La prevenzione dai cancerogeni è un aspetto di base, importantissimo per la salute delle persone, così come la prevenzione dal contatto o dall’esposizione a sostanze mutagene. Non si direbbe, ma purtroppo possiamo incontrare sostanze nocive quotidianamente nell’ambiente in cui viviamo, in casa ed anche sul lavoro.
Per la tutela della salute la prevenzione è fondamentale, perché rappresenta la prima barriera contro i pericoli. Essa consiste nell’adottare comportamenti adeguati, quindi uno stile di vita sano, evitando il più possibile le esposizioni alle sostanze nocive. Essa è dunque anche strettamente legata alla sicurezza dell’ambiente in cui si vive.
La prevenzione ha lo scopo di mettere al riparo le persone dai pericoli, che possono derivare anche da esposizioni inconsapevoli a cancerogeni come ad esempio l’amianto. Per questo motivo le associazioni ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e Osservatorio Vittime del Dovere, hanno messo a disposizione di tutti un utile strumento. Si tratta di un’app gratuita per visualizzare i siti contaminati dall’asbesto, con la possibilità di segnalarne di nuovi. Naturalmente questo non basta per prevenire i danni e le malattie correlate a questa sostanza, ma è un inizio. L’azione più utile da compiere è infatti quella della bonifica integrale dei luoghi: solo eliminando il problema alla radice, si potrà davvero fare qualcosa per il futuro ed ottenere giustizia per le ancora troppe famiglie distrutte dall’amianto.
Su questo tema, lotta in prima linea da anni l’avv. Ezio Bonanni, a disposizione delle vittime per la tutela dei diritti e per i risarcimenti e che ha messo in luce il quadro drammatico nel “Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. Per una consulenza gratuita chiama l’800.034.294.
Tipologie di prevenzione: primaria, secondaria, terziaria
Indice dei contenuti
La forma più importante di prevenzione è la bonifica: evitare del tutto l’esposizione alle sostanze nocive. Insieme naturalmente all’uso di dispositivi di protezione individuale sul lavoro in fabbrica, e/o alla produzione di oggetti evitando sostanze come la formaldeide nel caso degli arredi.
Possiamo distinguere le forme varie forme di prevenzione in: primaria, secondaria, terziaria. Ciascuna riguarda un aspetto fondamentale di tutela della persona.
Il primo livello riguarda l’informazione, l’ambiente e gli stili di vita; il secondo è relativo alla tutela della salute; l’ultimo riguarda gli aspetti legali e assistenziali per la persona e i suoi familiari. Questa pagina rappresenta un punto informativo, una guida generale su questi aspetti.
Cancerogeni e mutageni: qual è la differenza?
Per quanto riguarda le esposizioni a rischio, si può fare una distinzione preliminare tra sostanze cancerogene e mutagene.
Siamo di fronte a cancerogeni quando le sostanze sono in grado di attivare nell’organismo una proliferazione cellulare anomala e di tipo neoplastico. Una sostanza è detta invece mutagena quando invece determina modificazioni del patrimonio genetico di una cellula. Il contatto umano con queste sostanze può avvenire per contatto fisico, per inalazione, ingestione o esposizione.
In molti casi, tumori e altre patologie sono riconosciuti come malattia professionale perché derivano dall’esposizione a sostanze tossiche e/o mutagene sul luogo di lavoro.
Si possono fare alcuni esempi di sostanze classificate come cancerogeni, che si possono trovare in casa oppure sul posto di lavoro, sia esso nell’industria, nell’artigianato o in agricoltura. Sono questi ultimi infatti i settori in cui si possono trovare con maggiore frequenza sostanze mutagene o cancerogene. In ambiente casalingo si possono trovare sotto forma di derivati della produzione industriale o come materiali da costruzione. Si tratta di: asbesto, antimonio, berillio, cadmio, mercurio, cromo, nichel, benzene, piombo, arsenico, formaldeide.
La classificazione degli agenti cancerogeni
Sono oltre 400 gli agenti riconosciuti dalla IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro come potenzialmente cancerogeni per l’uomo. Si tratta di una agenzia intergovernativa che fa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ed ha il compito di monitorare l’andamento e le cause delle patologie tumorali. La IARC ha classificato le sostanze cancerogene in gruppi, a seconda della probabilità che esse provochino il cancro nell’uomo.
