È ormai chiaro che la salute dell’ambiente e quella dell’uomo sono legate a doppio filo. Vivere in città inquinate, bere acqua non sicura, respirare polveri sottili o lavorare in ambienti a rischio significa esporsi ogni giorno a minacce concrete.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 25% delle malattie nel mondo è causato da fattori ambientali evitabili. Per questo l’OMS ha pubblicato, nel 2024, l’aggiornamento delle sue schede di valutazione per Paese su salute e ambiente. Un’analisi dettagliata, basata su 25 indicatori, che misura come gli Stati affrontano otto grandi minacce ambientali.

Il nuovo punteggio riassuntivo fornisce uno sguardo d’insieme. Rende visibile, con un numero, quanto un Paese riesca a proteggere la salute dei suoi cittadini attraverso politiche ambientali efficaci.

L’Italia ha ottenuto un punteggio di 69. Un valore superiore alla media globale, fissata a 51. Ma ancora distante dai vertici: Norvegia e Canada, in testa alla classifica, hanno raggiunto punteggi rispettivamente di 81 e 80.

Otto aree critiche per salute e ambiente

Il punteggio complessivo riflette la gestione di otto aree critiche. Inquinamento atmosferico, acqua non potabile, servizi igienici insufficienti, cambiamento climatico, perdita di biodiversità, esposizione a sostanze chimiche e radiazioni, rischi professionali e sicurezza nelle strutture sanitarie.

Queste sono le dimensioni su cui l’OMS ha misurato l’impegno e i risultati dei singoli Paesi.

In cima alla classifica troviamo soprattutto Paesi del nord Europa. Oltre a Norvegia e Finlandia, anche Spagna e Germania mostrano performance superiori. In tutto, 17 nazioni europee ottengono un punteggio più alto di quello dell’Italia.

Ambiente e salute: l’Italia e il nodo delle polveri sottili

Tra i punti critici per il nostro Paese c’è la qualità dell’aria. La concentrazione media di PM2.5 sabaudia

in Italia è tre volte superiore al limite indicato dall’OMS. Le PM2.5 sono particelle sottilissime, inferiori a 2,5 micrometri, capaci di penetrare profondamente nei polmoni e nel sangue. Provengono principalmente dal traffico, dalle caldaie, dall’agricoltura intensiva e dalle attività industriali.

Respirare aria inquinata è collegato a malattie respiratorie, infarti, ictus e tumori. L’OMS raccomanda di mantenere la media annuale sotto i 5 microgrammi per metro cubo. In molte aree urbane italiane, si superano regolarmente i 15. Ridurre queste emissioni richiede misure strutturali, investimenti nei trasporti pubblici, una mobilità urbana diversa e nuove forme di riscaldamento domestico.

Accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici

Un altro dato allarmante riguarda l’accesso all’acqua potabile sicura. Secondo le schede OMS, il 7% degli italiani non ha accesso diretto a fonti d’acqua sicure. Una percentuale che può sembrare bassa, ma che è grave in un Paese industrializzato.

Alcune aree rurali, zone periferiche o piccoli centri montani restano ancora escluse da una rete idrica efficiente.

Ancora più preoccupante è il dato relativo ai servizi igienici: il 21% della popolazione non ha accesso a impianti adeguati. Questo significa assenza di scarichi in rete fognaria, mancanza di servizi igienici funzionanti o strutture igienicamente compromesse. La scarsa igiene aumenta il rischio di infezioni, malattie intestinali e diffusione di agenti patogeni.

Biodiversità: strategia presente, ma risultati deboli

L’Italia ha adottato una Strategia nazionale per la biodiversità e ha redatto un Piano d’azione. Tuttavia, i dati mostrano che solo il 15% del territorio terrestre e marino è protetto. L’obiettivo globale, fissato a livello internazionale, è di raggiungere almeno il 30% entro il 2030.

La perdita di biodiversità ha ricadute dirette sulla salute. La scomparsa di specie animali e vegetali riduce la capacità degli ecosistemi di assorbire inquinanti, produrre ossigeno, regolare le temperature e fornire cibo sano. Inoltre, la distruzione degli habitat naturali aumenta il rischio di zoonosi, ossia il passaggio di virus dagli animali selvatici all’uomo.

Sostanze chimiche e radiazioni: i rischi nascosti

Tra le minacce ambientali analizzate, l’esposizione a sostanze chimiche e a radiazioni è una delle più difficili da monitorare. In Italia, la mortalità per melanoma è di 6 casi ogni 100.000 persone. Le radiazioni ultraviolette artificiali, come quelle dei lettini abbronzanti, sono regolamentate da normative nazionali. Esiste anche una regolamentazione sul radon, gas radioattivo naturale presente in alcuni edifici, responsabile ogni anno di circa 4 decessi ogni 100.000 abitanti.

