I ricercatori del King’s College di Londra, in collaborazione con i medici del King’s College Hospital NHS Foundation Trust, hanno intrapreso una straordinaria ricerca nel campo della radioterapia oftalmica. Attraverso l’uso di un innovativo sistema robotico, stanno rivoluzionando il trattamento della degenerazione maculare neovascolare, una malattia degenerativa degli occhi legata all’età

La radioterapia robotica sfida la degenerazione maculare

Attualmente trattamento standard dell’AMD coinvolge iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF

Radioterapia. La degenerazione maculare neovascolare legata all’età (AMD) è una patologia oftalmica devastante che colpisce circa 196milioni di persone in tutto il mondo. E il trend è purtroppo in crescita. Si stima infatti che entro il 2035 il numero di persone colpite da questa malattia aumenterà del 60%. Ciò si deve in gran parte a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Questa condizione, che coinvolge la crescita anomala di vasi sanguigni nella macula, la parte centrale della retina, può portare alla perdita irreversibile della visione centrale. Parliamo cioè della capacità di vedere chiaramente gli oggetti che sono direttamente davanti a noi, nell’area centrale del nostro campo visivo. 

Per intenderci è quella che usiamo per leggere, guardare la televisione, riconoscere i volti delle persone e svolgere attività che richiedono una visione dettagliata e precisa. 

L’AMD colpisce principalmente gli anziani, con un’incidenza che aumenta con l’età e non fa distinzione di genere.

Trattamenti standard 

Attualmente, il trattamento standard coinvolge iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF. Questi, agiscono bloccando il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), una proteina che stimola la crescita dei vasi sanguigni anormali nella retina.

Tuttavia, poiché le iniezioni non guariscono la malattia alla radice, il liquido tende a ricominciare ad accumularsi nella macula nel corso del tempo. Di conseguenza, i pazienti devono sottoporsi a iniezioni ripetute a lungo termine per mantenere i benefici ottenuti. La maggior parte delle persone richiede un’ulteriore iniezione ogni 1-3 mesi. Con un costo compreso tra i 570 e gli 800 euro per iniezione, sono diventate una delle procedure più frequentemente eseguite all’interno del servizio sanitario nazionale. Ovviamente, la necessità di trattamenti ricorrenti e il loro costo significativo rappresentano uno dei principali svantaggi delle iniezioni come terapia per l’AMD.

Ma oggi arriva una novità: la radioterapia robotica.

Radioterapia robotica personalizzata

In un’era di progresso medico incessante, i ricercatori di Londra hanno introdotto una tecnica innovativa. Parliamo appunto della radioterapia robotica su misura. Questo sistema avanzato offre una dose di radiazioni mininvasiva, somministrata in un’unica occasione, seguita dal normale protocollo di trattamento con iniezioni intravitreali.

Ebbene, sestando ai risultati pubblicati su The Lancet, è emerso che i pazienti sottoposti a questo trattamento richiedono notevolmente meno iniezioni nel tempo per gestire la malattia. Questo potrebbe tradursi in un risparmio di circa 1,8 milioni di iniezioni all’anno a livello globale. A rimarcarlo, la dott.ssa Helen Dakin, docente di ricerca universitaria dell’Università di Oxford. «Abbiamo constatato che i risparmi derivanti da un minor numero di iniezioni superano il costo della radioterapia controllata da robot. Questo nuovo approccio terapeutico ha il potenziale per ottimizzare l’allocazione delle risorse nel servizio sanitario nazionale, consentendo di destinare fondi aggiuntivi per trattare altri pazienti affetti da AMD, garantendo al contempo un livello di cura paragonabile alle terapie standard».In cosa consiste?

Vantaggi della robotica

Il nuovo trattamento rappresenta un notevole passo avanti rispetto alle terapie tradizionali, in quanto consente di mirare con precisione tre fasci di radiazioni focalizzate direttamente nell’occhio colpito dalla malattia. Questo metodo innovativo ha dimostrato di richiedere un minor numero di iniezioni rispetto alla terapia standard.

Il professor Timothy Jackson, responsabile dello studio e consulente chirurgo oftalmico del King’s College di Londra e del King’s College Hospital, ha sottolineato l’importanza di questo avanzamento.

«La ricerca ha già cercato di trovare un modo migliore per indirizzare la radioterapia alla macula, ad esempio riproponendo i dispositivi usato per trattare i tumori al cervello, ma finora nulla è stato sufficientemente preciso per colpire la malattia maculare che può essere inferiore a 1 mm di diametro». Così esordisce l’esperto.

«Con questo sistema robotico appositamente costruito, possiamo essere incredibilmente precisi, utilizzando fasci di radiazioni sovrapposti per trattare una lesione molto piccola nella parte posteriore dell’occhio. I pazienti generalmente accettano di dover sottoporsi a iniezioni oculari per preservare la loro vista, ma la frequentazione ospedaliera e le ripetute iniezioni agli occhi non sono qualcosa di cui godono. Stabilizzando meglio la malattia e riducendone l’attività, il nuovo trattamento potrebbe ridurre il numero di iniezioni necessarie di circa un quarto. Si spera che questa scoperta riduca il peso del trattamento che i pazienti devono sopportare».

Fonte 

The Lancet