- Nel Gruppo 1 sono state inserite quelle sostanze che presentano evidenza di cancerogenicità nell’uomo
- Gruppo 2A: qui sono state inserite le sostanze con limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo, ma sufficiente evidenza negli esperimenti sugli animali
- All’interno del Gruppo 2B ci sono quelle con possibile cancerogenicità per l’uomo; esprime limitata evidenza nell’uomo e meno che sufficiente evidenza negli animali a seguito di esperimenti. Le sostanze del Gruppo 3 non sono classificabili per cancerogenicità nell’uomo, ma ne hanno limitata negli animali da esperimenti; in questa categoria vengono inserite anche tutte le sostanze che non rientrano nelle altre categorie
- Gruppo 4: probabilmente non cancerogeno per l’uomo e con assenza di cancerogenicità anche nell’animale da esperimento.
In Italia l’INAIL ha preso in considerazione i cancerogeni individuati dalla IARC e prevede tutele e trattamenti specifici per i lavoratori esposti.
Quali sono i più diffusi cancerogeni e mutageni
I cancerogeni e le sostanze mutagene possono essere presenti in casa o in numerose attività svolte sul posto di lavoro. Si è detto che i settori più a rischio sono quello industriale, dell’artigianato e l’agricoltura; ma non sono esenti per esempio i militari (si pensi ai rischi dell’uranio impoverito) e chi svolge attività per esempio in scuole e ospedali, a causa di materiali usati nella costruzione degli edifici oppure per via della somministrazione di farmaci o per l’esposizione a radiazioni ionizzanti (es. personale sanitario).
I cancerogeni più diffusi sono: asbesto, antimonio, arsenico, benzene, berillio, cadmio, cromo, mercurio, formaldeide, nichel, piombo.
Tra questi non può che spiccare l’asbesto, ancora diffusissimo in migliaia di siti e micro siti sparsi in tutta Italia. Si stimano ancora 40 milioni di tonnellate sul territorio e circa settemila decessi all’anno per colpa dell’amianto, che è in grado di provocare tumori gravissimi, come i vari tipi di mesotelioma, nonché tumori del polmone e asbestosi.
Cancerogeni in casa e nella quotidianità
Il benzene è un composto organico volatile con il quale possiamo avere a che fare quasi ogni giorno. E’ un cancerogeno accertato e causa di leucemie. Si trova nella benzina delle auto e nel fumo di sigaretta; si possono inoltre trovare tracce contaminanti in adesivi, colle, vernici e solventi. Anche il benzene è nel Gruppo 1, ma non è stata fissata alcuna soglia di sicurezza.
Piombo e formaldeide sono tra i cancegeroni che si possono trovare di più in casa, oltre che al lavoro. Il piombo infatti è presente nella benzina come carburante; si può inalare o ingerire a causa di esposizione nell’aria (polveri, esalazioni, contaminazione di suolo e/o acqua). Demolizioni edilizie, estrazioni minerarie, produzione di pigmenti e batterie possono essere altri motivi di esposizione. Il piombo inorganico è classificato nel Gruppo 2A. L’esposizione al piombo, a sue leghe e composti, può provocare inoltre neuropatia periferica, encefalopatia tossica, nefropatia, anemia saturninacolica saturnina; l’esposizione a piombo tetraetile e tetrametile può provocare encefalopatia tossica.
La formaldeide è inserita nel Gruppo 1. In concentrazioni ridotte può trovarsi in casa in tappezzerie (tende, moquette, tessili antipiega) e negli arredi (resine per truciolato e compensato di legno); nella quotidianità si trova come prodotto di combustione nel tabacco. L’OMS ha fissato come valore guida la concentrazione massima di 0,1 mg/m3 (media su 30 minuti). Una delle sue caratteristiche è l’odore pungente; le neoplasie che provoca sono a carico del tratto nasofaringeo; poi ci sono eritemi cutanei, irritazione di naso, gola e occhi. Le malattie professionali causate dalla formaldeide sono: asma bronchiale allergico e dermatite allergica da contatto.
I principali cancerogeni nel settore industriale
L’antimonio è una sostanza dalle varie forme. Si può trovare nell’industria pirotecnica, della gomma, come nell’industria ceramica e nelle vetrerie. La forma elementare dell’antimonio si formare leghe con rame, piombo e stagno. L’antimonio triossido è la tipologia più pericolosa e classificata nel gruppo 2B dalla IARC sulla base di studi inalatori sul ratto. Le possibili conseguenze per la salute da esposizione professionale ad antimonio sono: anemia emolitica (esposizione a stibina), pneumoconiosi non sclerogena, dermatite irritativa da contatto.
