Uno studio condotto sotto l’egida della Società Americana di Pediatria, spiega che i vaccini contro il rotavirus non solo sono ben tollerati nelle unità di terapia intensiva neonatale, ma non comportano rischi significativi di epidemie della malattia. Prima di addentrarci nella ricerca, cerchiamo di capire cos’è il rotavirus

Il patogeno rotavirus: un pericolo per i neonati

Reparti di terapia intensiva neonatale: i piccoli sono vulnerabili al virus a causa della loro immunità in via di sviluppo

Il rotavirus è un patogeno virale molto contagioso, particolarmente pericoloso nei neonati e nei bambini piccoli. 

Questi sono infatti estremamente vulnerabili a causa della loro immunità ancora in via di sviluppo e della loro incapacità di combattere efficacemente le infezioni. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rotavirus è responsabile di circa il 40% delle ospedalizzazioni per diarrea nei bambini di età inferiore ai 5 anni in tutto il mondo, con un numero significativo di casi che si verificano tra i neonati.

Le infezioni nei neonati possono comportare gravi sintomi gastrointestinali, tra cui diarrea persistente, vomito e febbre. Fattori che possono portare a una perdita di liquidi e ad altri problemi di salute. Nei casi più gravi, l’infezione può richiedere cure ospedaliere e può essere potenzialmente fatale, specialmente se non si interviene tempestivamente.

Una misura preventiva

Il vaccino contro il rotavirus è un’importante misura preventiva per proteggere i neonati e i bambini piccoli dalle infezioni da questo virus. Tuttavia, l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione nelle unità di terapia intensiva neonatale (TIN) sono state oggetto di dibattito. Come mai? Il principale timore è quello di una possibile trasmissione del virus tra i pazienti. Inoltre, poiché i neonati prematuri sono particolarmente a rischio di infezione, la questione della vaccinazione in ospedale è fondamentale. In poiché infatti ricevono il vaccino prima della dimissione.

In questo contesto, lo studio condotto al Children’s Hospital di Filadelfia ha fornito dati preziosi sull’efficacia e sulla sicurezza della vaccinazione nelle TIN. I risultati indicano che i neonati vaccinati non rappresentano un rischio significativo di trasmettere il virus ai non vaccinati nelle unità di terapia intensiva neonatale, dissipando così i timori precedentemente sollevati. Vediamo come si è giunti a tale conclusione. 

Vaccino rotavirus: lo studio che fuga ogni dubbio

I risultati dello studio hanno portato a una conclusione rassicurante. Il 99,3% dei pazienti non vaccinati esposti a pazienti vaccinati non ha contratto la malattia. Inoltre, è stato osservato che i pazienti non vaccinati che hanno contratto il rotavirus non hanno presentato sintomi dopo quattordici giorni dall’esposizione. Cosa che suggerisce una possibile riduzione dell’intensità della malattia o un periodo di incubazione più breve.

«L’immunizzazione con il vaccino contro il rotavirus è stata una pratica standard nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico di Filadelfia dal 2007 e la sicurezza di questa pratica è stata supportata da dati clinici retrospettivi pubblicati su Pediatrics nel 2014. Tuttavia questa rimane una pratica rara nelle unità di terapia intensiva neonatale degli Stati Uniti». Ad affermarlo, Kathleen Gibbs, la neonatologa responsabile dello studio.

«Il nostro studio prospettico, durato un anno, condotto in collaborazione con i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, suggerisce che i benefici derivanti dalla vaccinazione dei pazienti in terapia intensiva neonatale contro il rotavirus superano i rischi. La vaccinazione ospedaliera consente la protezione di una popolazione vulnerabile contro una causa comune e prevenibile di grave malattia diarroica».

Lo studio ha analizzato 3.448 campioni di feci settimanali di 774 pazienti tra gennaio 2021 e gennaio 2022. Conosciamo adesso le caratteristiche del vaccino.

Conosciamo il vaccino

La somministrazione del vaccino contro il rotavirus avviene solitamente per via orale

Esistono diversi tipi di vaccini contro il rotavirus, ma la maggior parte di essi contiene forme indebolite o attenuate del virus stesso.

Questi vaccini si somministrano in più dosi ( a seconda dello schema vaccinale raccomandato dai professionisti sanitari), per via orale.

Solitamente si assume in forma liquida o in polvere da mescolare con acqua.

Il principio di base del vaccino contro il rotavirus è quello di stimolare il sistema immunitario del corpo a riconoscere e combattere il virus senza causare la malattia completa. La forma indebolita del virus presente nel vaccino induce una risposta immunitaria nel corpo, che produce anticorpi e cellule immunitarie specifiche in grado di riconoscere e neutralizzare il rotavirus in caso di esposizione successiva.

Un vaccino efficace?

Quanto all’efficacia, è stata dimostrata in numerosi studi clinici, che hanno mostrato una significativa riduzione dei casi di gastroenterite grave e delle sue complicanze nei bambini vaccinati. 

Ovviamente è importante sottolineare che nessun vaccino è completamente privo di rischi, ma gli effetti collaterali di quello contro il rotavirus tendono ad essere lievi e temporanei, come leggeri disturbi gastrointestinali o febbre bassa.

Considerato sicuro ed efficace, fa parte delle raccomandazioni vaccinali ufficiali in molti paesi. Gli USA lo hanno introdotto ad esempio nel programma di immunizzazione infantile raccomandato dall’American Academy of Pediatrics e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Questo ha contribuito significativamente a ridurre l’incidenza di infezioni e le loro gravi conseguenze nei bambini.

Fonti

Indagine sulla potenziale trasmissione di rotavirus da ceppo vaccinale in una terapia intensiva neonatale da 100 posti letto che vaccina regolarmente. Risultati di sorveglianza a 1 anno.

Materiale fornito dalla American Pediatric Society