Nel giorno in cui l’Italia celebra la Festa del Lavoro, il pensiero corre inevitabilmente verso coloro che hanno perso la propria vita a causa del lavoro. Non solo coloro rimasti vittime di incidenti sul posto di lavoro, ma anche tutti quei lavoratori che hanno contratto malattie professionali che si sono rivelate causa di ciascun decesso. Nel nostro caso, un accento va posto sulle morti di amianto e di tutti i cancerogeni. Temi che pongono inevitabilmente in evidenza l’urgenza di provvedimenti in grado di garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
Il Primo Maggio, da giornata di festa e rivendicazione dei diritti dei lavoratori, si è trasformato negli ultimi anni anche in un’occasione per riflettere su un’emergenza ancora troppo attuale: la sicurezza sul lavoro.
Secondo i dati dell’INAIL, nel 2024 si sono registrati oltre 1.000 incidenti mortali nei luoghi di lavoro, senza contare le numerose esposizioni a cancerogeni, tra cui anche l’amianto, che hanno cagionato la morte di altrettanti lavoratori. Sono numeri che raccontano una tragedia silenziosa, che colpisce operai, tecnici, artigiani, agricoltori e altrettanti settori professionali.
Sicurezza sul lavoro: non un costo, ma un investimento
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Molti degli infortuni che avvengono ogni giorno sono evitabili, così come le malattie professionali che risultano frutto di negligenze, mancanza di formazione, dispositivi di protezione inadeguati o assenti, oltre a controlli carenti. Non si tratta solo di fatalità, ma di un sistema che ancora troppo spesso considera la sicurezza un costo e non un investimento.
Il tema della sicurezza sul lavoro è sempre più urgente, anche se l’accento andrebbe posto sulla prevenzione, non solo primaria, ma anche secondaria e terziaria. Nei casi di esposizione ad amianto, certe o presunte, appare fondamentale aderire ai programmi di sorveglianza sanitaria. Ciò, al fine di poter agire prontamente in caso di insorgenza di patologie, spesso ad esito infausto.
Come reagisce il governo per arginare il problema?
Negli ultimi mesi, il governo ha annunciato nuovi provvedimenti. Aumento dei controlli da parte degli ispettori del lavoro, maggiori fondi per la formazione, oltre all’introduzione di un “patentino della sicurezza” obbligatorio per operare nei cantieri. Tuttavia, i sindacati sottolineano che le misure restano insufficienti senza una reale volontà politica di investire in modo strutturale.
Sono più recenti le dichiarazioni della Premier Meloni, che ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 650 milioni di euro. “Ci impegniamo a fare ancora di più. Abbiamo reperito insieme all’Inail altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro“. Così la Presidente del Consiglio ha annunciato alla vigilia del Primo Maggio 2025.
Risarcimento danni per le vittime di infortuni e malattie professionali
La prevenzione rimane lo strumento chiave per ottenere risultati concreti in merito al tema della sicurezza sul lavoro. C’è da dire che non sempre le vittime di infortuni e malattie professionali ricevono la giusta tutela da parte dei datori di lavoro, che spesso tendono a minimizzare i fatti. Infatti, nei casi di infortunio o malattia professionale, vi è diritto da parte del lavoratore o dei familiari, in caso di morte, al risarcimento danni. Con l’evolversi della giurisprudenza non sono solo risarcibili i danni biologici, ma anche morali ed esistenziali che l’infortunio inevitabilmente causa.
Su questa specificità se ne è discusso anche nel convegno organizzato dall’ONA il 25 febbraio 2025 al Campidoglio che ha posto l’accento anche sul benessere psicologico in tema di sicurezza sul lavoro.
Salute sui luoghi di lavoro nel ricordo dell’insegnamento di Papa Francesco
Rimane il monito di Papa Francesco sulla dignità del lavoro, per il quale non si può morire. Ricordiamo anche l’incitamento di Papa Ratzinger all’Osservatorio Nazionale Amianto e all’Avani, Associazione Vittime Amianto Italiana, a proseguire il loro impegno in difesa della salute pubblica e dell’ambiente. Anche l’amianto deve essere del tutto bandito, in tutti i continenti, e debbono essere ultimate le bonifiche, poiché si continua a morire anche di amianto.
Giornata di orgoglio, ma anche spunto di riflessione
Il Primo Maggio resta una giornata di orgoglio per chi lavora, ma deve essere anche un’occasione di memoria e impegno. Celebrare il lavoro senza garantire la sicurezza significa tradire il senso profondo di questa festa. Nel Paese dei protocolli e delle leggi, la vera sfida è farle rispettare, ogni giorno, in ogni cantiere, fabbrica, campo o ufficio. Solo così, davvero, potremo dire di onorare la dignità del lavoro.