Il radon si accumula soprattutto nei piani interrati o seminterrati e può aumentare il rischio di tumore al polmone. L’Italia ha compiuto alcuni passi avanti nel monitoraggio, ma servono controlli sistematici e campagne di informazione.

Lavoro e salute: il peso dei rischi professionali

La sicurezza sul lavoro è una componente essenziale della salute ambientale. Secondo i dati dell’OMS, in Italia si registrano ogni anno 37 decessi ogni 100.000 lavoratori per malattie legate a rischi professionali. Si tratta di un valore elevato, anche se ancora dentro il range europeo (9–41). Le patologie più frequenti sono quelle legate all’esposizione a polveri, agenti chimici, rumore e stress.

Per quanto riguarda gli incidenti mortali, si rileva un decesso ogni 100.000 lavoratori, un dato che colloca l’Italia nella media europea. Ma ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta evitabile. Serve una maggiore diffusione della cultura della prevenzione e una formazione continua per i lavoratori e per chi gestisce i processi produttivi.

Strutture sanitarie: ambienti da rendere più sicuri

L’ambiente ospedaliero e sanitario deve essere protetto da contaminazioni e da rischi ambientali. Le schede OMS valutano anche questo aspetto, monitorando la gestione dei rifiuti, la ventilazione, l’approvvigionamento idrico e la protezione da agenti patogeni.

Su questo fronte, l’Italia mostra un’organizzazione strutturata, ma con margini di miglioramento. I rischi ambientali nelle strutture sanitarie restano sotto osservazione, soprattutto nelle aree meno servite.

Il punteggio OMS e cosa ci dice davvero

Il punteggio assegnato all’Italia – 69 su 100 – offre una lettura chiara. Il nostro Paese è sopra la media globale, ma ancora lontano dalle posizioni di testa. Siamo nel gruppo dei Paesi “promettenti”, ma non in quello dei “virtuosi”. Il punteggio più basso, a livello globale, è stato di 25. Il più alto, come detto, è 81. In Europa, 17 nazioni fanno meglio dell’Italia.

Il punteggio non è solo una pagella. È uno strumento. Aiuta a individuare le priorità, confrontarsi con gli altri e progettare politiche pubbliche più efficaci.

Secondo l’OMS, il nuovo sistema permette di monitorare i progressi nel tempo e di evidenziare le lacune nei dati e nelle azioni.

Un messaggio chiaro: non c’è salute su un pianeta malato

Le parole della Dottoressa Maria Neira, responsabile OMS per l’Ambiente e la Salute, sono inequivocabili. “Non si possono avere persone sane su un pianeta malato”. La salute ambientale non è una questione marginale. È il fondamento su cui si costruisce il benessere, la produttività, la qualità della vita.

Investire in aria pulita, in acqua sicura, in città verdi e in politiche climatiche significa ridurre malattie, aumentare l’aspettativa di vita e migliorare l’economia. Le azioni ambientali non sono un lusso. Sono una necessità urgente.

Italia: una posizione che richiede coraggio e decisione

L’Italia ha tutte le risorse per scalare la classifica. Ha una rete sanitaria diffusa, un patrimonio naturale ricchissimo e una tradizione scientifica forte. Ma servono scelte politiche chiare. Serve un piano integrato per il clima, il territorio, l’acqua e la qualità dell’aria. Serve un impegno trasversale tra ministeri, regioni, comuni, imprese e cittadini.

Il punteggio dimostra che il margine di miglioramento c’è. Dimostra che possiamo fare meglio. Ma soprattutto, ci ricorda che prendersi cura della salute ambientale è l’unico modo per garantire un futuro sano, equo e sicuro a tutte e tutti.

La classifica completa dell’OMS

Ecco l’articolo aggiornato con la tabella della classifica completa dei punteggi OMS 2024 per salute e ambiente, riportando i principali Paesi europei e mondiali menzionati nel rapporto:


Tabella – Classifica OMS 2024: Salute e Ambiente (punteggi riassuntivi)

PosizionePaesePunteggio OMS
1Norvegia81
2Canada80
3Finlandia77
4Spagna77
5Germania76
6Svezia75
7Danimarca74
8Svizzera73
9Paesi Bassi72
10Belgio72
11Austria71
12Lussemburgo71
13Irlanda70
14Slovenia70
15Francia70
16Portogallo70
17Regno Unito70
18Italia69
19Grecia68
20Croazia67
Argentina65 (reddito medio-alto)
Giordania63 (reddito medio-basso)
Malawi61 (reddito basso)