rinnovabili

La percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili sui consumi finali dovrà essere del 42,5%. Lo hanno stabilito le istituzioni europee dopo un lungo negoziato. L’accordo infatti è stato raggiunto poche ore fa e produrrà una nuova direttiva volta a promuovere e regolamentare le energie rinnovabili.

Ad annunciare l’importante accordo, la Commissaria europea all’energia, Kadri Simson, in un tweet. “Accolgo con favore l’accordo provvisorio con il Parlamento e il Consiglio su una serie rafforzata di norme sulle energie rinnovabili” – ha scritto. “Abbiamo raggiunto un compromesso ambizioso. La nuova direttiva rinnovabili è un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu“.

Il Green Deal europeo punta a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La Commissione europea ha dunque adottato, con questo accordo internazionale, una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità.

Obiettivo Ue 2030: energia al 42,5% da fonti rinnovabili

L’accordo europeo prevede che la nuova direttiva aumenti al 42,5% l’obiettivo Ue al 2030 relativo alla quota di consumi finali di energia elettrica. Essi dovranno quindi essere coperti da fonti rinnovabili in questa percentuale. A rendere pubblico il dettaglio su questa percentuale, Markus Pieper (Ppe, Germania), relatore del provvedimento per l’Europarlamento.

Sale dunque di un ulteriore 10% il contributo obbligatorio delle rinnovabili rispetto all’attuale 32%; e non solo, perché aumenta anche rispetto alla percentuale proposta in precedenza dalla Commissione nel pacchetto clima del 2021, che era del 40%. Il negoziato è stato lungo, perché con il RePower EU la proposta dell’Esecutivo Ue era quella del 45%.

Fumata bianca a Bruxelles – ha commentato Pieper. “Accordo sulla direttiva sulle energie rinnovabili. Il Consiglio ha ampiamente sostenuto i nostri obiettivi ambiziosi. Ecco come la transizione energetica può avere successo, aprite la strada a procedure di approvazione più rapide negli stati federali“.