o ricoveri non necessari.

Secondo stime ufficiali, questo fenomeno costa ogni anno circa 11 miliardi di euro al Servizio sanitario nazionale e contribuisce ad allungare le liste di attesa.

Con lo scudo penale, i professionisti dovrebbero sentirsi più liberi di decidere in base al reale interesse del paziente, senza il timore costante di denunce pretestuose.

Che cosa cambia per i pazienti?

Per i cittadini, il diritto al risarcimento rimane invariato. Il codice civile, all’articolo 2236, stabilisce che il medico risponde di errori tecnici solo in caso di dolo o colpa grave. Questa regola non viene modificata.

Chi subisce un danno ingiusto a causa di una condotta medica scorretta potrà comunque ottenere un risarcimento in sede civile. Lo scudo penale non cancella la responsabilità, ma si limita a ridefinire i criteri di valutazione in sede penale.

Quali sono le circostanze da valutare?

La riforma elenca una serie di fattori che il giudice dovrà considerare:

  • la scarsità di risorse umane e materiali disponibili;
  • eventuali carenze organizzative non imputabili al singolo medico;
  • la mancanza o limitatezza di conoscenze scientifiche su una patologia;
  • la disponibilità concreta di terapie adeguate;
  • la complessità del caso clinico;
  • l’urgenza o l’emergenza in cui si opera;
  • il ruolo ricoperto in équipe multidisciplinari.

Tutti questi elementi permettono di contestualizzare l’errore, distinguendo tra colpa lieve e colpa grave.

Che cosa prevede il disegno di legge più ampio?

Lo scudo penale è solo una parte del disegno di legge delega sulle professioni sanitarie. Il pacchetto prevede anche incentivi per il personale del Servizio sanitario nazionale, nuove modalità di lavoro flessibile e l’inclusione degli specializzandi nelle attività cliniche per ridurre le carenze di organico.

È prevista l’istituzione di una scuola di specializzazione per i medici di famiglia, che sostituirà l’attuale corso regionale, e di nuove scuole anche per chimici e biologi.

La riforma tocca inoltre la governance dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario e la revisione degli Ordini professionali.

Quali sono gli obiettivi dichiarati dal Governo?

Schillaci e Nordio hanno spiegato che l’obiettivo è duplice: da un lato ridurre la medicina difensiva e dall’altro rilanciare le professioni sanitarie.

Secondo i ministri, i medici devono poter lavorare con serenità, senza paura di essere denunciati per ogni decisione complessa. Allo stesso tempo, i cittadini devono continuare a essere tutelati, sia dal punto di vista penale che civile.

L’idea è che uno scudo ben calibrato possa ridare fiducia ai professionisti e migliorare l’efficienza del sistema sanitario.

Qual è la posizione degli Ordini professionali?

La Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) ha accolto positivamente la riforma. Il presidente Filippo Anelli ha ringraziato i ministri e il Governo, sottolineando che lo scudo penale restituisce serenità ai medici e valorizza il loro lavoro.

Anelli ha aggiunto che ora serve un piano strutturale di investimenti sul capitale umano, perché le riforme normative da sole non bastano a risolvere i problemi di organico e di risorse.

Ci sono critiche o perplessità?

Alcuni osservatori temono che lo scudo possa ridurre la possibilità di perseguire responsabilità mediche, creando un senso di sfiducia nei pazienti.

Altri ritengono invece che sia un passo necessario, visto l’alto numero di denunce infondate che ogni anno intasano i tribunali.

Il dibattito rimane aperto, soprattutto su come bilanciare tutela dei cittadini e protezione dei medici.

Una tabella per chiarire le differenze

AspettoPrima della riformaDopo la riforma
Responsabilità penalePer colpa lieve e graveSolo per colpa grave
Fattori consideratiLinee guida e pratiche clinicheAnche risorse, urgenza, complessità
Risarcimento civileGarantito per colpa e doloGarantito per colpa grave e dolo
Medicina difensivaAltaAttesa riduzione

Quali prospettive per il futuro?

La riforma apre una nuova fase nel rapporto tra medicina e diritto. Molto dipenderà da come i giudici applicheranno le nuove norme e da come le Regioni riusciranno a garantire risorse adeguate.

Se funzionerà, lo scudo penale potrebbe ridurre la medicina difensiva, liberando risorse economiche e professionali per migliorare i servizi ai cittadini. Se non sarà accompagnato da investimenti e riorganizzazione, rischia di restare un provvedimento parziale.

FAQ

Che cos’è lo scudo penale per i medici?
È una norma che limita la responsabilità penale alle ipotesi di colpa grave, se il medico ha seguito linee guida o buone pratiche.

Lo scudo penale significa impunità?
No, i medici restano punibili per dolo e colpa grave, e i pazienti mantengono il diritto al risarcimento civile.

Che cos’è la medicina difensiva?
È l’insieme di pratiche mediche motivate dal timore di denunce, non dall’interesse clinico del paziente.

Quali altri provvedimenti prevede il disegno di legge?
Nuove scuole di specializzazione, incentivi al personale, inclusione degli specializzandi, governance dell’intelligenza artificiale.

Chi ha appoggiato la riforma?
Il Governo, i ministri Schillaci e Nordio e la Fnomceo, che l’ha definita un passo importante per restituire serenità ai medici.