L’arsenico è un’altra sostanza che si può trovare – sotto forma di composti – nell’industria, ed in particolare quella microelettronica, dei coloranti, nell’industria tessile, cartiera, nelle vetrerie e nell’industria di semiconduttori. Questo semimetallo, in natura si trova nelle rocce, nel suolo e nelle acque, tanto che molti Comuni montani sono costretti ad installare dearsenizzatori per restare nel limite massimo di concentrazione di 10 μg/L (microgrammi per litro) nell’acqua potabile. In concentrazioni superiori l’arsenico può provocare tumori a carico della cute, dei polmoni e della vescica.
Berillio, cadmio e mercurio possono essere incontrati nell’industria manifatturiera. Si usano nella colorazione del vetro sotto forma di sali metallici e pigmenti. Il berillio può provocare: berilliosi (granulomatosi polmonare), nefropatia tubulare, osteomalacia, carcinoma del polmone. Il cadmio, invece, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), nefropatia tubulare, osteomalacia, carcinoma del polmone. L’esposizione al mercurio, amalgame e composti, può invece portare a sindrome cerebellare-extrapiramidale (tremore, atassia, diplopia), encefalopatia tossica, polineuropatia periferica, nefropatia, gengivostomatite.
Cromo, nichel e composti possono trovarsi in fumi e gas di saldatura. Le persone esposte nel mondo sono circa tre milioni. Il cromo può provocare ulcere e perforazioni del setto nasale, dermatite ulcerativa, dermatite allergica da contatto, asma bronchiale; carcinoma a cavità nasali, seni paranasali e polmone (cromo esavalente). Il nichel può provocare dermatite allergica da contatto, asma bronchiale e stessi carcinomi del cromo.
Cancerogeni nell’agricoltura e nell’artigianato
Anche nel settore agricolo si può avere a che fare con sostanze nocive. Si possono trovare nei materiali di lavoro; oppure sono preparati, come i pesticidi.
I cancerogeni in agricoltura si possono incontrare sotto varie forme. Le sostanze più diffuse sono senza dubbio i prodotti fitosanitari, per i quali la possibile cancerogenicità è legata sia ai principi attivi che alle sostanze coformulanti. La formaldeide è un’altra sostanza cancerogena che possiamo ancora trovare, stavolta nell’allevamento animale.
Poi ci sono le polveri di legno, in allevamento ed in settori forestali; le neoplasie riguardano soprattutto cavità nasali, seni paranasali e nasofaringe. Il pericolo maggiore è dato dalle polveri di legno dure. Citando l’INAIL: “i fattori che influenzano l’esposizione lavorativa includono: la durata e frequenza della lavorazione effettuata, l’uso di sistemi di controllo e abbattimento delle polveri e di eventuali DPI e le attrezzature di lavoro utilizzate. Il legno e i suoi derivati costituiscono la materia prima di numerosi processi produttivi, dalla silvicoltura e segheria fino alla produzione di arredi e di numerosi altri articoli per l’utilizzo finale (seconda trasformazione). Anche in settori innovativi, quale quello delle biotecnologie industriali, la presenza di polveri di legno, in aggiunta a quella di altre polveri organiche, può costituire un importante fattore di rischio professionale“.
Altri cancerogeni presenti in agricoltura, sono i fumi di scarico diesel derivanti dall’uso di macchine. Inoltre ci sono le radiazioni solari ultraviolette, per lavori all’aperto.
Anche nichel e rame si possono trovare nell’artigianato, così come le polveri di legno. Nocivi anche i composti del rame; esso è tossico se ingerito in grandi quantità (più di 6 mg al giorno). In agricoltura, soprattutto nel biologico, si usa nei fitosanitari per la sua funzione nutritiva e protettiva (è un antifungino e un antibatterico). Si può rilevare anche nei fumi di saldatura.
Ottieni subito una consulenza gratuita
L’Osservatorio Vittime del Dovere e l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, offrono un servizio di consulenza gratuita per chiunque abbia avuto una esposizione a cancerogeni come l’amianto, oppure a sostanze di tipo mutageno.
In caso di danni alla salute, sarà possibile anche valutare la richiesta di speciali tutele e/o risarcimenti del danno. Questo grazie al team specializzato delle associazioni e dell’avv. Bonanni. Chiama il numero verde 800.034.294 oppure compila il form per essere ricontattato.