Il problema si ripresenta, puntualmente, ogni estate. È questa, infatti, la stagione in cui si registra il più alto numero di incidenti in acqua. L’annegamento è un pericolo da non sottovalutare: rappresenta una delle tre principali cause di morte in età pediatrica. Ed è la prima causa nella fascia di età compresa tra uno e quattro anni. Inoltre, alcuni dei bambini sopravvissuti possono presentare severa disabilità secondaria e danni cerebrali che richiedono cure riabilitative prolungate.

Spesso l’annegamento avviene perché un bambino non sorvegliato da un adulto si trova vicino all’acqua e in pochi secondi il dramma si può consumare.

In caso di bambini piccoli sono sufficienti pochi centimetri di acqua, pertanto l’annegamento può avvenire nella vasca da bagno, in una piscinetta gonfiabile, in una tinozza. Mentre nel caso di bimbi più grandi avviene più frequentemente in acque aperte come mare, laghi e fiumi o in piscine.

Bambini, necessaria una supervisione continua

Nella fascia di età tra i 5 e i 14 anni l’annegamento avviene più frequentemente in acque aperte. Per questo motivo, è necessaria una supervisione continua, visto che i bambini sono quasi sempre poco attenti. Il metodo preventivo migliore è insegnare loro a nuotare, iscriverli a corsi di nuoto ufficiali che garantiscano le competenze adeguate per affrontare i rischi in acqua.

«Non lasciare mai un bambino incustodito vicino all’acqua sia in casa che all’aperto neanche per un solo istante», avverte ildottor Francesco Silenzi, referente del Trauma center AOU Meyer IRCCS. «Non delegare mai la vigilanza a fratelli o sorelle maggiori che potrebbero non comprendere un pericolo potenziale o in atto. Non delegare a braccioli e salvagenti giocattolo o a poche lezioni di nuoto la protezione del bambino. Frequentare corsi di rianimazione cardio-polmonare che possono salvare la vita il bambino», consiglia Silenzi.

I pericoli in acqua si evitano seguendo alcune raccomandazioni

In caso di piscine nelle proprie abitazioni, queste devono essere recintate su quattro lati e dotate di cancelletto con chiusura di sicurezza ed eventuale allarme. Ciò «prima che il bambino sia in grado di stare seduto e gattonare. Nella fascia di età 15 anni – prosegue l’esperto – non lasciare giocattoli sul fondo della vasca al termine del bagnetto. Svuotare sempre completamente vasche, tinozze o piscinette al termine dell’utilizzo, predisporre chiusure di sicurezza della stanza da bagno affinché non sia accessibile in modo autonomo».

È importante anche valutare con attenzione le piscine dei vicini di casa o conoscenti che possono essere frequentate dai bambini.

Limitare gli incidenti in acqua, ecco alcuni consigli

Durante la stagione estiva, è fondamentale, per chi va al mare, al lago o in piscina, seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti. Ecco alcuni suggerimenti per tutti:

  • Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza.
  • Evitare di immergersi in caso di mare mosso.
  • Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti.
  • Sorvegliare sempre in maniera continuata i bambini in acqua o in prossimità di un qualsiasi specchio d’acqua, soprattutto nelle piscine domestiche o private.
  • Evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al sole.
  • Non tuffarsi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.